Via della Rivoluzione - Caporal

Enrico Bonino, Guida Alpina
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Via della Rivoluzione: Sulla Via della Rivoluzione al Caporal in Valle Orco: terzo tiro, traverso su chiodi e friends per la variante in libera
Planetmountain
Bellezza
Primi salitori
Prima salita: Ugo Manera e Gian Piero Motti nel 1973. Prima libera: Massimo Farina nel 2002
Autore scheda
Enrico Bonino, Guida Alpina
Lunghezza dislivello
180m
Difficoltà
7c o A1
Difficoltà obbligatoria
5c

Percorso



Via della Rivoluzione sul Caporal è una via storica che ha segnato, insieme alla vicina Tempi Moderni, l’inizio di un nuovo periodo per l’alpinismo su roccia italiano, meglio conosciuto come "Nuovo Mattino", ovvero la trasposizione italiana della rivoluzione arrampicatoria che stava avvenendo nello Yosemite sulle big wall.
Accesso generale
Da Torino fino a Noasca. Proseguendo verso Ceresole Reale si percorre una lunga galleria che, circa a metà percorso, presenta un’uscita verso la vecchia statale (sx salendo). Uscire in corrispondenza del buco e parcheggiare l’auto. ATTENZIONE: non lasciare nulla di valore in macchina, negli anni si sono presentati molti casi di furto. Accesso
Posteggiata l’auto reperire un ripido sentiero con ometti che porta alla base della parete. La via attacca in piena parete Est dove lo scudo è più ripido. Una corda fissa permette di arrivare all’attacco della via. Itinerario
L1: 6a+ e A1; il primo tiro segue una linea di evidenti lame e diedri che solcano la parete compatta, 30m, sosta su catena;
Il secondo
L2: 7c o A1; successioni di ripide ed esili lame e rughe conducono ad una sezione compatta, superata in A0 dai primi salitori utilizzando chiodi a pressione, oggi sostituiti con spit da 8mm inox profondi 8 cm; Successivamente un diedro diagonale obbliga all’utilizzo di micro nuts o chiodi. 30m, sosta su catena;
L3: due possibilità: passando alla radice del tetto in traverso le difficoltà sono di 7ab o A1, integrando con qualche friend; aggirando il tetto da destra a sinistra per i chiodi a pressione (come da prima salita) non ci sono difficoltà obbligatorie, A1. 20m, sosta su catena;
L4: 6c/A1, placca sprotetta non difficile fino a raggiungere un camino. Quando questo si divide in due seguire la fessura di destra in piena parete fino a ribaltarsi sul ripiano soprastante. 50m, sosta su catena;
L5: 6a, evidente camino ahimè lichenoso fino alla pianta; 45m, sosta sull’albero.

Discesa
Da S5 a S4, da S4 a S2, da S2 a terra.
Materiale
NDA, e a seconda delle proprie capacità. Suggerisco 1 serie di friends completa dallo 0.3 al 3.5/4 camalot, raddoppiare le misure dallo 0.4 al 2, una serie di nuts dai micro ai medi, selezione di 3-4 chiodi a lama e universali corti, 1 staffa, 1 fifi, martello, corde da 55m per le doppie. Note
Ottima via per cimentarsi nell’artificiale, nelle manovre di corda per il recupero di sacconi e la risalita con le jumar. Cartografia
Rock paradise. Arrampicate classiche, moderne e sportive nelle valli del Gran Paradiso. di Maurizio Oviglia, Edizioni Versante Sud




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Bellezza
Primi salitori
Prima salita: Ugo Manera e Gian Piero Motti nel 1973. Prima libera: Massimo Farina nel 2002
Autore scheda
Enrico Bonino, Guida Alpina
Lunghezza dislivello
180m
Difficoltà
7c o A1
Difficoltà obbligatoria
5c

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