Cordillera Huayhuash, nuove vie in Perù per Carlo Cosi e Davide Cassol

Il report di Carlo Cosi di tre vie nuove aperte nel Cordillera Huayhuash in Peru: Laurpaq e La zuppa di Pio sulla inviolata parete NW del Jurauraju 5330m e La Siesta del Bodacious sulla parete SW del Jurau.
"Il cuore mi batte all’impazzata, respiro a fatica, i polmoni mi bruciano, la testa gira e le gambe tremano… Sarà che sono appeso ad una sosta che non mi piace, che il fittone da neve a cui sono legato esce solo a guardarlo, che ho la corda tesa e tira fastidiosamente verso l’alto, che mi sto tenendo con tutta la forza che ho sulle gambe e due "rottwailer" mi stanno addentando i quadricipiti, sarà che ho un freddo cane, che Davide è steso di schiena sullo zaino su una cengetta di neve sospesa su almeno 20 metri di vuoto, è appeso alla mia corda e l’unica cosa a cui siamo attaccati adesso è un fittone da neve piantato 15 metri sopra di me, ha appena fatto un volo… che ho un po’ di disagio è dir poco, penso a casa, al mare, a quella telefonata ricevuta tre mesi fa che mi invitava a partecipare a questa spedizione, a questi fittoni da neve costruiti home made dal babbo di Davide. Vorrei essere steso al sole in qualche spiaggia a bere boccali di mojito in questo momento… Davide si rialza, non si è fatto nulla, solo una bottiglia d’acqua esplosa in zaino, nulla di più. Tiro un sospiro di sollievo e torno con la testa qua, sulla parete sud del Yerupaia. Davide riparte. È completamente sul verticale, la neve è inconsistente, quasi polvere e siamo a 90°, boh cose mai viste. Sale un altro metro sopra il fittone e di nuovo la neve cede sotto i ramponi, scivola ma riesce a star su non so come, si appende nuovamente al fittone da neve. Prende fiato, siamo a 5500m, pianta un altro fittone da neve un metro più su. Stessa operazione, riparte, "dai che ce la fai" gli urlo. Neanche tempo di finire la frase ed è di nuovo a penzoloni sul secondo fittone. Anche questo ha tenuto. Grande il babbo di Davide penso. Altro fittone da neve. Sta volta entra come burro, si appende ed esce per metà, lo tiene infilato con le mani e si appende nuovamente. Che tenacia e che sangue freddo penso, grande Davide! La tensione è palpabile, sono concentratissimo nella sicura, riparte per l’ennesima volta ma nulla da fare è di nuovo a penzoloni sulle corde..."

Il tutto è cominciato durante una classica giornata di lavoro da Guida sugli sci in Dolomiti, marzo se non ricordo male. Tornavo da una giornata di freeride, quelle giornate con la neve che ti arriva fino alle orecchie, quando mi è squillato il telefono. Era Davide Cassol, un amico conosciuto da poco durante una delle mie scorribande in Monte Bianco. Aveva una grande notizia da darmi: tre suoi amici, Tito Arosio, Saro Costa e Luca Vallata a Giugno volevano organizzare una spedizione in Perù, nella Cordillera Huayuash. Punti della spedizione: essere giovani, far due cordate distinte ed aprire in stile Alpino. Mi propone di andare a legarmi con lui… Non ho dovuto pensarci due volte: in Perù a Giugno, ad aprire vie nuove, con persone quasi del tutto sconosciute?… e perché no! Questa è stata esattamente la risposta che gli ho dato.

Siamo partiti il 26 maggio, alle sei di mattina dall’aeroporto di Linate a Milano. Carichi come muli di zaini e sacconi colmi, di scarponi, corde e tutto il materiale necessario ci siamo finalmente conosciuti tutti e cinque. Luca l’avevo visto in giro un paio di volte (l’ultima volta in Marmolada l’estate prima mentre tentava di spiccare il volo su Specchio di Sara) gli altri due, Tito e Saro non gli avevo mai incontrati prima, ma il bello dell’avventura in montagna è proprio questo, in montagna fare amicizia è facilissimo, si condividono le stesse fatiche, le stesse gioie e dolori ed infatti così è stato.

Dopo 17 ore di aereo e 8 ore di pullman finalmente siamo arrivati a Huaraz, una cittadina di 120000 abitanti a 3100m di altezza che abbiamo scelto come nostro punto di partenza. Abbiamo subito incontrato Vladimiro, il nostro contatto peruviano e organizzatore tuttofare della parte burocratica della spedizione, che ci ha presentato un altro partecipante fondamentale alla spedizione, Pio Polo, il cuoco. I giorni seguenti abbiamo comprato cibo a sufficienza per un mese di permanenza in quota; tra il materiale tecnico e quello alimentare ci siamo dovuti avvalere dell’aiuto di nove muli e due cavalli per trasportare i quasi 300kg di attrezzature per riuscire nell’impresa di costruire una reggia a 4300m.

Dopo i due giorni di preparazione materiali e spese varie abbiamo salutato Vladimiro e abbiamo iniziato la nostra avventura guidati dal super cuoco Pio Polo (che si rivelerà un mito sia in cucina che come persona, grande Pio!). 6 ore di furgone, con 3 ore di sterrato ci hanno portato a Lliamac, un paesino a 3300m disperso nel nulla. Qui abbiamo recuperato i muli, guidati da Abner e Omar, e siamo partiti per il lungo avvicinamento verso il campo base. Dopo tre giorni, due campi (laguna Jauacocha 4500m e la piana di Huatiaq 4300m), due passi (Llaucha Punta 4850m e Tapush Punta 4770m) e tantissimi km a piedi arrancando dietro ai muli e dietro all’instancabile Pio siamo finalmente arrivati al nostro campo base a 4330m tra il lago Sarapococha 4482m e il lago Juraucocha 4343m. Un posto da togliere il fiato (in tutti i sensi)! Era il primo giugno e ci saremmo rimasti fino al 22 per poi, in tre giorni, ritornare a Lliamac e alla civiltà.

Sono stati 26 giorni belli intensi dove a fare da padrona è stata la fatica e l’avventura. I primi giorni al campo base sono stati di acclimatamento durante i quali, oltre a gironzolare su e giù per la valle, i laghi e fare qualche boulder, abbiamo salito il Cerro Gran Vista 5152m I giorni successivi sono stati di pura avventura ed esplorazione. Io e Davide abbiamo salito ed aperto in sequenza "Laurapaq", "La Siesta del Bodacius" e "la Zuppa di Pio".

La prima, "Laurpaq" è una via di roccia che sale la parete NW del Jurauraju 5330m, fino ad ora inviolata. La roccia è davvero bellissima su rigole di calcare davvero incredibili. Le difficoltà sono abbastanza contenute, arriva al massimo al V+. L’idea di essere i primi salitori, e comunque essere a 5000m su roccia fotonica, rende il tutto davvero magico. Ci sembrava di essere Gino Soldà negli anni 30 in Dolomiti, un sogno!

La seconda via, "La Siesta del Bodacious", è invece di ghiaccio e sale la parete SW del Jurau 5674m, diretta a sinistra della cima fino all’affilata cresta 80m sotto, per poi congiungersi, aggirata la cresta e nell’altro versante, all’East Ridge, una via aperta nel 1966. Arrivati fino in cresta 80m sotto la cima e raggiunta l’East Ridge abbiamo deciso di scendere per la pericolosità delle cornici davvero enormi ed in equilibrio precario sul nulla. Scelta davvero azzeccata dato che il giorno dopo, dalla base della parete, smontando la tenda per tornare al campo base, abbiamo assistito al crollo di una cornice con relativa maxi valanga 200m a sinistra della nostra nuova via.

Dopo queste due vie e 4 giorni e mezzo di brutto tempo abbiamo tentato di salire per una nuova via la parete sud del Yerupaja Sur 6515 fallendo purtroppo già alla base per condizioni di neve davvero proibitive, con powder a 90°, cose mi viste… Dopo tre voli su fittone da parte di Davide (costruito home-made dal babbo di Davide) e 3 ore di tentativi per superare la crepaccia terminale abbiamo deciso di desistere e tornare, stanchi, al campo base.
Gli ultimi giorni sono stati i più duri (almeno per me), data la grande stanchezza e la motivazione in caduta libera, Davide è riuscito a convincermi a fare un’altra capatina in montagna e siamo riusciti ad aprire un'altra via, "La zuppa di Pio", dedicata al nostro compagno di viaggio/"chef", ancora una volta sul Jurauraju 5330m. Roccia splendita ancora una volta su difficoltà contenute (IV+max) per sognare ad occhi aperti.

Un’ esperienza intensa e allo stesso modo incredibile! Quando sei là sogni il mare e quando sei a casa sogni la quota. Chissà dove ci porterà la prossima avventura…

Carlo Cosi

Si ringrazia Zable Sport, Fitwell e Patagonia per i materiali forniti, Davide per avermi trascinato su nei momenti più duri della spedizione, Tito, Saro e Luca per l’idea della spedizione, Pio Polo (il super cuoco), Abner ed Omar (gli arrieros) per averci semplificato parecchio le cose, Essence of Freedom e i San Lucano Boiz che son sempre pronti a gasare.




08/07/2014 - Cordillera Huayhuash, alpinismo in Perù per Tito Arosio, Saro Costa e Luca Vallata




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