Simone Moro e l'elisoccorso in Nepal

Intervista a Simone Moro sugli ultimi episodi di elisoccorso che l'hanno visto impegnato sulle montagne del Nepal
In questi ultimi giorni sono molte le notizie che riguardano situazioni critiche, con relativo intervento di soccorsi anche in elicottero, nella zona dell'Himalaya nepalese. Ci riferiamo, per esempio, alla spedizione spagnola al Lhotse di cui facevano parte anche i veterani Carlos Soria, Juanito Oiarzabal e Carlos Pauner. Dopo la cima raggiunta il 21 maggio, uno degli alpinisti spagnoli, Manolo “Lolo” Gonzalez, ha avuto dei problemi e non ha fatto rientro al Campo 4 (8000m). Per sua fortuna due alpinisti argentini, Damien Benegas appena disceso al Colle Sud dall'Evereste e Matias “Matoco” Erroz, sono risaliti verso il Lhotse e l'hanno recuperato non senza fatica. Davvero un gran gesto, non solo “atletico”, il loro. Poi, Gonzalez è stato aiutato da Benegas, Erroz, Phurba Tashi, Nigma Chering e altri alpinisti a rientrare al Campo 2 e da qui prelevato da un elicottero, insieme a Roberto Rodrigo un altro alpinista in difficoltà. Al coordinamento delle operazioni di soccorso hanno partecipato dal campo base Edurne Pasaban e Willy Benegas. Proprio per saperne di più di questi episodi di soccorso ma anche di come, non senza problemi, si sta sviluppando l'elisoccorso in Nepal, abbiamo sentito Simone Moro, impegnato proprio in Nepal non nell'abituale veste di alpinista himalayano ma in quella che ormai sta diventando sempre più la sua seconda vita: il pilota di elisoccorso.

Simone, perché sei lì in Nepal ad occuparti di elisoccorso?
Perché era ora che qualcuno di noi lo facesse senza aspettarselo dal cielo e per grazia divina...

Spiegati meglio... è qualcosa che parte dagli alpinisti per salvare gli alpinisti?
Anche, ma non solo. Questo paese è inchiodato e ha bisogno di questi mezzi per progredire, per portare aiuto anche alla popolazione locale. La prima industria di questo paese è il turismo. E tu non hai idea di quanta gente stiamo soccorrendo, moltissimi trekkers, e poi anche alpinisti. Tanti alpinisti.

Ti aiuta in qualche modo essere un alpinista?
Il fatto di essere alpinista, prima che pilota di elicottero, mi dà la possibilità di capire immediatamente il posto dove operare, le condizioni, i rischi, le vere necessità e lse il soccorso è realizzabile o meno. Poi, nessuno se ne approfitta e questo è importante....

Per chi lavori e in quale veste...
Lavoro per la Fishtail Air. In verità è un lavoro che fino ad oggi ho svolto gratuitamente, pagandomi il viaggio e trovandomi l'alloggio... Ho voluto insomma dare un segno e, oltre che la faccia, metterci anche del mio per aiutare il sistema, ed anche per imparare ovviamente. Fishtail Air è l'unica che collabora con Air Zermattt e che ha piloti addestrati specificatamente per il soccorso - anche per soccorsi con tecnico appeso sotto l'elicottero con una fune detta long line. Come alcuni ricorderanno i tecnici dell' Air Zermatt sono quelli che hanno fatto il soccorso più alto della storia, a 6950m sull'Annapurna l'anno scorso. E poi sono atterrati a 6850 portando in quota 2 sherpa per una ricerca di 3 alpinisti dispersi sul Manaslu...

Parlaci dei vostri ultimi interventi... cominciando con un soccorso alla popolazione...
Qualche giorno fa abbiamo fatto un soccorso ad un vecchio Nepalese di origine tibetana in un villaggio nell'Upper Dolpo. Già trovare il posto ed atterrare non sono delle ovvietà... Ci vogliono qualche ora di volo sopra valli selvagge con cartina alla mano e GPS. Inoltre taniche di kerosene extra per atterrare e fare rifornimento all'elicottero. Il Nepalese/tibetano era sulla sessantina e stava male. Abbiamo impiegato oltre 4 ore di volo per andare a prenderlo e portarlo all'ospedale a Kathmandu sorvolando passi a 5200m in mezzo alle nuvole, dunque abbiamo dovuto cercaci un varco e la strada... Eravamo due piloti (io e Sherkan Ashish) con un elicottero As350 B che non è molto potente ma era l'unico a disposizione perché il B3 era impegnato in un altro soccorso altrove e più in alto

Chi ha pagato?
Se l'è pagato lui. Era un fortunato poteva permetterselo... ma di solito chi ti chiama è perché ha una soluzione

Ma chi non può... cosa fa?
Cerchiamo di trovare una soluzione. Bisogna sapere che per i nepalesi facciamo tariffe scontatissime pur di estendere questo servizio. Ovviamente non possiamo farlo gratis perché questi elicotteri costano più di 2 milioni di euro... e vanno pagate le rate del leasing o del mutuo.

Ma c'è un programma, o una speranza, che questo servizio di soccorso, abbia un futuro accessibile a molti o è fantascienza?
Per adesso è fantascienza, considerato che in Nepal non esiste assistenza sanitaria pubblica e che solo lo 0,1% della popolazione è assicurato. Però grazie ai trasporti in elicottero si stanno sistemando ospedali in loco, ossia nei villaggi e in varie valli. Si stanno sistemando scuole, strade e dunque si facilità il trasporto anche via terra e la comunicazione (il cellulare oggi prende in moltissime valli, anche in alcune remote).

Cosa servirebbe?
Ci vorrebbe un intervento del governo, una sorta di assistenza sanitaria ma non hanno i soldi... Diciamo che ora c'è un servizio potenziale che sta salvando un sacco di vite. In questi giorni sembrava proprio di essere ad un centralino del soccorso alpino...

Ecco, ritorniamo sul versante dell'alpinismo e del "turismo"... vuoi raccontarci qualche esempio di salvataggio degli ultimi giorni?
La scorsa settimana alcuni alpinisti spagnoli della spedizione di Juanito Oirzabal e Carlos Pauner impegnati sul Lhotse sono stati soccorsi prima a piedi e poi in elicottero... Orzabalk e Pauner stessi sono stati aiutati e soccorsi, ma hanno camminato con le loro gambe fino al Campo base, anche se molto lentamente. Juanito Oiarzabal e Carlos Pauner sono stati aiutati soprattutto quando, all'inizio della discesa dell'Icefall, procedevano lentissimamente fino al punto che Orzabal è quasi collassato ed è stato portato al Campo base. Oggi siamo andati a prenderli in elicottero al Campo base. Ieri era stata la volta di altri spagnoli anch'essi reduci con congelamenti dal Lhotse. In particolare un alpinista spagnolo stato prelevato in elicottero due giorni fa dai 6300m del campo 2

Chi è l'alpinista soccorso in elicottero dal Campo 2?
Il soccorso è stato fatto a Manolo “Lolo” Gonzalez, l'alpinista spagnolo che scendendo alla base del couloir del Lhotse era caduto ed era rimasto lì immobile, sfinito. Gli argentini Damien Benegas e Matias “Matoco” Erroz che scendevano dall'Everest hanno deciso di risalire fino al punto dove si trovava immobile “Lolo” e lo hanno portato giù alla tenda del Campo 4. Il giorno dopo, aiutati da altri alpinisti, lo hanno portato al Campo 2 e da lì è stato prelevato con l'elicottero della Fishtail Air. Orzabal & C. sono stati aiutati dalle altre spedizioni commerciali anche se si sono sempre rifiutati di prendere ossigeno o farmaci.

Altri soccorsi in questi giorni?
Anche al Kangchenjunga è stata soccorsa un'alpinista americana. L'avevo conosciuta già nel 2010 e sinceramente l'impressione che avevo avuto era stata abbastanza negativa sotto il profilo delle abilità alpinistiche e della resistenza fisica. Quest'anno ha salito il Kang con Ossigeno aperto al massimo e con parecchie bombole e sherpa. Subito dopo la cima ha cominciato ad accusare stanchezza al punto da dover essere trasportata / trascina fino a 7000 / 7100 m. Da lì ci hanno chiesto di prelevarla con l'elicottero: ci abbiamo provato ma faceva troppo caldo (solo -8°) e l'elicottero non riusciva a rimanere in hovering e "affondava"... abbiamo chiesto di portarla più in basso ed il giorno dopo l'abbiamo “presa” da 6200m

Secondo te l'elisoccorso sta cambiando o può cambiare l'alpinismo in Himalaya e come...
No, penso davvero che questi soccorsi non lo possano cambiare. I limiti che l'elicottero ha sono ancora tanti considerando che il più alto soccorso della storia mai fatto in elicottero è stato effettuato, come ho detto prima, l'anno scorso a 6950m all'Annapurna (proprio ad Orzabal, Pauner & C.). Ci sono stati poi alcuni soccorsi (raccontati) a 7000/7100 con lancio di viveri e bombole ma questo è possibile solo su posti piatti, plateau grandi e dunque quasi mai...

Quindi cosa ti senti di dire agli alpinisti (e ai turisti)... anche rispetto a questi ultimi incidenti?
Molte di queste chiamata provenivano da gente che forse i guai se li potrebbe evitare.... Intendo gente che forse su queste grandi montagne non dovrebbe starci. Vedo gente troppo al limite e dunque facile preda della stanchezza, dei congelamenti, lenti nella salita ecc... Non vorrei sembrare arrogante ma purrtroppo è così.



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