Val dei Chenopi - Prato Piazza - Carbonin

Enrico Maioni, Guida alpina
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Val dei Chenopi - Prato Piazza - Carbonin: © Enrico Maioni
Planetmountain
Bellezza
Autore scheda
Enrico Maioni, Guida alpina
Dislivello salita
470m
Dislivello discesa
550m
Orario
2 ore circa in salita ed altrettante per il ritorno.



Quella che vado a descrivere è una piacevole camminata in montagna, non difficile e priva di rischi, che partendo dal Passo di Cimabanche (1529 m) ci porta a Prato Piazza, l'altopiano erboso che si estende a un’altitudine di circa 2000 m. L’ altopiano è protetto dall’Unesco per via del prezioso ecosistema alpino e del panorama a cui si può assistere.

Il percorso è ben noto agli escursionisti locali e a quelli più smaliziati, ma è invece ignorato dalla massa, che predilige mete sicuramente belle ma anche assai più rumorose ed affollate, vedi ad esempio i sentieri che salgono al Nuvolau o alla Croda da Lago, oppure Fodara e Sennes, ed altri ancora.

Punto di partenza della nostra gita è il Passo di Cimabanche (Sórabànces in ladino), impercettibile valico alpino situato sulla Strada d’Alemagna, all’incirca a metà strada tra Cortina e Dobbiaco. Consiglio di parcheggiare l’auto poco oltre il Passo, in direzione Dobbiaco, in prossimità della vecchia Casa Cantoniera (al Km 119) facilmente riconoscibile dal tipico colore rosso pompeiano.

Scesi dall’auto una chiara segnaletica ci indica il nostro sentiero (n. 18), che si inoltra nel rado bosco in direzione nord-ovest. Dapprima quasi pianeggiante, lentamente il sentiero inizia a salire lungo la Val dei Chenopi.

La valle è percorsa dal Ru dei Chenòpe, che ha le sue sorgenti a Pratopiazza. Il nome del piccolo torrente e della valle ricorda i minatori pusteresi che percorrevano questa strada per andare a lavorare nelle miniere di Giau: chenòpo, -pe in ampezzano è infatti una deformazione del termine tedesco Knappe (in dialetto Knop) “minatore”.

Sopra di noi, sulla destra (sinistra orografica del Ru dei Chenòpe) le ripide pareti il Col Rotondo dei Canopi, mentre sulla sinistra l’estrema propaggine boscosa de Ra Šàres e, più avanti, la verde Còšta del Pin, spallone verde e roccioso della Croda Rossa d’Ampezzo.

Dopo aver attraversato un paio di volte il torrentello, all’improvviso una gola rocciosa sembra sbarrare la strada. Qui il sentiero si fa più ripido e serpeggiando su ghiaie e mughi ci permette di superare il tratto più erto (Attenzione! In primavera, in caso ci sia ancora neve al suolo, questo tratto può essere pericoloso).

A Prato Piazza non mancano le mucche, e che mucche! In breve usciamo dal bosco, e la vista che si apre sull’ampio valico prativo di Pratopiazza (Plätzwiese in tedesco) è davvero spettacolare! Oltre al Picco di Vallandro, si possono ammirare le Tre Cime di Lavaredo, le Tofane e il Monte Cristallo. Ma ciò che più colpisce è l'imponente struttura della Croda Rossa d’Ampezzo, grandioso ammasso di dolomia dai colori più vari.

Voglio precisare che il nome corretto, in italiano, di questo splendido angolo delle Dolomiti è Pratopiazza, e non Prato Piazza, assai più diffuso ma a detta degli esperti errato. E se in questo post potete leggere ambedue le versioni del nome, ebbene, l’ho fatto solo per motivi di indicizzazione, visto che in rete è assai più diffuso il termine Prato Piazza…

Fin qui si può giungere anche tramite una strada asfaltata da Ponticello (Braies); il tratto tra Ponticello (barriera di transito e parcheggio) e Pratopiazza è a traffico limitato da metà giugno a inizio ottobre: dalle 10.00 alle 16.00 è attivo un servizio di navette. Nei mesi invernali è possibile salire solamente con pneumatici invernali o catene.

Sull’altopiano sono presenti un albergo (Albergo Croda Rossa) e due rifugi alpini, il rifugio Pratopiazza e il rifugio Vallandro (Dürrensteinhütte in tedesco), dove è possibile pernottare. Vicino a quest’ultimo, all’estremità meridionale dell’altopiano ci sono le rovine del Forte Pratopiazza, resti di un fortino dell’impero austro-ungarico.

Pratopiazza è oggi un luogo turistico molto apprezzato sia in estate sia in inverno. D’estate è punto di partenza per numerose escursioni tra le quali il sentiero che porta in vetta al Picco di Vallandro. D’inverno è possibile praticare lo sci-alpinismo e lo sci nordico, in quanto la neve è sempre abbondante nei mesi invernali.
L’altopiano si trova nell’area del Parco Naturale Fanes-Senes-Braies, e offre al visitatore tranquillità e pace.

I buongustai faranno ben volentieri una sosta al rifugio Prato Piazza. Nelle tipiche Stuben tirolesi in legno si possono infatti gustare tutto l’anno le specialità della zona: un’azzeccata combinazione di prelibatezze locali e della cucina italiana, da cui nascono i tris di pasta e gnocchi tirolesi, i “Brettljausen” (merende rustiche con prodotti tipici), le minestre con canederli o i dolci caserecci dal sapore decisamente caratteristico, in totale armonia con il contesto paesaggistico.

Ma ora è tempo di riprendere il cammino, e lo facciamo seguendo la bianca strada sterrata che dopo aver attraversato dolcemente l’altopiano inizia la sua discesa verso Carbonin, in direzione sud. Lungo la carrareccia incontreremo numerose scorciatoie, mai troppo ripide, che permettono di accorciare e rendere più “selvaggio” il cammino.

Finita la discesa e giunti a Carbonin ci attende un’ultima salita per ritornare al parcheggio, punto di partenza della nostra escursione. Conviene certamente attraversare la statale e guadagnare il sedime dell’ex ferrovia, dove fino al 1964 sferragliava il “Treno delle Dolomiti“. “Domenica 17 maggio 1964 fu l’ultimo giorno di esercizio della Ferrovia delle Dolomiti… Assenteismo e indifferenza totale caratterizzarono purtroppo questo momento; dimenticati i servigi resi a tutti e per tanti anni dal trenino bianco-azzurro, questi se ne andò in silenzio, quasi consapevole che il suo tempo era proprio finito. L’unica nota di commozione fu data dai ferrovieri che, con grande tristezza, lo guardarono allontanarsi per l’ultima volta.”
(Tratto dal magnifico libro di Evaldo Gaspari “La Ferrovia delle Dolomiti. Calalzo – Cortina d’Ampezzo – Dobbiaco, 1921-1964″ – Distribuzione Casa Editrice Athesia, Bolzano 1994)

Oggi questa stradina viene usata come pista per lo sci di fondo in inverno e come ciclabile in estate. Il tratto da percorrere è di 1500 m circa. Con un po’ d’attenzione a non andare oltre la nostra meta e con un occhio sulla vicina statale a tratti visibile, in circa 15 minuti raggiungiamo la vecchia Casa Cantoniera ed il parcheggio.
Accesso generale
Il Passo Cimabanche è facilmente raggiungibile da Cortina d’Ampezzo seguendo la SS 51 d’Alemagna in direzione Dobbiaco (nord). Circa 15 km da Cortina, oppure 17 km da Dobbiaco.
Al Passo di Cimabanche si può arrivare anche utilizzando i trasporti pubblici, la corriera di linea Cortina-Dobbiaco, Dobbiaco-Cortina.
Note

Ristorante Chalet Passo Cimabanche – loc. Cimabanche – Tel: +39 0474 972442
Rifugio Plätzwiese – loc. Pratopiazza – Tel: +39 0474 748650
Rifugio Vallandro – loc. Pratopiazza – Tel: +39 0474 972505 – Cell: +39 346 3242967

Cartografia

Carta Topografica Tabacco, n. 03 – scala 1:25.000





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2 ore circa in salita ed altrettante per il ritorno.



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