Francesco Salvaterra, Guida Alpina
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Luigi Degasperi: Colodri, Arco. Francesco Salvaterra e Marco Pellegrini sulla variante Gipù © Daniele Lira
Planetmountain
Bellezza
Primi salitori
R. Bassi, S. Fruet, C. Faes, M. Degasperi 1980. Variante Gipù Ermanno Salvaterra, C.Gipponi 1980. Prima libera (OS) Giampaolo Calzà (Trota), Danny Zampiccoli primi anni '80
Autore scheda
Francesco Salvaterra, Guida Alpina
Versante
Est
Lunghezza dislivello
335m
Difficoltà
VII+/R3/II

Percorso



Il carattere della Luigi Degasperi alla est del Monte Colodri è decisamente alpinistico, ci sono alcuni tiri ben chiodati ma anche altri con tratti obbligatori e protezioni non scontate da piazzare. La roccia è generalmente compatta ma non mancano alcune sezioni friabili, dove serve esperienza. Le modifiche da noi apportate alla via sono state pulire dalle prese in bilico i tratti più delicati, e sostituire tre o quattro chiodi precari. Le soste sono ottime, tutte su solide piante tranne tre su roccia, a chiodi. I primi salitori non hanno messo spit nel 1980 e a nostro avviso non serve farlo ora.
Accesso generale
Raggiungere Arco. Accesso
Vale la pena ripetere la via con la variante Gipù. Si parcheggia al lato della piscina comunale, nel parcheggio libero con dissuasore per camper. Conviene percorrere un pezzo di strada verso N fino alla pizzeria California, appena a sinistra dell’entrata della pizzeria parte una traccia che in pochi minuti porta ai piedi della parete. L’attacco è da un evidente diedro, che si raggiunge dopo una facile balza, qui sono successivamente salite anche la via DDT (scritta alla base) e la Festival. Itinerario
L1: Diedro inizialmente un po' sporco poi rampa facile fino alla sosta appesa, su due chiodi integrabili con friends.

L2:
Tiro non banale. Superato un primo strapiombino si prende a destra una costola che porta a una lama con passo atletico e obbligatorio, segue una fessura grigia e un altro strapiombino in uscita. Sosta con due chiodi e pianta.

L3
: Occorre arrampicare in discesa o fare una breve calata (10 metri) fino alla pianta con vecchi cordini, sosta in comune con la Bertamini.

L4
: Si prende un diedrino a sinistra (fix della via Zanzara Sud) e si prosegue tra qualche ramo fino a un passo delicato in placca a sinistra (chiodo con cordone). Segue bel diedro fina alla sosta su pianta.

L5
: Tiro molto bello. Un diedro ininterrotto fino a un comodo terrazzino con pianta, inizialmente atletico poi più tecnico, saltare la sosta appesa a metà.

L6
: Una breve fessura destabilizzante ma facilmente proteggibile da il grado, sopra segue sul facile un po' sporco. Sosta su due fix di una via sportiva o su pianta.

L7:
Il diedro inizialmente è tecnico e non facile da interpretare, con alcune prese da verificare, ma con chiodatura ravvicinata. Sopra è più facile ma ci sono dei tratti friabili specie sul finale. Sosta su tre chiodi.

L8
: Si sale la placca fessurata direttamente sopra la sosta. Dopo un vecchio chiodo si trova un tratto friabile che porta a un chiodo nuovo con cordino. Da qui si può prendere la variante a sinistra (non facile girare il bordo, passo di VI+) oppure proseguire dritti sulla via originale. La sosta più comoda è su un sasso incastrato con cordino da rinforzare.

L9/10:
Lungo la via Katia Monte.

Discesa
La discesa si può fare dalla ferrata o scendendo a piedi ad Arco. Materiale
Serie completa di fiends al #3 (può tornare utile avere doppie le misure medie), microfriends e stoppers. Martello e qualche chiodo non sono indispensabili ma su queste salite averli appresso è sempre una buona idea.





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Bellezza
Primi salitori
R. Bassi, S. Fruet, C. Faes, M. Degasperi 1980. Variante Gipù Ermanno Salvaterra, C.Gipponi 1980. Prima libera (OS) Giampaolo Calzà (Trota), Danny Zampiccoli primi anni '80
Autore scheda
Francesco Salvaterra, Guida Alpina
Versante
Est
Lunghezza dislivello
335m
Difficoltà
VII+/R3/II

Percorso



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