Pilastro Parmenide - Cima dell’Auta Orientale

Giorgio Travaglia
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Pilastro Parmenide: Pilastro Parmenide, Cima dell Auta, Dolomiti (foto Giorgio Travaglia)
Planetmountain
Bellezza
Primi salitori
Giorgio Travaglia e Stefano Valsecchi 1/2-8-2012 con un bivacco in parete. Due tentativi nell’agosto 2010 (Giorgio Travaglia e co.)
Autore scheda
Giorgio Travaglia
Versante
Sud
Lunghezza dislivello
500 metri (12 tiri) più 100m di II grado
Quota
2624m
Difficoltà
VI e A3+

Percorso



La via supera con arrampicata difficile e molto esposta il giallo pilastro orientale della Cima dell’Auta, soprannominato “Pilastro Parmenide” in nome del celebre filosofo di Elea. La prima parte dell’itinerario supera una serie di placche in arrampicata libera fino alla cengia basale della parete,  poi grazie ad una vistosa fessura gialla dove vi sono segni di tentativi precedenti, guadagna la base delle rocce gialle che caratterizzano il pilastro. Si superano allora quattro lunghezze di arrampicata artificiale impegnativa e molto esposta. Mediante una fessura si raggiunge la sommità del pilastro e da qui con due facili lunghezze e un canale, la cresta sommitale. La via è stata aperta con sistema Big Wall, sono stati usati circa 80 chiodi di cui circa 15 -tra soste e tiri- rimasti in posto assieme a 5 fix  da 8 mm di sosta piantati a mano e un rivetto di passaggio da 6 mm. Molti dei chiodi utilizzati sono stati spessorati con zeppe di legno. Ci auguriamo che gli eventuali ripetitori non facciano altri buchi e che levino i chiodi da loro utilizzati in modo da non modificare le difficoltà della via.
Accesso generale
Dal paese di Caviola (frazione di Falcade) si raggiunge l'abitato di Colmean dove si parcheggia. Accesso
Si segue il sentiero n.689 fino al rifugio Baita dei Cacciatori che può fornire un ottimo punto di appoggio. Si continua per il sentiero seguendo le indicazioni per la via normale fino ad un bivio, si segue il sentiero verso destra (indicazione "via normale"). Quando ci si trova sotto ad un canale pietroso si abbandona il sentiero e per il canale e prati ci si porta logicamente all’attacco in prossimita di un pilastro sulla sinistra di una zona di placche. (ore 1:30) Itinerario
1. Si attacca in corrispondenza di un pilastro staccato dalla parete (clessidra con cordino all’attacco), si risale la fessura poi a sinistra per placchetta e rampa fino ad un terrazzino sulla destra alla base di una fessura dove si sosta (IV e V).
2. Si sale la breve fessura che termina in una breve placchetta delicata (friend blu grosso) al termine della quale ci si sposta logicamente verso sinistra (friends e un chiodo levato) fino a sostare su un terrazzino soprastante, friends gialli in sosta. (VI- e V).
3. Orizzontalmente verso destra e poi brevemente in verticale fino alla larga cengia soprastante che si segue verso destra fino alla base della fessura gialla con due chiodi di sosta in posto. (V+).
4. Si arrampica il diedro-fessura per tutta la sua lunghezza superando al sue termine uno strapiombo proteggendosi con sassi incastrati frinds e 3 chiodi due dei quali risalenti ad un tentativo precedente. La sosta è su tre friends. (VI e 2 passi di A1).
5. Si supera una breve fessura sopra alla sosta, poi per un diedrino fino ad una zona di roccie più facili che conduce alla base delle rocce gialle e strapiombanti: la sosta è in corrispondenza di un pilastrino con un friend giallo e un chiodo in posto. (V-A0 poi IV e III).
6. Si attacca ora il pilastro giallo e strapiombante che caratterizza la salita (tirate fuori l’artiglieria perché ce ne sarà bisogno). Si parte verso sinistra in libera poi artificiale facile fino alla sommità di una lama staccata che si aggancia con un gancio grosso, poi verticalmente con chiodatura delicata fino alla sosta in una nicchia con 2 spit (V A1 poi A2 e un passaggio di VI).
7. Il prossimo tiro costituisce uno dei tratti chiave della via: per aprirlo nel 2010 ci vollero circa quattro ore e da qui il nome “Pancia delle quattro ore"; quasi tutti i chiodi vogliono zeppe di legno. Chiodatura molto delicata verticalmente sopra alla sosta con un passo su gancio, poi verso destra con chiodi e 3 passi su ganci, ancora logicamente verso destra fino ad una fessurina.  Circa una quindicina di chiodi lungo il tiro, 4 rimasti in posto. La sosta è al termine della fessura con uno spit e tre chiodi rimasti in posto. (A3 poi A2)
8. Il tiro chiave della via: assicuratevi di aver affilato bene i vostri ganci perché vi serviranno. Dalla sosta verso sinistra con 2 chiodi, poi si supera una placca verticale compatta con 6 passaggi su ganci e un rivetto, da quest’ultimo dovrete alzarvi per bene sulle staffe per raggiungere la fessurina soprastante e piantare un chiodo decente. Si sale tutta la fessura (2 chiodi ottimi in posto) poi al suo termine verso destra con chiodatura delicata e un passo su gancio.Sosta con uno spit e un chiodo lasciato, possibilità di mettere un friend grigio piccolo e altri 3 chiodi. (A3+ poi A1 e A2)
10. Con questo tiro arriverete alla fine della zona gialla del pilastro, ma vi farà faticare perché è decisamente più lungo degli altri e vuole una ventina di chiodi. Si sale la sottilissima fessura strapiombante a destra della sosta con fine chiodatura e qualche friend, ci si sposta verso destra grazie ad una lama  delicata che dovrete agganciare e chiodare cun cura. Poi su parete verticale puntando ad un pilastrino sopra di voi. Maneggiatelo con cura perché è decisamente fragile! Dalla sua sommità vi ci vorranno ancora 4 chiodi (uno rimasto) per arrivare a fare sosta con uno spit, un chiodo lasciato e possibilità di 2 friends medio-piccoli. (A2 continuo)
11. Adesso potete rimettere le scarpette! Si sale la fessura in libera per tutta la sua lunghezza fino alla sommità del pilastro Parmenide con. Friends medi e grossi e un chiodo levato. Sosta su massi (IV-V e A0-A1)
Dalla sommità del pilastro ci si sposta per 40 metri per un cengia alla base di una fessura e con 2 tiri di IV e V grado, prima verticalmente poi decisamente verso destra, si guadagna un ampio canale, se aguzzate la vista potrete scorgere il cavo della ferrata di discesa . Da qua 100 metri di I grado vi condurranno sulla cresta posta alla vostra destra. Questo tratto è in comune con la via “De Donà”, 2 chiodi in posto. Per raggiungere la cima vera e propria si segue brevemente il cavo metallico verso sinistra. Discesa
Dall'uscita della via sulla cresta si segue brevemente verso sinistra il cavo metallico della via normale fino sulla cima vera e propria (5 minuti). Per la discesa si segue il percorso in senso inverso fino all’uscita della via e si prosegue verso destra (est) seguendo il cavo metallico e la traccia di sentiero segnalato fino ad una sella erbosa ancora in direzione est traversano una cresta pianeggiante sino ad una seconda sella, quindi, al bivio si prosegue a destra per una rampa detritica con cavo metallico fino al comodo sentiero che costeggi la base della parete e conduce alla baita dei Cacciatori ( ore 1:30 circa) Materiale
Qualche chiodo a punta molto corto, 10 chiodi a punta corti, Chiodi a punta medi    , Universali corti e sottili, Chiodi a lama corti e lunghi, indispensabile uno sottile e corto, Chiodi a U, lunghi, medi e uno corto, Un gancio Petzl, Un Grappling  Blackdiamond, Un Taloon  Blackdiamond, Un cavetto per strozzare i rivetti, Una serie di friends: raddoppiare il giallo e il viola, microfriends. Note
Tempo di salita: primi salitori 2 giorni tornando a dormire al rifugio (2010), più due giorni per il tentativo finale di 2 giorni con un bivacco in parete. Per una ripetizione calcolare almeno un bivacco in parete e due giornate piene.




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Giorgio Travaglia e Stefano Valsecchi 1/2-8-2012 con un bivacco in parete. Due tentativi nell’agosto 2010 (Giorgio Travaglia e co.)
Autore scheda
Giorgio Travaglia
Versante
Sud
Lunghezza dislivello
500 metri (12 tiri) più 100m di II grado
Quota
2624m
Difficoltà
VI e A3+

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