Intervista a Leo Houlding

L'inglese Leo Houlding, uno dei protagonisti più conosciuti nel mondo della montagna e dell'arrampicata.
Leo Houlding non ha certo bisogno di presentazioni. Climber, alpinista, ma anche amante dello snowboard, surf, skydive, base jump e della natura Houlding è uno dei protagonisti più conosciuti nel mondo della montagna e dell'arrampicata.
Alcuni anni fa, il (giovane) inglese del Lake District ci era stato presentato da Lynn Hill che per lui aveva speso parole piene di sincera stima. Ora, dopo questa intervista, siamo sicuri che Lynn di Leo volesse segnalarci non solo l'indubbia "classe arrampicatoria" ma anche qualcosa di più profondo e bello.


Molti pensano che i climbers e gli alpinisti sono un po’ pazzi. Molti alpinisti e climbers pensano che Leo Houlding sia un po’ matto… Tu che ne pensi? Com’è nata la tua passione per l’arrampicata?
Credo che tutto il mondo sia pazzo, in particolare le politiche estere dell’occidente. Non credo di essere pazzo. Mi piace sperimentare i miei limiti e amo la magia delle pareti e delle montagne. Soprattutto amo le scimmie con cui godiamo questo parco giochi... Sono nato e cresciuto nel Lake District inglese, un parco nazionale e forse il luogo di nascita dell’arrampicata moderna, con salite e vie aperte fin dal 1850. A mio papà piaceva camminare e con un amico abbiamo iniziato ad arrampicare quando avevo 10 anni. Odiavo gli sport di squadra ed ero entusiasta di aver trovato un’attività che mi affascinava. Dopo aver letto un po’ di storia dell’arrampicata e dopo aver incontrato dei personaggi meravigliosi (come Johnny Dawes), sono stato catturato da quell’atmosfera non conformista e contro-corrente che esiste nei migliori posti d’arrampicata del mondo. I valori diversi e le vite piene d’azione di queste persone mi sembravano davvero attraenti.

Cominciamo da qualcosa che ci aveva colpito: la tua salita di Lord of the Flies sul Cromlech. Per un britannico questo E6 6a (scala britannica) significa tutto. Tu l'hai salito a 15 anni, alle 2 di notte, con la lampada frontale. Cosa ha significato per te? E, soprattutto, come ti è venuto in mente di farlo?
Era stata una settimana molto piovosa in Galles. Avevo trascorso le mie vacanze estive in tenda nella valle vicino al paese di Llanberis, arrampicando un sacco ed incontrando persone che ancor oggi sono i miei amici più cari. Uno di questi è Tim Emmett. Eravamo nel The Heights (il pub dei climbers), era una settimana che non arrampicavamo. Aveva smesso di piovere nel tardo pomeriggio, ma era prevista pioggia anche il giorno dopo… quindi, Tim ha suggerito di andare ad arrampicare dopo il “last orders”, cioè dopo la chiusura del pub… alle 23,00. Chris Wentworth è venuto con noi. Tim ha salito Right Wall, E5 6°, poi io sono salito su Lord of the Flies, una via con una grande reputazione di arrampicata sostenuta e seria. L’avevo già fatta una volta in passato, ed ero molto fiducioso. Ma la mia frontale è morta sul passaggio chiave, e ho dovuto scendere arrampicando e nel buio totale per tirare su un’altra lampadina, in una posizione dove non puoi né cadere né appenderti alle protezioni veloci. Tim ha poi fatto Nightmayer E8 6c (F7c+) con la corda dall’alto. E’ stata la prima di tante altre avventure con Tim, che molti possono descrivere come delle cose “da pazzi”. Per me, invece, è stata l’essenza dell’esperienza. Ci siamo divertiti così tanto e la motivazione è arrivata soltanto dal desiderio di divertirsi. Arrampicare di notte si è rivelato bellissimo e l’ho rifatto molte altre volte. E’ un buon esperimento per testare i propri limiti.

Il tuo iniziare con l'arrampicata tradizionale in Inghilterra, ovvero con salite audaci e al massimo livello, quanto ha influito nelle tue salite?
Non mi piace piantare spit, ma non mi piace neanche toglierli, e mi piace abbastanza anche “clipparli” quando ho paura. L’avventura è ciò che mi stuzzica di più e troppi spit uccidono l’avventura. Credo sia meglio fallire in uno stile superiore che riuscire in qualsiasi stile. Però la libertà di queste pareti e la mancanza di regole e regolamenti ferrei sono i motivi per cui amo l’arrampicata, e dobbiamo preservare il diritto di ciascuno di vivere i propri brividi e le proprie gioie. Sicuramente la mia educazione di “arrampicata tradizionale britannica” mi ha influenzato molto, ma ho anche viaggiato molto e ho frequentato altre culture d’arrampicata, specialmente in Yosemite, per apprezzare altri stili ed etiche.

Non c’è dubbio che Yosemite sia uno dei tuoi ambienti preferiti. Solo per citare qualcuna delle tue salite: nel 1998 la ripetizione di El Nino (il giorno dopo la prima libera dei fratelli Huber), nel 2001 la Leaning Tower, nel 2005 la parete NW dell’Half Dome e Freerider sul El Capitan: perché Yosemite? E com’è la Valle per viverci?
Yosemite è una Never-Never land (l’Isola che non c’è, di Peter Pan ndr), noi siamo i Lost boys e i Rangers sono Captin Hook! Non ci prenderanno mai! Le scimmie fanno sempre tutto! Questo posto è magico. Metà wilderness, metà parco tematico. All’inizio è semplicemente troppo in termini di grandezza, stile ed impegno. Poi, dopo un paio di stagioni e con la conoscenza dettagliata di un paio delle sue tecniche speciali, degli accessi e delle discese diventa un parco giochi, un posto dove testare stili ed idee. Sono stato fortunato ad aver arrampicato con i locals della Valle, questo è cruciale per apprendere velocemente l’abilità del gioco. Di nuovo: la cosa migliore di questo posto è la sua comunità internazionale, formata da persone che la pensano nella stessa maniera. In questo momento sono proprio quì, a Yosemite, ed oggi ho parlato con climbers di 10 nazioni diverse, e ora ho compagni e posti dove stare in ogni paese del mondo. Non conosco nessun altro luogo dov’è possibile incontrare così tanta gente in gamba e con così tanti background diversi.

Leo Houlding è più climber o più alpinista? Ha importanza per te questa distinzione? E, se c’è, dove sta per te la differenza?
Sicuramente più un climber ma amo le montagne. Faccio anche snowboard, surf, skydive, base jump e altre attività. Mi piace la natura e raccogliere le opportunità che mi offre.

L'incidente in Patagonia, nel 2002, è stato un punto di svolta per te? Ti ha cambiato? Ci racconti quei momenti e… il dopo?
Mi sono rotto, molto male, l’astragalo della caviglia destra in una caduta di 20 metri sul Cerro Torre. Stavo cercando di liberare una parete molto difficile che sarebbe stata di A1 in artificiale. E’ stata una cattiva decisione e ho pagato il prezzo: un anno fuori dall’arrampicata. Sento che adesso non prenderei la stessa decisione se fossi nelle stesse identiche circostanze. Detto questo, l’incidente ha avuto un forte e profondo effetto sulla mia vita, ho realizzato che c’è molto di più nella vita che movimenti difficili e vie lunghe chilometri. Ho guardato nel futuro e ho fatto degli investimenti finanziari prudenti che stanno già portando dei frutti. Posso tranquillamente dire che oggi non sarei dove sono e quello che sono se non avessi preso quella cattiva decisione, e sono contento di averla presa. Credo che la mia comprensione dell’importanza che ha l’apprezzare il momento e la compagnia degli amici più che la realizzazione è in parte dovuta all’incidente.

Vie tradizionali, solitarie, big wall, spedizioni, salite speed... cosa ti “prende” di più?
Dipende dal compagno. Ma in questo momento Fast-Free-Para-Alpinism (salite veloci in libera e discesa in volo con il paracadute ndr) mi sta prendendo alla grande. E’ una combinazione di tutte queste cose, con discesa in paracadute. Se dovessi, invece, scegliere solo uno stile di arrampicata sarebbe probabilmente quello del Deep Water Soloing. E’ esilarante, divertente e avventuroso con quasi nessuna sofferenza e pochi rischi seri.

Raccontaci cosa cerchi (se cerchi qualcosa) nelle tue salite. E qual è lo stile che preferisci?
A-vista in giornata sempre arrampicando in libera, questo è il mio stile preferito ma, se non mi riesce, prendo tutto quello che c’è da raccogliere. Cerco ricordi che potrò portare con me fino alla mia morte ed esperienze che m’illumineranno, forse?

Che rapporto hai con i tuoi limiti e come cerchi di migliorarli?
Andiamo d’accordo piuttosto bene. Ho più fiducia in me conoscendo i miei limiti ma fatico più che mai a spingermi oltre senza conseguenze severe. L’allenamento e le “finanze” sono i miei fattori limitanti.

Evoluzione: dove sta andando secondo te l’arrampicata sulle grandi pareti? E l’alpinismo?
Fast, Free, primo tentativo, poi giù… volando! Lo stesso vale anche per le grandi montagne.

Se dovessi convincere qualcuno ad arrampicare o a salire le montagne cosa gli diresti?
Quand’è stato l’ultima volta che hai dormito sotto le stelle? L’ultima volta che hai visto l’alba nella wilderness? L’ultima volta che ti sei confrontato con le tue paure e hai vinto? Condividere un’avventura in montagna con un persona a cui vuoi bene è qualcosa che non dimenticherai mai.

La tua parete perfetta?
El Cap – non esiste qualcosa migliore della perfezione. Sto ancora cercando qualcosa così grande ma più ripido per il prossimo esperimento!

Le mie vie preferite:
Pilastro Casarotto – lungo un miglio, una giornata lunghissima
Freerider
– la via più semplice sul Capitan
El Nino
– Miglior performance
NW face Half Dome
– un altro viaggio che vale il mondo!
The Passage to Freedom
- incredibile
The Sheild - Kjerag, Norvegia
– stile perfetto, la mia prima salita in libera di una big wall
Fiesta del Bisceps, Roglos – semplicemente incredibile
Stanange Plantation arete circuit
– movimenti bellissimi, roccia speciale (Cresent arete, breadline, Arch angle, Not to be taken away, Big Air, Don, White wand, Ullysess)
Milstone big 5 circuit - 5 minuti a piedi da casa: London Wall, White wall, Green Death, Great Arete, Edge lane.
Lord of the Flies – apre gli occhi
Conan the Librarian, Gogarth – ghiaia strapiombante!
Dream of white horses, Gogarth - solo 5+ con molto vuoto sotto!
The Rainbow, Slate
– placca liscia, runout.
Lulworth cove Deep water solos
- perfetto Deep Water Soloing.


Note: LEO HOULDING
il momento più bello: sposare mia moglie Jessica. Salire la mia prima via dopo un anno di non-arrampicata.
il momento più brutto: perdere Jose, Roberta, MC e Duane.
l'arrampicata è: senza senso ma allo stesso tempo in qualche maniera con un senso. Ovviamente è divertente
se potessi cambiare...: volerei
il mio libro:
The Prophet, di Kahlil Gibran
il mio fumetto: Batman
la mia canzone:
The Prophet, DJ Beetle o She moves in her own way, The Kooks
butterei giù dalla torre: fondamentalismo, grandi disuguaglianze.
ammiro chi:
dà più di quello che riceve
non ammiro:
l’egoismo
amo:
la vita
odio:
il brutto tempo quando sono sulle vie
la domanda a cui non vorrei mai rispondere:
perché arrampichi?
la domanda che non mi hanno mai fatto:
perché credi di essere cosi sfortunato?
Sponsors: Berghaus, Audi, DMM, Five-Ten, Adidas eyewear



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