Eider Articheski
E' nata per il
grandissimo freddo questa tuta. Per le temperature estreme delle alte
quote e delle regioni artiche. Non a caso, per la sua realizzazione, la
Eider si è affidata all'esperienza di Jean Troillet (sull'Everest nel
2002) e a Mike Horn (con le sue spedizioni al Polo Nord del 2002-2004).
Perché è solo sul campo, quello vero dei territori 'limite', che capi
come questi possono dimostrare la loro validità. Sono essenziali: da
loro infatti può dipendere anche la sopravvivenza... Per questo noi vi
proponiamo un test d'eccezione, una prova vera: quella di Mario
Lecedelli che con l'Articheski è arrivato in cima al K2 per coronare il
sogno e l'appuntamento di una vita.
DIARIO K2 2004
Ore
22.00 (Nepal time) del 27 luglio 2004: Mi sveglio, se così si può dire
visto che non ho dormito praticamente niente, e comincio a prepararmi:
a mezzanotte si parte per la cima del K2.
Ho "dormito" con
l'Articheski, il tutone Eider per l'alta quota, e adesso lo indosso
completamente, cioè con il fantastico e utile gilet interno in pile
elastico e poi... hop le maniche. Il tutone è stato un ottimo compagno
in questi ultimi giorni: l'ho indossato a partire dal campo 2 a 6600
mt. anche se basterebbe usarlo dal campo 3 a 7500mt. in su, ma ho
preferito averlo addosso anziché nello zaino. Finora si è rivelato
perfetto e spero di aver azzeccato l'intimo (non eccessivo) che ho
indossato sotto.
Mezzanotte, si parte! Altri avrebbero voluto
partire alle 2.00 am., ma io sentivo che sarebbe stato meglio 2 ore
prima e si è rivelata una "sensazione giusta".
Dopo circa nove
ore e mezza arrivo in vetta con Luciano: fantastico! 40 minuti a
godermi il sogno di una vita e poi giù... Arrivati alla sella comincia
la bufera e mi vengono in mente le discussioni fatte prima della
partenza durante la scelta dei materiali: forse il tutone in gore Dry
loft è troppo pesante, altri dicevano. Io ho sempre sostenuto che era
meglio così; e se per caso bisogna bivaccare fuori o se ci becchiamo
una bufera?... Ed eccola puntuale: è proprio una di quelle famose
bufere del K2 che io e Luciano ci siamo beccati e che è costata la vita
a 3 alpinisti.
Ho ringraziato il tutone e tutta la sua
meravigliosa piuma 90/10 che mi ha tenuto caldo in quella lunga
discesa: alla fine più di 2 giorni, con sosta a 8000 mt. e 6600 mt.,
prima di arrivare al campo base.
Si, è ottima l'Articheski; forse un
po' delicata se usata su terreni misti impegnativi tipo il "Camino
Bill"dove è facile strapparla visto il nylon usato, super leggero ma
anche delicato, comunque rinforzato a dovere sui punti necessari come
gambe, ginocchia, spalle.
Ho perso un po' di chili su questa
montagna e anche un po'... di piume, un piccolo e "leggero" ricordo
della Eider al K2. Ora a 8 mesi di distanza mi stò infilando sotto un
bel piumino, ma sono in un letto ed il ricordo della tenda e di me
dentro al tutone sulla vetta e nella bufera è sempre vivo.
Con "calore" al mio tutone rosso Eider.
Mario Lacedelli