Matteo Rivadossi
Bellezza
Primi salitori
Matteo Rivadossi e Giorgio Mauri 09/2011
Autore scheda
Matteo Rivadossi
Versante
Sud
Lunghezza dislivello
700m
Difficoltà
VIII+/IX-

Percorso



Via Gotica è stata aperta dal basso da Matteo Rivadossi e Giorgio Mauri nel settembre 2011 (il 3, 10 e 16-17 con un bivacco). La via è una direttissima tutta in arrampicata libera attraverso le placche più compatte della monumentale parete sud della Quota 2900 del Cornetto di Salarno, Gruppo dell'Adamello. Su queste lavagne di granito perfetto, sempre leggermente appoggiate, caratteristica è l’aderenza spesso alternata a tratti verticali in fessura e a piccoli strapiombi.
Accesso
40 minuti dal Rifugio Prudenzini seguendo il sentiero per Bivacco Jannantoni. Raggiunta la quota dell’Avancorpo, traversare facilmente per pendio erboso. La via inizia esattamente tra il margine destro dell’Avancorpo e la conosciuta Dottor Gore-tex e Mr. Pile presso placca compatta. Visibili i primi spit. Discesa
Con comodissime doppie lungo la via. Saltare S13 e S10 poi da S3 a piedi lungo la Cengia dei Camosci (passi di II-III) oppure continuando in doppia verso l’attacco. Materiale
Tutti gli spit e i chiodi usati sono stati lasciati. Indispensabili solo serie di friends e dadi. Utile il martello per ribattere eventuali chiodi. Corde da 60m. Note
Il Rifugio Prudenzini (2235 m) è raggiungibile in 2h e 30 da Fabrezza, località posta a 1435 m nel comune di Saviore dell’Adamello (Bs). Nella stagione estiva viene ottimamente gestito nella da Giorgio Germano (tel. 3296454242).

Da segnalare che Gotica è stata salita ma anche attrezzata dal basso in arrampicata libera ad eccezione di 6 “piedi” in A0 finalizzati solamente a piazzare alcuni spit altrimenti impossibili: 2 staffando un anello di fettuccia su cliff naturale e 4 appoggiati su placchette di spit sottostanti.  Proprio il posizionamento di  tutti gli spit a mano (ben 58 di cui 23 alle soste), spesso in equilibrio sui piedi e molto lontani dalle protezioni, ha significato ovviamente un lavoro immane. Ma risponde alla precisa scelta di rispettare lo stile ed il contesto storico della Val Salarno e dei suoi primi valorizzatori. La prova che, ormai quasi trent’anni dopo, a mano si può fare ancora moltissimo. La maniera migliore per dissuadere eventuali futuri frequentatori dal trapano facile. Anzi, un accorato appello: no ai fix in Val Salarno, per favore! Nemmeno per rinchiodare!





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10/01/2012 Giorgio Germano
Grande Matteo Rivadossi e pure Giorgio.Ho seguito l appertura dal rifugio,splendido lavoro!!!!