Gerardo Re Depaolini e il Progetto Poster del Verdon

Intervista di Carlo Caccia al Ragno di Lecco Gerardo Gerry Re Depaolini prima della partenza per le Gole del Verdon in Francia dove tenterà, nell’arco di un anno, di scalare tutte le 80 vie d’arrampicata raffigurate nel famoso poster del Verdon.
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Gerardo Re Depaolini su Mort Subite nel Verdon
archivio

Per molti sarebbe rimasta un’idea irrealizzabile a priori: un sogno e basta. Per Gerri, al secolo Gerardo Re Depaolini, no: lui ci vuole provare, mettendocela tutta per arrivare in fondo. Che poi, a ben guardare, non c’è nessun traguardo: l’obiettivo vero è proprio l’esperienza, il cammino in sé che in qualche modo è già cominciato. Chi conosce Gerri – che ha sessant’anni, un’anca rifatta da poco, un carattere diciamo “roccioso”, un sacco di storie da raccontare e tanta voglia di viverne di nuove – è un bel po’ che ne sente parlare: il Verdon, il poster delle ottanta vie e dodici mesi per scalarle tutte. Poi sono arrivati il Coronavirus, il lockdown, i confini chiusi, mille punti di domanda… e il gran progetto sembrava sull’orlo del rinvio al 2021, come le Olimpiadi. E invece no: quando la situazione ha cominciato a raddrizzarsi, l’indomabile Ragno di Lecco è uscito dalla tana, ha perfezionato gli ultimi dettagli e ora è pronto per la grande avventura, il suo viaggio dell’anima nelle Gorges per antonomasia.

Come ti è venuta in mente un’idea del genere?
Guardando e riguardando quel vecchio poster del Verdon, con le vie tracciate sulle pareti, che tengo appeso in soggiorno. Ho pensato: perché non provare a vivere come i vagabondi della scalata che hanno reso mitico quel luogo? A prima vista potrebbe sembrare facile e divertente, ma alla fine è qualcosa che comporta anche rinunce e sacrifici, ben diverso dall’andare ad arrampicare stando a casa propria.

Quando comincerai?
Pensavo di cominciare il 5 giugno, il giorno del mio sessantesimo compleanno, ma non è stato possibile. Così, per scegliere un’altra data simbolica e fare un piccolo omaggio alla Francia che mi ospita, partirò il 14 luglio, anniversario della presa della Bastiglia.

E come ti organizzerai?
Dal punto di vista logistico la faccenda è abbastanza complicata: basti pensare a tutto il materiale che mi serve. Inizialmente mi piazzerò al campeggio di La Palud-sur-Verdon: io dormirò sul furgone e i compagni che mi raggiungeranno avranno a disposizione una grande tenda. In seguito, con l’arrivo del freddo, cercherò un appartamento.

Ottanta vie in un anno, considerando le bizze del tempo e i possibili imprevisti, non sono poche…
Lo so, ma ogni cosa fa parte del gioco. In verità non escludo di prendermi anche delle pause perché le vie sono numerose, come dici, ma alcune sono brevi e non troppo impegnative. Ciò che mi preoccupa maggiormente è trovare le persone, degli amici disposti a condividere il progetto. Anche se alcuni, naturalmente, mi hanno già dato la loro disponibilità.

Al di là del poster, perché hai scelto proprio il Verdon per un’esperienza del genere?
Perché è un simbolo, che negli anni Ottanta del secolo scorso rappresentava l’essenza dell’arrampicata: insieme alla Yosemite Valley era il luogo dove tutti volevano andare. Noi eravamo scalatori classici, abituati al nostro orticello. Poi siamo finiti lì e ci siamo ritrovati totalmente inadeguati: in Verdon bisognava arrampicare davvero, non si poteva salire tirando i chiodi come si faceva altrove.

Quando lo hai scoperto?
La mia prima trasferta è del 1984, quando se ne parlava da poco. All’inizio ci andavo anche un paio di volte l’anno ma in seguito, per impegni vari, le visite si sono diradate. Ma questa volta voglio proprio godermelo, senza fretta, realizzando un desiderio che sto covando da almeno un paio d’anni.

Perché consideri il Verdon un posto speciale?
Mi viene in mente la qualità della roccia. E poi lo stile, tecnico, che mi piace tantissimo: è lo stile degli anni Ottanta, con quei giochi di equilibrio che mi danno una profonda soddisfazione. Senza dimenticare che si tratta di vie “con l’anima”, che parlano di chi le ha aperte: non sono state tracciate per passare il tempo o per riempire un spazio vuoto.

Quali sono le tue preferite e quelle che vorresti salire?
Sono tante: è difficile rispondere! Così, senza pensarci troppo, ti direi Ula – che ho salito anche dopo la schiodatura, vivendo un’esperienza totalmente diversa rispetto alla volta precedente –, Pichenibule, La fête des nerfs, El topo, L’ange en décomposition e la durissima Mingus, anche se non è tra quelle del poster. A questo proposito penso che farò qualche piccola sostituzione, escludendo vie non eccezionali per comprendere linee stupende come Surveiller et punir e Golem. Diciamo che il poster è l’ispiratore del progetto, ma ci sono possibilità per rendere il tutto ancora più bello e interessante.

Quante vie del poster hai già salito? Le rifarai?
Ne ho già salite oltre una ventina e sicuramente le rifarò. Ce ne sono alcune, penso in particolare a quelle fisiche in fessura, che mi daranno del filo da torcere… insomma: prevedo dei gran baltoni!.

Hai qualcuno, intendo uno o più sponsor, che ti supporta?
Nessuno: sono lo sponsor di me stesso. Ho realizzato anche delle magliette, per me e per i miei compagni, pagate di tasca mia, con la mia attività di risuolatore.

A proposito: come faranno i tanti climber che si affidano al tuo lavoro?
Li abbandonerò per un po’… Mi spiace, davvero, ma ho proprio voglia di vivere questa esperienza: sento che devo provarci per non pentirmi, in futuro, di non averlo fatto.

Mi sembra di aver capito che l’invito a partecipare è esteso a tutti…
È un’idea per chi se la sente, per chi vuole arrampicare nel Verdon. Basterà contattarmi per organizzare, tenendo presente che alcune vie sono già "prenotate".

Ad esempio?
La demande, che scalerò con Enrico Rogora. Enrico, per chi non lo sapesse, è il papà di Laura: un grande amico di Legnano che conosco da anni.

E quando sarai là, tutto preso dal tuo progetto, come faremo a seguirti?
Sul mio profilo Instagram e visitando il blog pensato per questa avventura. Lo aggiornerò con racconti, foto e commenti, per condividere il mio sogno con più persone possibile. Il blog è già online e, chi volesse, può farci un giro e leggere le mie prime elucubrazioni. E adesso… beh, mi sembra di aver detto tutto: a pochi giorni dall’inizio, non vedo l’ora di cominciare!

SCHEDA: Arrampicare nelle Gorges du Verdon

LE VIE
1 La Souricière
2 Spaggiari
3 Bottes Surbottes
4 Gueule d’Amour
5 Eperon des Bananes
6 Belle Fille Sûre
7 Virginie
8 Écho Logique
9 Chemin de la Gième
10 Chrysalis
11 Fête des Nerfs
12 Pillier Gousseault
13 Le Genie des Alpages
14 Gravities Rainbow
15 Toboggan de la Mort
16 Un Petit Coin de Paradis
17 Voyage de la Mandarine
18 Armoiraprods
19 Les Filles Sales di Métier
20 Virilimité
21 Rêve de Fer
22 L’Ange en Décomposition
23 Fenrir
24 Barbapoupon
25 Pain et Chocolat
26 Troisième ciel
27 Polpot
28 Douk douk
29 Topo Hallucinogène
30 Naziaque
31 Gravatation
32 Kaboube-Six fois Zette
33 Délirium très Mince
34 Ticket danger
35 Papy on sight
36 Mami Nova
37 Gaffe dans le dos
38 Biscotte Margarine
39 Rideaux de Gwendal
40 Pichenibule
41 Prises Uniques
42 Trous secs
43 Afin que nul ne meure
44 Dalles Grises
45 L’Arabe Dément
46 Atout Cœur
47 Les Ecureuils
48 Toujours plus près
49 Mangoustine Scatophage
50 Les Barjots- Footcroute
51 Megafoot
52 Coup d’Etat
53 Au delá du delire
54 Ula
55 Le Vent des Errances
56 El topo
57 La Demande
58 Nécropolis
59 Solanuts
60 Massacre à la Tronçonneuse
61 Baiser sanglant
62 Gaëlique
63 Le Purgatoire
64 Symphonie du Temps
65 Nos Amies les Bêtes
66 Trionphe d’Eros
67 Los Alfaquès
68 Luna Bong
69 Nécromicon
70 Troglobule
71 Caca Boudin ou les grands navires
72 Eperon Sublime
73 Nyctalopes
74 Tuyau d’Orgue
75 Guy Héran
76 Les secrets de la mer rouge
77 Mescalito
78 Interlope
79 Castapiagne Rouge
80 Dérobée




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