Adam Ondra, l'intervista dopo i 100 x 9a

Intervista al climber ceco Adam Ondra dopo la sua 100° via d'arrampicata sportiva dal 9a in su.
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Adam Ondra dopo la ripetizione di Made in Poland a Wielka Cima, Polonia, la sua 100° via d'arrampicata sportiva dal 9a in su.
Petr Pavlicek
Nel cricket – lo sport più eccitante o noioso al mondo, a secondo con chi parli – quando il battitore segna 100 punti si chiama a "century", un secolo, cento. Riuscire a fare un secolo è un risultato talmente impressionante che viene sempre premiato con una standing ovation: spettatori, compagni di squadra e anche gli avversari applaudono e la prestazione, giustamente, viene registrata negli antichi libri di storia del cricket. E' qualcosa di importante insomma. Ecco, qualcosa di simile è appena accaduto nell'arrampicata sportiva – lo sport più eccitante o noioso al mondo, a secondo con chi parli - e l'uomo che ha appena segnato cento è ovviamente Adam Ondra che ieri, in Polonia, ha salito la sua 100esima via gradata 9a o ancora più difficile. Sì, giusto, Adam Ondra, il ragazzo ceco che quasi un decennio fa era stato individuato come giovane prodigio dell'arrampicata sportiva, è cresciuto e maturato per diventare uno dei più bravi arrampicatori sportivi mai visti finora. Nel diventarlo Ondra ha, appunto, salito l'incredibile somma di cento vie gradate 9a o più. Per la precisione: 68 9a, 20 9a+, 9 9b e 3 9b+.

Questa "mission" dei 9a di Ondra è cominciata nel 2006 quando, a soli 13 anni, ha salito la via Martin Krpan nella falesia slovena di Misja Pec. Da quel momento Ondra ha dimostrato tutto il suo valore non solo nelle falesie di casa, nella Repubblica Ceca, ma in tutto il mondo. E - vale la pena sottolinearlo - su tutti i tipi di terreno, dalle ultra-strapiombanti vie di resistenza alle cortissime vie esplosive e boulderose. E anche con tutti gli stili, ovvero rotpunkt di vie esistenti, prime libere di progetti e anche salendo 9a a-vista. Per la cronaca, le tre vie più difficili del mondo sono state tutte liberate da lui, e anche se Ondra non è riuscito nell'ambita e storica prima mondiale di un 9a a-vista (pur avendo salito a-vista più di quindici 8c e aver sgradato alcuni ex 9a), nel frattempo è riuscito a salire ben tre 9a nello stile più pulito. Vale inoltre la pena ricordare che in tutto questo, Ondra ha anche eccelso nel boulder (fino all' 8C+, il massimo assoluto), sulle vie di più tiri (la prima ripetizione in giornata di Silbergeier, e le prime libere di Wogü e Tough Enough vengono subito alla mente) e nelle competizioni (nel 2009 ha vinto la Coppa del Mondo Lead, un anno più tardi ha vinto la Coppa del Mondo Boulder, mentre in questa stagione si è laureato Campione del Mondo Lead e Boulder). In breve, i risultati di Ondra sono difficili da ignorare e non hanno bisogno di ulteriori spiegazioni. Cento vie di 9a ed oltre sono la testimonianza dell'enorme talento di Ondra, della sua raffinata tecnica, della sua forza e della sua enorme volontà che hanno spianato la strada dal passato verso il futuro. Verso questi cento 9a, che devono essere celebrati.


Cento 9a... siamo sbalorditi. Ma per te, cosa significa tutto questo?
Il numero mi sembra incredibile! Anche oggi il 9a rappresenta davvero un alto livello di difficoltà, dove devo provare duramente per riuscirci. Il fatto che abbia già salito così tanti 9a deve essere perché scalo a questo livello da tempo, anche se il primo 9a me lo ricordo come fosse ieri: Martin Krpan a Misja Pec, a 13 anni.

Di tutte le vie che hai salito nel frattempo, quali sono stati i momenti più belli e perché? E i momenti peggiori?
Ci sono stati così tanti bei momenti che davvero non riesco a scegliere quelli più emozionanti. Potrebbero essere le mie prime salite più difficili, come Change o La Dura Dura, semplicemente perché ho aspettato il momento della prima libera per così tanto tempo. E anche perché ho fatto un sacco di fatica. Ma a parte le più difficili, ho anche altri bei ricordi. Come la prima salita di Climb for Life 9a in Sicilia o le ripetizioni delle classiche vie di Alexander Huber, come Om o Weisse Rose. Perché tutte queste vie sono veramente affascinanti. Per quanto riguarda le brutte esperienze, davvero non riesco a pensare ad episodi negativi. In fondo, tutti noi arrampichiamo perché ci piace, vero? E anche se il processo della rotpunkt può risultare difficile o addirittura frustrante, quando si raggiunge la catena senza cadere è sempre gratificante.

Cento vie di 9a o più difficili. Ma anche oltre 230 vie di 8c. L'8c lo consideri ormai "facile"?
Mettiamola in questo modo: la maggior parte degli 8c mi sembrano molto più "casual". Ho fatto un 8c al buio con la lampadina frontale, salito a vista un 8c durante un difficilissimo periodo di allenamento. Il 9a invece, rispetto all' 8c, mi sembra davvero "pauroso". Ma questo dipende anche ovviamente dal livello che hai. Attualmente ho quello stato di forma in cui l' 8c è "casual", mentre il 9a rimane impegnativo. Detto questo, se faccio tre settimane di riposo, farei fatica a salire un 8c.

Quali 9a non sono sulla tua lista che ti sarebbe piaciuto aver salito, e perché? E anche quali 8c?
Vorrei salire alcuni vecchi classici che non ho ancora fatto, come Hubble (Ben Moon, Raven Tor, 1990) o The Big Bang (Neil Carson, Lower Pen Trwyn, 1996) in Gran Bretagna, Qui (9a, Stefan Fürst a Geisterschmiedwand, Austria), Agincourt (Ben Moon, 1989) o Le Minimum (Marc Le Menestrel, 1986) a Buoux, Dschungelfieber (Reinhold Scherer, 1992), a Dschungelbuch. E poi ci sono sicuramente Eternit e Roby present di Manolo. Voglio salire tutte queste vie che sono in qualche modo storicamente significative, per poter avere un punto di riferimento.

Il che porta diritto alla prossima domanda: nei primi anni hai investito molto tempo a ripetere le vecchie vie "test" di tutta Europa e questo ti ha ovviamente messo in una posizione privilegiata per poter parlare del passato. C'è qualche via che si distingue in particolare?
Una via che viene subito in mente è sicuramente Hubble, salita da Ben Moon nel 1990 a Raven Tor in Inghilterra. Potrebbe essere più logico chiamarla un boulder di 8B+, perché non devi nemmeno clippare la corda nel passo chiave visto che parti già con la corda nel primo rinvio. Se lo paragoni al boulder, il grado massimo nel 1990 era 8A+! Il primo 8B è stato fatto nel 1992 (La Danse de Balrog a Branson, da Fred Nicole), mentre il primi 8B+ quattro anni più tardi, nel 1996! Radja a Branson, ancora una volta da Fred Nicole. Messo in questo contesto, Ben Moon era sicuramente molto più avanti rispetto al suo tempo!

Tornando ai 100 9a: più che il numero in sé, quello che ci sembra interessante è che le vie che hai fatto sono di tutti i tipi, dai super strapiombi alle lisce placche verticali...
Sì, anche a me questo sembra interessante. Alcuni anni fa molti credevano che il futuro delle durissime vie passasse solo dallo strapiombo. Ma il tempo ci ha dimostrato che è possibile progredire su tutti gli stili di arrampicata. E anche per me è stato sorprendente vedere come può essere un 9a verticale: questo mi ha aperto la mente su quello che effettivamente può essere salito su terreno verticale! Ho scoperto che prese che avevo considerato come inesistenti erano invece degli elementi cruciali per questo tipo di scalata. L'arrampicata sportiva potrebbe specializzarsi ulteriormente, ma per me la cosa più interessante è trovare una via che richiede un controllo totale di tutte le capacità necessarie nell'arrampicata. E Change, a Flatanger in Norvegia, per me rappresenta questo tipo di via.

A proposito, nella lista non ci sono "solo" 100 ripetizioni, ma anche numerose prime salite. Come la vedi?
Per me non fa molta differenza se salgo un progetto aperto a tutti o una via già liberata. Riuscire a fare la prima salita di un progetto aperto a tutti significa soltanto che l'ho provato prima di altri. Ma individuare e spittare una propria via è diverso, lo considero come una esperienza personale, la mia avventura personale. Amo l'intero processo della creazione di una via nella roccia vergine, è bellissimo. Detto questo, nel mondo dell'arrampicata credo che il valore attribuito ad un prima rotpunkt sia un po' esagerato.

L'elenco comprende tutte quelle vie che ritieni siano da 9a. Ma hai anche salito molte altre che erano gradata 9a, che hai poi sgradato. Se non l'avessi fatto, avresti raggiunto questo traguardo molto prima, no?
Potrebbe essere vero. Ad essere onesto, non ci faccio caso più di tanto, ma è possibile vedere tutto sulla mia scorecard sul sito 8a.nu. Per quanto riguarda la gradazione di una via, ho sempre cercato di essere onesto e se mi sentivo di sgradare una via, l'ho sempre suggerito. Ma non l'ho mai fatto per sembrare "coraggioso e umile". L'onestà è la chiave di tutto.

Ci hai sorpreso alcuni anni fa, quando da giovane ci avevi raccontato che, tra un tentativo e l'altro, a volte aspettavi fino a 4 ore. Adesso, con così tante vie da te salite, hai notato qualche cambiamento fisico?
Ancora adesso faccio un riposo così lungo se la via è al mio limite e se la via richiede grande resistenza. A volte ho bisogno di 48 ore per recuperare completamente! Ma tutto dipende dalla via. Alcune vie sono così boulderose ed intense che è impossibile arrampicare anche dopo 4 ore di riposo, a meno che non ti scaldi nuovamente. Più ti avvicini al tuo limite, più difficile è fare numerosi buoni tentativi nello stesso giorno, e ovviamente più sei allenato, più tentativi riesci a fare. Ora per esempio, dopo mesi di difficile allenamento ideato da Patxi Usobiaga, sento di poter fare più tentativi in un giorno rispetto a prima, e i miei tempi di recupero sono molto più veloci.

Quali sono i tuoi difetti da arrampicatore? E cosa fai per migliorarli?
Questo può sembrare stupido, ma mi considero ancora debole. Posso ancora migliorare la mia forza pura. Allo stesso tempo, a ciascun livello di forza corrisponde una diversa tecnica efficace. Ogni volta che diventi più forte, devi re-imparare ad arrampicare.

Parlando del diventare più forte: quest'anno nelle competizione sei riuscito nella inimmaginabile doppietta, vincendo il Campionato del Mondo Boulder e anche il Campionato del Mondo Lead.
Sì. Ero al settimo cielo. Il Campionato del Mondo Lead era sicuramente il mio obiettivo principale in questa stagione, quindi ero davvero soddisfatto. Per quanto riguarda il Boulder, per lungo tempo non sapevo se partecipare oppure no, non era il mio progetto originale in quanto l'altro mio obiettivo era vincere anche la Coppa del Mondo Lead, che ovviamente non sono riuscito a fare. Alle fine però ho deciso di partecipare anche al Campionato Boulder, e questa si è rivelata una buona decisione, no? Fare le gare ha sicuramente determinato la mia stagione outdoor - è questo probabilmente il motivo per cui, dopo aver salito 99 vie, ho dovuto aspettare così a lungo per chiudere il 100° 9a. Volevo farlo bene, volevo tornare a Misja Pec dove tutto è cominciato, l'idea era di provare a salire Water World a vista, che ritengo sia possibile, ma purtroppo era bagnata. Poi, due settimane fa, ho partecipato ad una gara a Brno e dopo la fase di qualifica sono corso in una falesia lì vicino e ho tentato tre volte un 9a, invano. Ero così stanco... ho avuto grosse difficoltà in finale. Ieri finalmente è arrivato il bel momento.

Se dovessi consigliare una sola via di 9a, una via che tutti coloro che vorrebbero fare il 9a dovrebbero fare, quale consiglieresti?
Indubbiamente il primo 9a al mondo: Action Directe, la via aperta da Wolfgang Güllich nel 1991 e il vero punto di riferimento.

Ora che hai fatto 100 9a, in cosa puoi - e possiamo - sperare?
Altri cento? ;-)

Adam, per concludere, invece dei numeri parliamo di un qualcosa meno tangibile ma molto più importante: la tua passione per l'arrampicata. Dopo tutti questi anni, tutte queste vie, come vivi l'arrampicata oggi?
La mia passione per l'arrampicata è sempre rimasta grosso modo uguale. Certo, varia un po' in base a quanto sono stanco, dipende dal clima fuori ecc, ma tutto sommato il mio amore per l'arrampicata è profondo e non cambia mai. Questo forse è dovuto al fatto che ogni singola via, ogni singola presa, è unica. Non importa quante vie che ho già salito, continuerò a trovare qualcosa di nuovo. Il 100° 9a è un buon esempio: era completamente diverso da ogni altro 9a che ho fatto in passato. Aveva una sequenze di movimenti molto complessa e sorprendete, era in una zona in cui non ero mai stato prima, dopo giorni di nuvole basse e nebbia c'era un sole splendente. E dopo una giornata come questa, sento una soddisfazione immensa, sento che questo è il massimo della vita.
Per me è importante sentire anche che posso cambiare i miei approcci mentali. Quando sono in modalità "allenamento", quando ho un certo obiettivo in testa (ad esempio il Campionati del Mondo), do sempre il 100%, l'altro non importa. L'obiettivo è quello di finire la prossima sessione di allenamento e di tornare a casa con la sensazione di aver fatto una bella seduta d'allenamento. L'amo, anche quando l'arrampicata in sé è super dolorosa a causa della pelle che mi fa male, i muscoli che gridano, il corpo che sente una stanchezza totale. So che l'allenamento mi rende un arrampicatore più forte, migliore. E poi, come ieri, esco e vado ad arrampicare e mi diverto, semplicemente. Poi, per qualche motivo, fare vie più dure mi dà più soddisfazione, solitamente un 9a mi sembra più impressionante di un 8a accanto e la sensazione di salire agevolmente nella sezione chiave di un 9a o 9b è semplicemente grandissima. A questo si aggiunge anche il paesaggio e gli amici, e il tutto crea una giornata bellissima. E per questo tipo di giornata, vale la pena vivere ed arrampicare.


Note:
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FB Petr Pavlíček



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