Simone Moro sul Grignetta d'oro 2006

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo le riflessioni di Simone Moro sul Meeting della Montagna - Grignetta d'oro 2006, che seguono l'intervista rilasciata dallo stesso Moro a montagna.tv il 25/10/2006.
Grignetta d'oro 2006, Ragni Lecco

21-22 ottobre 2006
MEETING DELLA MONTAGNA
GRIGNETTA D'ORO 2006

quinta edizione
CENTRO LA MONTANINA
Pian dei Resinelli
Lecco

Testimonial:
Claudio Corti

Premiati:
per l'alpinismo:

Rolando Larcher e Rossano Libera
per la comunicazione:
Giorgio Spreafico
Per lavoro e montagna:
Giovanni Badino

ALPINISTI GRIGNETTA D'ORO 2006
Silvano Arrigoni
Giovanni Badino
Hervé Balmasse
Christian Brenna
Matteo Della Bordella
Lorenzo Festorazzi
Roberto Iannilli
Rolando Larcher
Rossano Libera
Centro Add. Alpino (Marco Farina, Alex Busca, Remo Armano)
Ezio Marlier
Mario Merelli
Simone Moro
Elio Orlandi
Yuri Parimbelli
Aberto Peruffo
Ivo Rabanser
Alessio Roverato
Adriano Selva
Silvestro Stucchi
Erik Svab
Nicola Tondini
Karl Unterkircher
Maurizio Manolo Zanolla

Grignetta report
Montagna.tv
Grignetta d'oro 2003
ragnilecco.com
scarica il programma Grignetta d'oro 2006
scarica il programma 60° Ragni Lecco

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo le riflessioni di Simone Moro sul Meeting della Montagna - Grignetta d'oro 2006, che seguono l'intervista rilasciata dallo stesso Moro a montagna.tv il 25/10/2006. L'intento è propositivo e costruttivo dice Moro, e non c'è dubbio alcuno a credergli.
Che il Grignetta d'oro, assolutamente non perfetto e migliorabile, faccia discutere è un segno positivo, sia per le finalità di questo incontro (unico nel suo genere) dedicato agli alpinisti italiani, sia per l'alpinismo stesso. Aldilà dei Premi, infatti, crediamo che il Meeting sia importante per quanto fa parlare e discutere di alpinismo e per la sua valenza d'incontro (anche "conviviale").
Cos'è e cosa, forse, dovrebbe essere questa passione - perchè bisogna ribadirlo: l'alpinismo è una passione, e il Meeting l'ha confermato - sono in tanti a ri-cercarlo e a sperimentarlo sul "campo", anzi su diversi "campi". A Lecco era presente una buona parte di questi "ricercatori" del "fare" alpinismo: in questo momento, ci sembra che la plurarità delle voci (e delle esperienze) continui ad essere la strada più interessante da seguire per cercare d'intravedere il futuro.


SIMONE MORO E IL GRIGNETTA D'ORO 2006
di Simone Moro

26/10/2006
Simone NON vuole picchiare duro, prova a riflettere ad alta voce. Ho perso un'altra occasione per starmene zitto per non alzare vespai e stimolare fiumi di riflessioni e critiche sui forum dei siti internet del mondo che ci riguarda. Ormai l'errore l'ho fatto e a questo punto meglio andare fino in fondo e cercare di spiegarsi il meglio possibile senza dar peso a chi sui forum ha invece perso l'occasione per evitare offese...
Non voglio però riprendere tutte le mie dichiarazioni che sono riportate su un importante sito internazionale dedicato alla montagna (montagna.org), basta leggerle, ma voglio raccogliere in alcune riflessioni ciò che ho tentato, forse malamente, di far emergere nel contesto di quella intervista di cui non approvo la titolazione utilizzata.

Non discuto meriti e demeriti dei premiati e degli esclusi della Grignetta d'oro. Non è mio interesse e non è compito di uno che in giuria non c'era. Non è nemmeno una frignata da non premiato quella che ho voluto manifestare (sembrerà strano ad alcuni ma sono sempre stato capace ad accettare sconfitte e fallimenti) ma, essendo stato interpellato da una giornalista, ho davvero provato a fare una considerazione sincera, sicuramente non adulatoria ma nemmeno fondamentalista o peggio con intenti denigratori e disfattisti.
Voglio però nuovamente riflettere ad alta voce, scrivendo queste mie considerazioni, cercando di evitare che diventino mercanzia di chi vuole schierarle da una parte o interpretarle come giudizi a favore o meno della Grignetta d'oro (anche perché, avendovi partecipato, ne condivido finalità e propositi).
Le mie riflessioni vogliono invece essere propositive sia per me stesso che per gli altri suggerendo aggiustamenti organizzativi che revisioni nei contenuti. Spero che anche altri alpinisti e appassionati contribuiscano a dire la loro mantenendo, spero, uguale spirito e stile.

All'edizione alla Grignetta d'oro eravamo stati piacevolmente candidati in tanti e duro è stato rispettare i tempi e mantenere elevata la soglia d'attenzione (e ve lo dice uno che perché proveniente dall'estero non ha assistito alle presentazioni mattutine).
Ciò che ho percepito io e coloro che mi stanno scrivendo in queste ore è stato il trionfo dell'arrampicata e dei mille modi, stili e filosofie di interpretarla, sognarla materializzarla. I premi e le nomination assegnate ai 5 alpinisti/arrampicatori sono state un segnale che la Giuria ha voluto riconoscere e tributare a ciò che di fresco, innovativo e diverso è stato fatto negli ultimi 3 anni. Ho capito e scoperto che questa freschezza, diversità e ricerca non sono state riscontrate in nessuna delle attività d'alta quota , extraeuropee, su grandi montagne e valli remote, che io e alcuni altri come me abbiamo tentato di fare (e garantisco che non sono solo camminate tutte quelle fatte in alta quota). Faccio dunque palese autocritica e, sperando di tornare un giorno tra i candidati della Grignetta d'oro, provo però a riflettere se ciò che è successo e si è palesato pochi giorni fa ai Piani dei Resinelli rispecchia autenticamente le tendenze degli addetti ai lavori oppure solo di una parte di costoro. Provo anche pensare a ciò che accade fuori dall'Italia a quello che accade nel mercato della montagna, della comunicazione di essa e dell'alpinismo. Provo insomma a capire un po' meglio anche alla luce di alcune piacevoli e mature chiacchierate che ho avuto in queste ore con alcuni degli organizzatori e dei selezionati alla Grignetta che hanno dimostrato ancora una volta maturità e senso critico anche nell'affrontare argomenti che ci vedevano con opinioni diverse.

Mi è stato spiegato che si è voluto stimolare, incentivare, valorizzare le attività realizzate anche e soprattutto a casa nostra e dare voce e merito a coloro che per mille motivi sono poco inclini a raccontarsi o che le opportunità per farlo sono per alcuni di loro rare e difficili da gestire.
Con le provocazioni io invece volevo stimolare tutti ed anche i premiati e gli organizzatori ad inserire nel metro di giudizio anche altre e complementari abilità e dunque stimolare questi forti alpinisti premiati (coloro che ovviamente lo vogliono e ci provano), a fare quel passo in più che gli permetterebbe di raccontare di loro e delle loro gesta a platee più grandi ed eterogenee, che gli permetterebbero di lottare meno per avere le risorse economiche per iniziare magari anche un alpinismo su altre catene montuose ed in altri ambienti. Volevo suggerire alla giuria della Grignetta d'oro di stimolare dunque anche l'alpinismo extraeuropeo anche quello fatto non solo sulla roccia (e chi conosce il mio passato sa che ho trascorso anni interi a gareggiare e ad arrampicare e lo faccio anche ora perché è bellissimo) e con 5 potenziali premi supponevo che qualcuno potesse venir attribuito anche a una meritevole salita di questo altro tipo di alpinismo e di salite(sarebbe stato un bel segnale dato che l'alpinismo è anche quello), visto che nessuno proponeva via normali, luoghi conosciuti o stagioni proprio vacanziere.

Queste mie dichiarazioni e supposizioni sono nate pensando a come io e tanti come me hanno pensato e sognato l'alpinismo, con quali mezzi si sono emozionati e si sono sentiti attratti e stimolati dal mondo universale della montagna. Sono state le letture ed i racconti con e senza immagini dei grandi del passato e del presente (anche arrampicatori) che hanno mosso gli animi e lo coscienze di molti di noi e dunque ho provato a capire e percepire chi alla Grignetta d'oro 2006 era stato capace di emozionarmi, di farmi riflettere, sognare, di scuotermi. Quindi ho valutato contenuti e modi con cui mi hanno raccontato. Storie e carisma di chi l'ha fatto. Probabilmente ho sbagliato in questo. Dovevo andare con uno spirito diverso, più analitico, più performante, ma “vivadio” potrò essere me stesso e raccontare per quello che sono per le 36 spedizioni e le esperienze che ho fatto e mi sono finanziato o devo solo pensare di fare dichiarazioni ed interviste meno scomode possibili?,

Non volevo assolutamente picchiare i piedi per terra e sfasciare a suon di cattiverie ciò che si è fatto, detto e giudicato ai Piani dei Resinelli. Non ci sono denigrazioni personali o derisioni di meriti ed abilità di nessuno. C'è solo volontà di capire e lo faccio per quello che sono e riesco. Provo a suggerire gli aggiustamenti nella composizione del pubblico, dell'ambiente in cui le presentazioni si svolgono, ampliare il metro di giudizio e magari ampliare il numero dei componenti della giuria. Suggerirei di dilazionare gli interventi in due giorni o in un numero minore di candidati. Darei una più specifica spiegazione dei ruoli di coloro che sono stati coinvolti. Quando ho suggerito di ricercare più compostezza durante la visone dei filmati e la premiazione non volevo fare la Sig.ra Rottermaier di turno ed il professore di bon ton. Volevo solo dire che gridare ad un parlamentare presente “tirate tutti di coca e dunque può almeno bere un bicchiere di vino!” lo si poteva evitare. Che fare alzare tutti uno alla volta per tutta la sera a scolarsi uno o più bicchieri di vino tutto d'un fiato mentre tutti gridano a squarciagola per accompagnare il gesto etilico, non l'ho trovato opportuno e di buon gusto (e non sono il solo). Quando dico che il 30% è gesto e prestazione e 70% tutto il resto, intendevo la voglia, capacità e l'impegno di trasformare il proprio vissuto verticale in una storia che faccia sognare, stimoli, appassioni abbia un senso. Non volevo intendere come qualcuno ha percepito di prediligere i chiacchieroni o peggio le comunicazioni ben confezionate senza curarsi che esse siano riferite a salite e capacità di spessore. Ho infatti sempre apprezzato chi ha entrambe le capacità (tecnico-sportiva e comunicativa) e non sono moltissimi. Dunque stimolato da questa rara polivalenza ho cercato anche io di non essere un “pestaneve” e di mantenere livelli tecnici in roccia, ghiaccio e misto che mi permettessero di affrontare ogni terreno e difficoltà, ovunque e di impegnarmi a migliorare le mie capacità espressive Con analogo intento ho provato a generare una riflessione e dare un input ad organizzatori e partecipanti alla Grignetta d'oro attraverso la mia presentazione di Sabato 21 ottobre e le risposte date nell'intervista pubblicata.

Insomma il mio intento vuole essere e concludersi come uno stimolo e non come una polemica sciocca e gratuita. Uno stimolo alla pari di quello che si è voluto dare con i premi attribuiti ai 5 meritevoli alpinisti/arrampicatori. Non c'è satira ne ironia, non c'è scherno ne obbiettivi minimalisti nelle mie esternazioni che hanno avuto riferimenti personali o a specifiche salite alpinistiche. Ho parlato con molti di quelli che c'erano Sabato scorso alla Grignetta, alcuni vincitori e alcuni che non lo sono stati, con organizzatori e giudici. Ho cercato e termino con questo scritto di farmi capire meglio e fino in fondo. Alla Grignetta non siamo riusciti a fare il dibattito sul nostro mondo anche se era stato preventivato, non c'è stato il tempo. L' intervista che mi hanno fatto (e che non ho richiesto io) e questo mio scritto prendetele come uno spunto per aprire non solo ai 26 candidati alla Grignetta d'oro ma a tutti la possibilità di dire la vostra. Con piacere vedo che Alessandro Busca e Fabio Palma hanno già scritto la loro opinioni e forse questa occasione che dico di aver perso per starmene zitto, non è stata tale. Forse una mano all'intento e ai propositi della Grignetta d'oro sono riuscito a darla e forse anche le mie prossime salite beneficeranno di quello che ho ascoltato e imparato.

Simone Moro


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