Walou Bass in Taghia, nuova via in Marocco per Petit, Clouet e Oddo

Nel mese di aprile 2011 un piccolo team francese formato da Arnaud Petit, Aymeric Clouet e il giovane Enzo Oddo si è recato nella gola di Taghia in Marocco, dove ha aperto Walou Bass, una via di 165m con difficoltà fino stimati all' 8c (7b obblig).
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Aymeric Clouet sul quarto tiro (8a) di Walou Bass in Taghia, Marocco
Bertrand Delapierre

I tre francesi hanno iniziato salendo il tiro aperto nel 2010 dai connazionali Jerome Para e Damien Tomasi, poi si sono lanciati verso l'alto per aprire altri tre entusiasmanti e impegnativi tiri. Il team è salito dal basso e la via si presenta anche con un bel obbligatorio di 7b, mentre il tiro chiave è valutato attorno all' 8c, con una sezione boulder di FB8A che, come del resto l'ultimo tiro, aspetta ancora di essere liberata. Walou Bass si traduce dal Berbero in "Non c'è nessun problema" e Petit ci ha subito risposto che non c'era nessun problema a condividere quest'ultima salita con noi.

Arnaud, parlaci del team
Siamo stati un team atipico ... E' stata la prima esperienza di Enzo in apertura di una via dal basso ma ci siamo divertiti molto e siamo stati molto efficienti. Insieme ad Amyeric, che ha un'esperienza enorme su tutti i tipi di arrampicata, abbiamo svelato ad Enzo tutti i trucchi che rendono le vie di più tiri più comode. Lui invece ci ha dimostrato che l' 8b su una via di più tiri può essere facile... Enzo aveva salito soltanto una multi-pitch in precedenza, ma ha imparato molto velocemente. Dopo aver esitato brevemente sui primi cliff ha dimostrato una grande capacità e ha aperto alcune sezioni con un bel obbligatorio. Questo non è mai facile quando arrampichi su terreno è vergine e non sai quello che troverai più in alto ...

Raccontaci come avete aperto l'8c dal basso
Abbiamo alternato spesso il primo di cordata per mantenerci freschi, ci siamo dati il turno dopo 4 o 6 spit, quando ciascuno di noi era salito vicino al suo limite 2 o 3 volte. Questo ci ha permesso di aprire una via abbastanza impegnativa e siamo stati fortunati, soltanto Enzo è caduto un paio di volte, su una sezione di 8a obbligatorio. Più tardi abbiamo pulito quella sezione e abbiamo scovato una piccola variante che ha reso il tratto più facile. E' questa la cosa difficile nell' aprire le vie dal basso, soprattutto quando la roccia non è perfetta come a Taghia: si lotta molto e alla fine è soltanto 7b obbligatorio... Nel complesso direi che la distanza tra gli spit è abbastanza lunga, ma la via sicuramente non è Expo.

Continui a tornare a Taghia
Sì, il paese, la sua gente mi piace un sacco. E' un luogo dove si può facilmente condividere le cose con questa gente di montagna, poi Stéphanie parla anche un po' la lingua Berbera. Qui, nel corso degli anni, ho aperto delle belle vie: nel 2003 insieme a Michel Piola e Robert Benoit abbiamo aperto la sostenuta Rivières Pourpres (7b+, 500m), mentre un anno dopo siamo tornati con lo stesso team per L'Axe du Mal (7c+, 500m), e Le Grand Carnaval (400m, 8a+) con Piola, Fred Roulx, Benoit Kempf e Fred Gentet. L'anno scorso sono tornato con Sylvain Millet e abbiamo aperto Babybel (220m, 7c+). Sono tutti dei bei ricordi.

Poi c'è Babele...
Sì, nel 2007 assieme a Fred Gentet, Nicolas Kalisz e Stéphanie Bodet ho aperto questi 800m gradati 7c+. E' certamente uno delle vie più serie che ho mai salito, molto impegnativa a livello mentale, con 7a expo. Ma Taghia è anche il posto dove ho ripetuto una delle più belle vie che io conosca, "Sur le fil de la nuit" (500m, 7c +), aperta da Rolando Larcher, Michele Paissan e Maurizio Oviglia. L'ho fatta due volte finora, ma non ancora in libera.

Apri vie da molti molti anni. Come si è evoluta la tua tecnica?
Quando ho iniziato ad aprire nuove vie dal basso scalavo con un trapano pesante agganciato all'imbrago, più di 20 anni fa... Riuscivo a distanziarmi dalle protezione soltanto sul 6c, era davvero difficile fare più del 7a obbligatorio. Ora invece salgo molto leggero, con 2 cliff, dei friends e un trapano leggero legato ad un fifi. Poi, nel corso degli anni, ho naturalmente acquisito maggiore esperienza, cosa che aiuta sempre...

La maggior parte delle tue vie sono state aperte dal basso, ma a volte hai anche scelto di aprile dall'alto.
Ho attrezzato 2 vie dall'alto, una volta in Corsica molto tempo fa - 8b Octogénèse nel 1991 - e recentemente Babybel a Taghia, perché volevo rivivere questa esperienza per confrontare emozioni e risultati. Anche se di solito preferisco aprire le vie dal basso, quando si tratta di brevi vie di più tiri non ho un'idea fissa su cos'è la cosa migliore. E naturalmente su quello che gli altri dovrebbero fare, ad eccezione di una regola importante: non modificare la roccia. In più non mi sognerei mai di aprire una big wall dall'alto. Aprire dal basso o dall'alto sono due cose ben distinte.

Ce lo spieghi meglio?
Aprire dal basso si riconduce alla tradizione dell'alpinismo, si tratta di accettare l'ignoto, che puoi incontrare alte difficoltà e che magari non riuscirai a salire tutto in libera. Questo può essere frustrante, ma la non-certezza del risultato è sicuramente parte integrante dell'alpinismo. Quando invece attrezzi una via dall'alto, lo fai per la sfida sportiva, controlli la via, devi farlo con un'ottica di fair play, devi assicurarti che la distanza tra gli spit non sia troppo elevata. Magari offri ai ripetitori una bel itinerario ma, proprio per la natura stessa della via, alla fine questa ha meno carattere. E se ci pensi bene, tutti noi arrampichiamo perché cerchiamo qualcosa di più che solo la sfida fisica...

Il team ringrazia i loro sponsor Petzl, Ville de Grenoble, Sterling Ropes, Totem Cams, Lafuma, Beal, La Sportiva, Five Ten e Prana.





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