Samugheo, archeologia, artigianato e arrampicata sportiva in Centro Sardegna

È in continua espansione il nuovo paradiso di arrampicata sportiva a Samugheo, il paese in Centro Sardegna famoso soprattutto per i suoi siti archeologici e l’artigianato tessile. Di Maurizio Oviglia.
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Marco Bussu, chiodatore della falesia di Apoteosi in Sardegna, su Capitan Crew (7a+)
Maurizio Oviglia

Samugheo, un piccolo paese dell’oristanese famoso per la produzione dei suoi tappeti tradizionali, forse un tempo non avrebbe mai immaginato di diventare uno dei centri di arrampicata più importanti della Sardegna! Eppure l’area nei dintorni del Castello di Medusa, già molto bella paesaggisticamente, contiene delle fantastiche falesie di calcare di ottima qualità. In un primo tempo il potenziale di quest’area non è stato ben compreso dai chiodatori, forse perché l’orografia dei settori è un po’ complessa e si trova sotto la strada su un pendio molto ripido, quindi le pareti non erano ben visibili. Oggi, dopo che sono passati quasi 20 anni dalle prime vie, ritengo che Samugheo abbia tutte le carte in regola per divenire la più importante area di scalata del centro Sardegna o almeno quella con il maggior potenziale. I settori vergini sono ancora tanti e la cosa più incredibile, oltre all’eccezionale qualità della roccia, è che ognuno propone uno stile di scalata differente. Per il momento siamo ad un centinaio di vie chiodate ma penso che in futuro esse potranno facilmente arrivare a 1000!

Le origini
Pioniere di Samugheo, almeno nel campo dell’arrampicata, fu Antonio Marino che oltre ad essere uno dei miei primi compagni di arrampicata a Isili (Antonio è nato a Isili), trovò moglie proprio a Samugheo. Tra un viaggio e l’altro ebbe quindi tempo di accorgersi della parete sotto il Castello di Medusa, un luogo molto suggestivo. Il castello è infatti posto su una rupe che strapiomba da tutti i lati e domina il Rio Araxixi, che scende direttamente dal Gennargentu. Le prime vie che chiodò Antonio furono tuttavia presto abbandonate (l’accesso era dall’alto, un po’ scomodo per gli arrampicatori sportivi di nuova generazione) per concentrarsi su un settore di splendida roccia grigia, che crea un piccolo canyon. Il testimone passò quindi agli oristanesi Marco Bussu e Filippo Canu, che con un gruppo di amici chiodarono le vie nel canyon, alcune caratterizzate da un’incredibile roccia a cannette, oltre che il settore Oratorio. Simone Sarti, altro protagonista delle pareti sarde, aggiunse il settore Anfiteatro a cui contribuii anche io con qualche via.

C’era già di che arrampicare per un’intera settimana ma a questo punto mancava qualcosa: i sentieri! L’accesso alle pareti risultava spesso scomodo e scivoloso e Samugheo, equidistante da tutte le città più importanti della Sardegna, non riusciva a decollare. L’innamoramento per l’arrampicata del proprietario del terreno, un pastore che si fa chiamare Mekkey, contribuì in modo determinante alla rinascita di Samugheo. Mekkey, un personaggio caratteristico e per certi versi unico, sistemò tutti i sentieri e auspicò un intervento del Comune al fine di chiodare nuovi settori. In questo periodo (2009) con Giampaolo Mocci, chiodammo lo splendido settore Terrazza. Una manciata di vie molto belle.

La rinascita
Grazie al lavoro di Mekkey, Samugheo cominciò ad essere più frequentata ed i primi ad eleggerla come area preferita furono proprio i più vicini, cioè gli oristanesi. Tra essi Filippo Canu e Jose Arneris ricominciarono a chiodare nuovi settori, mentre dopo una decina di anni di assenza dall’arrampicata sarda ricomparse il forte boulderista oristanese (ma alle origini era un falesista) Marco Bussu. Marco cominciò (insieme a Nicola Lanzetta) la chiodatura di un nuovo settore lungo il fiume (Araxixi) passando poi al muro incredibile del settore Apoteosi, chiodato in solitudine e aiutato da Giorgio Puxeddu nell’opera di creazione dei sentieri. Al suo ritorno sulla scena dell’arrampicata, Marco liberò anche la via più difficile di Samugheo, una via molto corta nel settore Hard Times, valutata poco meno di 8a ed al momento irripetuta. Dal canto suo Jose Arneris rilanciò l’area anche sotto il profilo escursionistico e dell’avventura in generale. Sono possibili high line (altra passione grande di Marco, oltre alla moto) e vie ferrate, mentre son previsti addirittura ponti tibetani tra una riva e l’altra del fiume. Anche un ristorante costruito proprio sopra le falesie e aperto solo occasionalmente è stato rilevato da Jose che ne ha fatto ora un centro outdoor, ottimo per passare i week end.
Ogni anno, inoltre, a Samugheo si svolge un mito di arrampicata, solitamente in primavera.

Punti di appoggio
Rifugio Castello di Medusa
15 posti letto - aperto su prenotazione
per info chiamare 3466942761v – info@geolander.net
https://m.facebook.com/rifugiomedusa/

Guide
Pietra di Luna Falesie di Maurizio Oviglia (2012), Fabula Editore. Su questa guida non ci sono gli ultimi settori che possono essere trovati sulle pagine di facebook oppure richiesti al rifugio.

Settori di arrampicata
La Terrazza - 8 vie dal 6b+ al 7b+
Canyon – 30 vie dal 5b al 6c+
Pennino – 4 vie dal 5b al 7a+
La Pala – 6 vie dal 6b+ al 6c
L’Anfiteatro – 14 vie dal 6a al 7b+
L’Oratorio – 8 vie dal 5c al 7a+
Araxixi – 32 vie dal 5a al 7b+
Apoteosi – 13 vie dal 5c al 7a+ + progetti
Harder Times – 4 vie dal 6c all’7c+/8a + 2 progetti
Mekey.com – 9 vie dal 5c+ al 6c+ + un progetto

di Maurizio Oviglia




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