Gabriele Moroni, Dreamtime e il testimone

La salita di Gabriele Moroni sul big boulder Dreamtime (a Cresciano, Svizzera) raccontata e filmata da Nicola Noè.
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Gabriele al Melloblocco 2006
Giulio Malfer
E' di sabato 2 febbraio la notizia che Gabriele Moroni è salito in groppa a Dreamtime, il boulder di Cresciano tra i più belli e contesi del mondo.

A cavalcarlo, se così si può dire, dopo l'apertura dei gioco firmata da Frederic Nicole il 28-10-2000 finora erano stati nomi come Bernd Zangerl, Christian Core, Mauro Calibani, Chris Sharma, Malcolm Smith, Dave Graham, Kilian Fischhuber, Jon Cardwell... Una lista d'eccellenza a cui ora si aggiunge anche il Gabriele nazionale con partenza rigorosamente da "seduto".

Come sanno i più tecnici ed informati da un prima valutazione di 8c boulder, ora il grado sembra essersi attestato a 8b+. Ma come sanno gli stessi ultra informati il "Tempo del Sogno" non si misura.

Così, in assenza della viva testimonianza del protagonista che è sul piede di partenza per un tour-boulder negli States, noi vi proponiamo una chicca. Ovvero, tutto il Dreamtime di Gabriele raccontato dalla viva penna di Nicola Noè, testimone per caso e autore di un video-documento del momento top girato con il... cellulare. Da cineteca del giornalismo arrampicatorio ;-)


Dreamtime e Gabry da testimone oculare
di Nicola Noè

Giornata grigia a Milano, piove, girano voci di tempo migliore a Nord oltre lo spartiacque. Corda, blocchi? Caotica anche la partenza. Così arriviamo a Cresciano che è già oltre mezzogiorno. Lungo il sentiero incontro inaspettatamente Gabriele con Franz Spadea e Stecca che stanno cazzeggiando su un bello spigolo tutto tondo. Sapevo che due giorni prima aveva fatto un gran tentativo su cadendo all'ultimissima apertura a sinistra prima della delicata rimontata. Titubante gli chiedo se abbia intenzione di provare anche oggi, ma lui mi risponde che in mattinata era già salito ma il blocco era fradicio. Il tempo è bello, il sole cado, così proseguo e mi perdo tra un sasso e l'altro.

L'incontro però mi ha rapito e così quando il sole scende dietro i monti, mentre gli amici sfruttano l'ombra per i tentativi migliori, mi assale il dubbio: e se Gabriele fosse risalito a provare Dreamtime? Non ho mai visto la mitica linea e allora mi incammino inventando un improbabile taglio a mezza costa, incasinandomi per tracce di sentiero e alberi caduti. Non trovo il sasso e non so neanche se è lì. Mi giunge in soccorso il vituperato cellulare e la gentilezza di Franz che mi conferma che sono lì. Risalgo allora con rinnovato entusiasmo il ripido sentiero e ci sono. Gabriele è pronto per il tentativo, mi sento a disagio.

Lo saluto e gli chiedo se posso fermarmi, è difficile da spiegare, ma mi sento un intruso, ospite non invitato! Parte, ho visto dei video, ma non conosco la linea, lo vedo traversare con sicurezza da destra a sinistra, poi il lancio, preciso, rilancio di mano destra, si ferma, sembra controllare la situazione, ma quando si apre verso sinistra viene giù. Silenzio di tomba, o meglio noi tutti in silenzio, lui un po' meno. Poi non si toglie nemmeno le scarpe e chiede a Stecca di sollevarlo sul bordo, non muove più la mano destra e per la prima volta prova ad alzare il tallone. Una folgorazione! Credo gli siano passati davanti agli occhi i tentativi in cui ha dominato fino all'ultimo fatale movimento. Sono le 17:00 e si rende conto che il buio è vicino e ora il metodo Koyamada gli ha fatto vedere la luce. Ma siamo a fine giornata, è stremato, non so quanti tentativi abbia già fatto in giornata, se ho ben capito sono già un bel numero

Lui lo sa, come tutti, se mai ci sarà c’è spazio per un solo tentativo, la temperatura si abbassa e l’umidità si alza. 17:30. Gabriele riparte, stanco, le prime liste sembrano più sfuggenti e arriva al piatto dove parte la versione "stand up", non controlla la sbandierata ed è giù. Partenza falsa. È finita, penso tra me. Non per lui. 5 minuti, anche meno ed è di nuovo seduto sotto il tempo dei sogni. Riparte, stringe, soffre, al piatto accoppia e la prima parte (che dicono vale un 8a) è fatta. Il lancio è preciso, senza possibilità di replica, la mano sinistra sul rovescio, la destra sulla tacca e poi quel tallone destro che sale e aggancia il bordo.

La piccola lista è ora più lontana che mai, scrolla, la guarda, sa che non avrà una seconda occasione, che non può rimandare la partenza per gli Stati Uniti, che tanto si gioca in quell’ultimo movimento, visto da questa nuova prospettiva provata solo una volta non più di 20’ prima. E va. Arriva lungo, Le dita si aggrappano alla microlista, i piedi si staccano, la mano destra si ferma sul bordo ed il corpo ondeggia paurosamente nel vuoto. Ma lentamente, volteggio dopo volteggio, rallenta fino a trovare l’equilibrio. Lo sappiamo, è fatta, ma la scaramanzia vuole che si segua con il fiato sospeso gli ultimi movimenti e la rimontata.

La tensione si allenta mentre scende dal blocco lungo il tronco. Ora mi rilasso e sono contento di una piccola, e prima inconfessabile, debolezza… ho filmato il tentativo!

Nicola Noè





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