Arrampicata in Sardegna: due nuove ‘aguglie’

Due proposte per la Sardegna sempre più regina dell’arrampicata: Maurizio Oviglia e Giampaolo Mocci hanno salito due Guglie (le Guglie di Niala) ancora vergini nel territorio di Ussassai (Ogliastra).
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Giampaolo Mocci apre il primo tiro di Tacchi a spillo (6b)
Maurizio Oviglia
"La cima, come anche la piatta sommità di un rilievo, sono figure normali nel paesaggio delle montagne; le guglie e i monoliti sono invece il simbolo dell'estrosità, l'immagine fantastica della roccia. Torri di magia, sogni di pietra, stravaganze rocciose scolpite dall'umore imprevedibile del vento e dell'acqua. Storia: come l'assalto ai monoliti più famosi che ha suscitato pagine di cronaca nell'epoca ottocentesca dell'alpinismo romantico e di conquista. valgano per esempio le ascensioni delle più celebri torri dolomitiche, diventate ben presto simboli dell'arrampicata intesa come forma di coraggio e di sfida dell'uomo al vuoto prodotto da tante linee verticali. Proprio queste linee apparentemente infinite che si allungano verso lo spazio per confondersi con le nuvole portano ancora a riparlare di altri simboli. Questa enorme riserva di linee spezzate nasce dalle radici terrestri, esplode nellle forme più inattese per proiettare il nostro io verso un punto immaginario. Finito il tempo dei cimenti, delle ardite prodezze, delle grandi passioni, guglie e monoliti continuano ad affascinare l'uomo contemporaneo".

Così scriveva Gian Carlo Grassi nella prefazione del libro "90 scalate su guglie e monoliti", da lui stesso curato ed uscito nel 1987. Avevo collaborato con Gian Carlo alla stesura del libro, per quanto riguardava la Sardegna ed alcuni monoliti del Gran Paradiso e con l'occasione avevo scambiato con lui un buon numero di lettere. Come spesso succedeva con Gian Carlo, dalle vie, i gradi, gli avvicinamenti... eravamo poi finiti a parlare dei massimi sistemi e "di dove stava andando l'arrampicata"... chissà come avrebbe commentato i tempi d'oggi? Ricordo però che mi sembrava curioso che avesse accettato di curare questo libro, un po' perchè lui fu uno dei primi a praticare un alpinismo senza vetta, un po' perchè il monolite, il campanile o la guglia... in quegli anni era sicuramente una delle cose più "out" che ci potesse essere! In Italia si stava infatti affermando l'arrampicata sportiva, le prime gare erano state un successo... la stagione del free-climbing sembrava veramente passata. A chi poteva interessare un libro simile?
Eppure evidentemente certe cose rimangono dentro, noi alpinisti le abbiamo come imprinting, per cui basta poco per riaccendere pulsioni istintive che giureremmo appartenere al passato. Probabilmente Gian Carlo si era proprio appassionato a quel lavoro, chissà quante guglie e campanili era andato a rifare, con la scusa del libro!

Tutto ciò mi ritornò in mente, quando nell'estate 2007 esploravo le campagne di Ussassai alla ricerca di nuove pareti. Mi imbattei nelle Guglie di Niala, due slanciati monoliti di calcare a quanto pare vergini e improvviso riaffiorò in me il desiderio di conquistarle, proprio come un vero alpinista. L'interessamento del Comune di Ussassai ad un progetto di attrezzatura di due vie che salissero le guglie, fu quanto di meglio potessimo sperare e così, con l'amico Giampaolo Mocci, ci ritrovammo alla base della guglia di destra decisi a fare un lavoretto pulito e veloce. Soprendentemente (pensavamo fosse più breve) ci vollero ben tre tiri per scalarla, lungo l'estetico spigolo NW. Avevo sperato in una cima strettissima, come quella dell'Aguglia di Goloritzè. Invece la punta era bifida, ma comunque sufficientemente esile per provare l'emozione del vuoto, proprio quando provi a metterti in equilibrio in piedi... proprio come Rebuffat in quella famosa fotografia.

Galvanizzati tornammo a breve per salire l'altra guglia, la più alta, ma la pioggia ci impedì di andare oltre al primo tiro e fu necessario ritornare. La splendida fessura del secondo tiro toccò a Giampaolo, a me la placca sopra, che in due tiri ci portò nuovamente in cima. Quassù, sorpresa, trovammo un bel ginepro, ancorato sulla piatta sommità, larga solo 4 o 5 metri quadri.
Due doppie e ritornammo nuovamente al ristoro di Niala, in uno splendido bosco di querce. Il gestore ci accolse con pecorino e prosciutto locale informandoci che la guglia più bassa, si chiama "S'elefanti", per la caratterista forma. Ma quella a sinistra sembra non abbia ancora nome... è una grossa responsabilità battezzare una guglia! Mentre il fischio del trenino verde torna a rompere il silenzio in questa zona remota dell'interno Sardegna, riaffiora ancora la sensazione che ci ha accompagnato in queste due splendide giornate: sembra proprio di trovarsi in qualche film western al tempo dei pionieri!

Maurizio Oviglia


Guglie di Niala - Ussassai (Ogliastra)

Accesso: da Ussassai seguire la strada in direzione Gairo e svoltare a sinistra raggiungendo, dopo 5 km, la sperduta ed affascinante località di Niala, in prossimità del ponte sulla ferrovia del trenino turistico detto "verde" (www.niala.it). Il ristoro è aperto solo i fine settimana... ma vale veramente la pena fermarsi o anche campeggiare in questo luogo da favola.
Lasciare l'auto appena passata la ferrovia e raggiungere la base delle guglie (10 min)

S'Elefanti - Via Tacchi a spillo - Prima salita Maurizio Oviglia e Giampaolo Mocci, 28/5/2008
70 m, 6b, 6a obbl.
Via interamente spittata. necessari 10 rinvii ed una corda da 70 m. Splendida ed estetica arrampicata

Su Lioni (nome proposto) - Via Far east story - Prima salita Maurizio Oviglia e Giampaolo Mocci, 15/6/2008
95 m, 6b+, 6a obbl.
Via interamente spittata. necessari 13 rinvii ed una corda da 70 m. Arrampicata molto bella e varia, con una fessura entusiasmante ed un finale in placca.

Punti di appoggio: campeggio libero a Niala oppure Bed and Breakfast a Ussassai "Sandalia vacations", 335 5275003, sandaliavacations@virgilio.it
Note:
Planetmountain
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