L'arrampicata a Kalymnos: un sogno alla portata di tutti

Giulio Iannece e Sofia Seghetti parlano del loro viaggio arrampicata a Kalymnos, l'isola Greca che custodisce un’avventura straordinaria per climber normali.
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Kalymnos: Grande Grotta vista Telendos
archivio Giulio Iannece

Kalymnos, o Kaly, come impari a chiamarla dopo poco che sei li, è un’isola del Dodecaneso nel sud della Grecia, a pochi minuti dalla più turistica Kos e a 30 minuti dalla costa Turca. Chi arrampica sa che questa, però, è una mezza verità, perchè Kaly, non è una semplice isola greca, ma bensì la Mirabilandia dei climbers. Un’isola popolata da branchi organizzati di scalatori, che si muovono su motocicli, la cui velocità massima è 37 km/h, su qualunque terreno manco fossero dotati di doppia trazione. Mentre ci avviciniamo lentamente all’isola nella testa è partita la colonna sonora di Jurassic Park, la stessa che sento in sottofondo mentre scrivo, la mia anima di scalatore sapeva di trovarsi davanti qualcosa di fantastico: un ammasso di montagne in mezzo al mare, create per essere arrampicate, le guardi e ringrazi, perché madre natura ha messo un pò di terreno pianeggiante per permettere di avvicinarle.

"Kalymnos è l’isola che c’è": slogan che puoi leggere ovunque, in tante lingue diverse, nei negozi d’arrampicata, nei ristoranti e nei market presenti sull’isola. Si compone, fino ad ora, di 65 falesie e più di 2500 vie di arrampicata sportiva, tutte costantemente controllate dalla popolazione climbers internazionale, sempre pronta a segnalare novità o problemi sull’attivo forum climbkalymnos.com. Un sogno alla portata di tutti, un’avventura straordinaria per climber normali.

Il nostro viaggio, mio di Sofia di Luca e Donatella, è iniziato il 27 agosto del 2016 con ritorno il 3 settembre, una normalissima settimana di vacanza estiva, dedicata interamente all’arrampicata sportiva. Con un paio di mesi di anticipo, abbiamo prenotato un volo low coast Roma - Kos, e acquistato il biglietto che ti permette di raggiungere l’isola, da Kos, in 45 minuti di traghetto, dalla capitale dell’isola di Kalymnos: Pothya, in 30 minuti di viaggio in taxi, siamo arrivati alla località di Myrties, dove avevamo prenotato casa con Airbnb. Con una spesa totale di 300€ a coppia, ci trovavamo in paradiso. Myrties insieme alla più conosciuta Masouri, rappresenta il cuore dell’arrampicata locale, oltre a godere della vista sulla fantastica isola di Telendos, altro parco giochi a 10 minuti di barca, da qui è possibile raggiungere falesie camminando per 15/20 minuti. Arriviamo a Kaly alle 8.30 del mattino, dopo aver passato la notte a dormire sul lungomare di Mastichari a Kos, aspettando di prendere il traghetto. L’idea era di trascorrere la mattinata a recuperare le ore di sonno, ma, 30 minuti dopo aver posato le valigie e conosciuto il proprietario di casa, siamo in sella al nostro potente destriero 50cc, alla volta della falesia di Symplegades, che, dal giardino di casa, ci fissava e chiamava a se.

Venti minuti tra sella e piedi, per arrivare alla location logisticamente più bella che avessi mai visto, due pareti contrapposte, l’una di fronte l’altra, che prendono sole e ombra in momenti diversi della giornata, se al mattino arrampichi alla parete di destra, dalle 13.30 ti basta fare 30 metri e spostarti a quella di sinistra, ci troviamo a 450 metri di altezza circa, e qui si ha una vista dell’isola che toglie il fiato. Ci scaldiamo su di un 5c+ poi un 6a, la roccia è come quella nostra campana, un calcare compatto e ben ammanigliato, con linee quasi mai verticali ma che seguono l’andatura della roccia per determinarne un grado più omogeneo, la roccia è calda ma aderentissima, capiamo subito che le dita non reggeranno una settimana intera a ritmi elevati, e decidiamo di sfruttare al meglio il nostro tempo lì, senza esagerare, così da goderci un po’ di tutto.

Scalare a Kalymnos ti fa sentire un pro, non importa il grado, è come trovarsi in uno dei video di Ondra o Sharma, protagonista di una delle loro avventure, provo una 6c, faccio movimenti che non ho mai fatto, mi carico mentre soffio via la magnesite dalle mani e arrampico, arrampico e basta. Hai presente quando, più o meno all’inizio del film "Lo Hobbit", Bilbo uscendo di casa urla "Sto partendo per un avventura!" ... ecco, dopo il primo giorno, ogni mattina ci sembrava di vivere la stessa scena, e come una piccola compagnia dell’anello con lo scopo contrapposto, di trovare e non distruggere il "mio tessssoro", ogni giorno cambiavamo location, e ogni giorno trovavamo un "tesssoro" diverso.

Il secondo giorno ci alziamo alle 8.00, carichi come una molla, compriamo la nuova edizione della guida dell’isola, e la scelta ricade su "The Beach", una falesia esposta a NE a picco sulla spiaggia. Facciamo la felicità di Donatella, pensiamo, che non scala e vuole godersi un po’ di mare greco, ma come per Ulisse non va a finire proprio così. Questo è il giorno in cui impareremo che perdersi tra i sentieri che portano alle falesie è estremamente facile, basta distrarsi ad ammirare il panorama, e come per magia non sai più dove sei, ma perdersi, qui, non è un problema per la nostra compagnia, e come Artù e i suoi cavalieri scoprirono Avalon, noi il secondo giorno scoprimmo "Secret Garden".

Falesia per pro-climber, Secret Garden, ha pochi tiri facili, esposta a Nord, in ombra tutto il giorno, con linee che si snodano tra canne e fessure. Uno spettacolo. Iniziamo con una 6a+, gli unici tre 5c+ erano già impegnati, 33 metri di placca, due passaggi su stalattiti ammanigliate e un piccolo boulder in uscita, scendi soddisfatto, caldo e affamato. Subito dopo ci buttiamo su un 6b, chiaramente di forza, una placca iniziale con tacche grandi e un’uscita impegnativa ma su buone maniglie.

Il bello di trovare persone che condividono la tua stessa passione è tutto nella facilità di fare subito amicizia e caricarsi a vicenda, mentre Sofia scalava la sua 6b, arrivata al passo chiave, sotto di lei improvvisamente un coro di voci ha iniziato ad incitarla: "Non mollare!" "Vai che la tieni..." "E’ tua, allé un ultimo sforzo" ... mi sembrava di assistere alla scena di Dragon Ball, quando tutti alzano le mani al cielo per dare la propria energia a Goku così da sconfiggere il nemico di turno con l’energia sferica, le stavano passando la loro energia, la sua sfida era la sfida di tutti quelli che come lei condividevano quel grado e quella volontà di volercela fare, e lei, come Goku, non delude e scende tra gli applausi, condivide giudizi sulla via, sul grado, spiega i movimenti, e si prepara a fare lo stesso per il prossimo. Torni a casa carico: di tanto. Il terzo, quarto e quinto giorno, procedono con questa stessa straordinaria normalità alla fine riusciamo a visitare la falesia di "The Beach", alla quale si aggiungono quella di Arginonta, per chiudere con tappa obbligata a "Grande Grotta", che per capirci è la falesia che si vede in foto se digiti su Google: "Arrampicata Kalymnos". In questi 5 giorni, oltre ad arrampicare, abbiamo scoperto la cucina locale, che si compone principalmente di pesce fresco con prezzi al ribasso, (12€ un misto fritto per 2) e formaggio di capra, (mio dio quante capre ci sono!), abbiamo sperimentato la bellezza di mangiare in ristorante mentre in tv passano video di arrampicata, ma soprattutto abbiamo goduto dell’ospitalità greca, che credetemi, è senza pari.

La nostra giornata perfetta si sviluppava così: sveglia automatica interna alle 8.00 del mattino, colazione in giardino mentre sfogliando la guida si decide la location del giorno, partenza in motorino, tappa supermercato per il pranzo, chiacchiere con altre "compagnie dell’anello", arrivo in falesia, arrampicata fino al pomeriggio, e poi si scendeva a mare concludendo il tutto con birre, patatine e tramonto, soddisfatti di aver dato il proprio massimo, di aver vissuto la giornata. Perché alla fine l’arrampicata è questo: non è lasciarsi influenzare dal grado più alto raggiunto, ma è scalare senza che il grado ti influenzi. La bellezza di sentirsi un supereroe senza poteri.

Consigli di viaggio:
La guida la trovate o sul sito climbkalymnos.com o direttamente lì, nei negozi di arrampicata o nei supermarket. Kalymnos è l’isola che c’è, ma andateci nei periodi meno affollati per viverla al meglio. Non importa che grado fai, c’è di tutto, e dopo un giorno lì ti diverti facendo anche le scale di casa. Alla fine della giornata, fatti un giro per il centro con indosso l’imbrago, e senza togliere la magnesite dalle mani, non hai idea di quante nuove amicizie farai, e degli sconti al bar. I tedeschi monopolizzano le vie, non è colpa loro, sono così, finché non conoscono ogni presa della via non scendono, la riprovano 20 volte... sono tedeschi. Mentre ti avvicini con la nave da Kos, metti sul telefono la colonna sonora di Jurassic Park, e goditi l’arrivo "Like a boss".
Kaly ha rappresentato per noi una tappa fondamentale, lì abbiamo deciso di voler raccontare dei nostri straordinari viaggi per climber normali, lì abbiamo deciso di volare in Argentina, nella terra di Sofia, a dicembre, alla scoperta di un’Atlantide Latina ... esagerato!? Forse, ma qualunque cosa scopriremo, la racconteremo, perché da grandi poteri derivano grandi responsabilità.

di Giulio Iannece e Sofia Seghetti

INFO: www.animamigrante.com e facebook.com/animigrante

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