Torvagando for Nepal: Tripletta di Torri

Continua Torvagando for Nepal, il viaggio di Annalisa Fioretti e della ONLUS 'Il Nodo Infinito' per raccogliere fondi in aiuto delle popolazioni del Nepal colpite dal terremoto. Il 21, 23 e 24 luglio 2016 Annalisa ha salito, con vari compagni, il Torrione del Cinquantenario – via Unicef (torre 6°), la Torre Grande di Falzarego - via Dibona (torre 7°) e la Piccolissima di Lavaredo - via Cassin (torre 8°). Il viaggio e la scalata di 20 tra le più belle e significative torri di riccia continua.
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Cima Piccolissima di Lavaredo, Via Cassin: Annalisa Fioretti sul traverso
Annalisa Fioretti, Gianpietro Todesco

La sesta torre (Torrione del Cinquantenario – via Unicef) non vale proprio come torre perché mancava il mio compagno di avventura Gianpietro (Todesco ndr), ma resta comunque una bellissima salita in un caldo pomeriggio estivo per fuggire dal caos e immergersi su per la Grignetta solitaria e silenziosa. La settima torre è arrivata quasi per caso dopo un attento controllo delle condizioni meteo durato tutta la settimana con la preoccupazione che, visti i temporali in arrivo, non avremmo combinato proprio nulla né sabato né domenica. Ci siamo diretti molto presto verso la Grande Torre di Falzarego attaccando la via Dibona, pronti a girare i cavalli e tornare giù alla prima goccia. Due gocce le abbiamo beccate all’inizio, ma poi visto che sembrava reggere abbiamo proseguito arrivando in cima alla Grande di Falzarego con attorno tutti i nuvoloni alle 12:30. Bella salita disturbata solo dal rombo di moto e ferrarine sulla strada sottostante.

Il pomeriggio l’acqua l’abbiamo presa dirigendoci verso il lago di Misurina dove avevamo appuntamento con gli amici Emma Zecca e Claudio Gilio con cui volevamo condividere la nostra ottava torre: la Piccolissima di Lavaredo salita per la via Cassin. Vista la pioggia, ci siamo chiusi nella supermacchina di Gian e abbiamo schiacciato un pisolino nei nostri sacchi a pelo. Il sole ci ha sorpresi e il lago ci invitava a godere di tanta bellezza. Difficile esprimere il nervoso misto a eccitazione che precede una grande salita come quella che ci aspettava. La sera, dopo una mangiata pantagruelica, dalle nostre auto-casa, ci siamo anche messaggiate Emma ed io… un po’ agitate, un po’ nervose, un po’ preoccupate, ma sicuramente con la voglia di metterci in gioco e andare a curiosare quella torre così ardita. Dividere alcune delle nostre salite con amici è un’idea che ci era venuta molto tempo fa. E’ bello arrampicare assieme, ma è bello dividere la fatica e la bellezza dell’arrampicata con amici che hanno la nostra stessa passione e il nostre stesso modo di andare in giro per il mondo. E difatti… boom… la scelta è risultata azzeccata regalandoci una giornata indimenticabile.

La Piccolissima nella luce rosata dell’alba era ancora più bella e man mano che ci si avvicinava, le sue pareti scoscese e strapiombanti incombevano su di noi. Come mi son sentita piccola… che impressione quei “gialli” sopra le nostre teste! Tiro dopo tiro la parete si faceva dura ed interessante, tiro dopo tiro si capiva la stoffa e l’anima di quella cima che, a torto è stata chiamata Piccolissima, solo per un mero confronto con le sorelle maggiori.. Strapiombi, traversi, rocce che solo a guardarle ballavano, arrampicata molto continua e molto di testa, dove la paura più grossa era di non tirare addosso ai compagni sotto niente di niente (anche perché, molti dei sassi che abbiamo toccato e che ballavano avevano le dimensioni di lavatrici, forni a microonde ecc). Da un tiro piovevano giù gocce tonde e argentate che percorrevano la distanza tra i tetti sovrastanti e noi illuminandosi come piccole sfere d’argento e poi spaccandosi sulle nostre braccia... potevo seguirne il volo, incantata.

Salivamo tenendoci tutti d’occhio, attenti al tempo che lentamente, da sereno, ha lasciato spazio a nuvole sempre più fitte e grigie. Condividere: "dividere-con”… salire con nella testa l’obiettivo della cima, ma pronti anche a ripiegare nel caso in cui qualcuno non ce l’avesse fatta o avesse preferito scendere. E la cima ci è apparsa come per magia, proprio mentre mi stavo divertendo, proprio mentre avrei voluto continuare. Attorno un panorama grandioso: le Nord delle Tre Cime, i ghiaioni sottostanti, la gente che ci guardava lontana, piccoli come formiche, le Dolomiti attorno nella loro maestosa bellezza… quanto ci siamo sentiti piccini lassù!

Una barretta divisa, una sorsata di sali, due coccodrilli Haribo e giù nel toboga infernale che ci avrebbe depositati all’attacco della via. Ricordo l’eccitazione per la via appena salita, l’abbraccio di Gian, il sorriso sul suo viso, la felicità di Emma e Claus al comparire sulla vetta, ricordo il dolore ai piedi, il freddo che ci invadeva piano piano, ma forse la cosa che ricordo più di tutte è stata proprio la soddisfazione di aver diviso una delle vie di più grande respiro assieme a tre belle persone! Ricordo le braccia alzate di Emma, stanca da non riuscire a parlare, ma con nel sorriso la felicità di chi ha tenuto duro e ce l’ha fatta. Ricordo il viso soddisfatto di Claus, sempre attento però al meteo in peggioramento, ricordo la luce negli occhi di Gian, poche parole, ma tra noi le parole non servono, ci si capisce con uno sguardo solo ed essere quassù è stata una giornata davvero regalata!

La pioggia ci ha sorpresi alla forcella e già temevamo di sentir rombare i tuoni e di vedere le rocce rotolare giù assieme all’acqua che si sarebbe incanalata in quel tunnel infernale. Ma era scritto che non succedesse e che anche le calate fossero la chiusura di una giornata specialissima. Il pensiero, mentre, riparati dal tetto sovrastante, radunavamo la nostra “ferramenta” e ci lanciavamo per i ghiaioni sottostanti è stato ovviamente per il grande Cassin, che ai suoi tempi ha aperto una grande via, con mezzi che noi ci sognamo e con una tenacia che gli invidio.

Alla macchina la semplicità di poter dividere anche solo il pane acquistato il giorno prima, il formaggio di malga e una super birra nel boccale dell’amicizia seduti sull’asfalto son stati la festa più bella per questa via. E cosa c’è di più bello che scherzare coi passanti e offrir loro del formaggio..felici, pieni, soddisfatti? la Vita che voglio!

Che dire?grazie amici di aver diviso con noi questa bella torre, grazie di averci accettati per quello che siamo. E come sempre la bandiera del Nepal ha sventolato anche su queste torri!

Annalisa Fioretti

Per aiutare l'iniziativa in aiuto del Nepal di Il Nodo Infinito ONLUS e Annalisa Fioretti questo è l'IBAN: IT09K0845332760000000190806
www.ilnodoinfinito.it

>> Tutte le tappe del viaggio di Torvagando for Nepal


SCHEDA: Via Cassin, CimalPiccolissima, Tre Cime di Lavaredo




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