Sulla via Diamante pazzo al Becco Meridionale della Tribolazione, di Ivo Ferrari

Ivo Ferrari e i diamanti sono per sempre. Sulla via Diamante pazzo (250m, 6a+) la bellissima via aperta nel 1984 da Roberto Perucca e Rinaldo Sartore sulla parete Est del Becco Meridionale della Tribolazione (Gran Paradiso). Con un ricordo di Gianmario Bellini dedicato a Roberto Perucca.
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Dario Spreafico su uno dei passi chiave di Diamante pazzo
archivio Ivo Ferrari
Seguire una voglia? Io ne possiedo parecchie, ho voglia di dormire, di coccolare i miei bambini, di pescare, di sentire i profumi delle stagioni, di leggere … di Tante voglie, alcune sono ovviamente proibite, e non le lascio uscire dalla testa! La voglia che bussa alla mia porta più di frequente è quella del “conoscere chi non ho potuto conoscere” ecco perché tra le Montagne sto cercando di ripetere linee per me importanti che per un motivo o per l’altro non sono diventate “da fila”.
Scalando appoggio le mie dita sugli stessi appigli e lascio libera l’immaginazione, a volte riesco a ritornare a valle con un “amico” in più, ma non parto mai da casa senza essermi informato prima, mi piace pensarli già amici. Capita che poi, dopo aver ripetuto una loro via, lo diventino veramente, ci scambiamo impressioni e storie, che sono la benzina che muove il motore. Altre volte “loro” non ci sono più, il tempo o il destino sono già passati, non posso direttamente parlarci insieme, ma posso stringerli attraverso le mie dita, attraverso le loro linee e, con l’aiuto di persone che mi raccontano “chi erano”.
Mi piace tutto ciò, il libro che ho nella testa si riempie sempre più di ricordi, aneddoti, storie. Un libro che Vinicio di Planetmountain mi permette di scaricare su internet per condividerlo con voi. Mi dovete solo scusare se le righe che lascio sono poche, per cosi dire “in versione economica”, ma il testo integrale richiederebbe troppo tempo e penso che sia bello tenersi l’originale tutto per sé... con una copia destinata ai miei figli, sperando che non la vendano in cambio di un cellulare!



UN "DIAMANTE" È PER SEMPRE di Ivo Ferrari

La motivazione è nata sfogliando la vecchia guida di Maurizio Oviglia sulle arrampicate nelle Valli intorno al Gran Paradiso, lo stimolo invece è arrivato dopo aver arrampicato all’ombra del Becco di Valsoera, alle mie spalle vedevo il Sole illuminare una montagna conosciutissima che non avevo mai avuto il piacere di salire... Una via mi ha colpito, una linea e il suo breve e chiaro commento da parte di uno degli apritori, lo scomparso Roberto Perucca nelle pagine della guida: "In tre orette, abbiamo tracciato la via, con due rinvii per tiro. Per me è stato un momento molto forte aprire una via sul Becco della Tribolazione, perché ce l’avevo proprio davanti a casa..." Parole semplici, che ci riportano indietro al 1984, anno dell’apertura di Diamante Pazzo. Uno stile pulito, una preparazione e una gran voglia di guardare avanti, di lasciare “il segno” con una salita bella, vera e genuina.

Partiamo alle cinque e trenta dalla diga di Teleccio, siamo in quattro, una cordata per Diamante e una diretta sullo Spigolo sud est del Becco della Tribolazione, Gianmario che qui è di casa ci guida tra le sue Montagne, mi spiega tutto ciò che vedo all’orizzonte. Saliamo a passo tranquillo, oggi il cielo è azzurro, fa caldo... Sono eccitato, voglio conoscere Diamante, la macchina fotografica scatta foto a raffica, non si finisce mai di fissare il Becco, è una montagna meravigliosa, stupenda, spettacolare!

Giunti alla base salutiamo Gianmario e Federico e ci diamo appuntamento in Cima. Superato lo zoccolo incontriamo altre due cordate, una per la Grassi-Re e l’altra diretta alla Malvassora, super classiche della parete. Iniziamo a salire a comando alternato e subito capisco quello che avevo intuito, la linea è logica e bella, poco chiodata ma proteggibile bene con i friend... Il tempo in me sta ritornando indietro, diretto al passato, cerco d’immaginare Roberto e Rinaldo salire sicuri e veloci, protetti più dalla loro bravura e dall’incoscienza dei vent’anni che da chiodi sicuri.

Ventinove estati sono passate, quante vie, quante righe immaginarie, quanti metodi e arrampicatori... Ma sul Becco, fotogenico e solare, nel mezzo, su diritto verso il cielo esiste un “regalo” creato da due ragazzi forti, incoscienti, innamorati della roccia e di queste valli, un regalo che resiste al tempo, alle mode e silenzioso rimane lì ad aspettare chi le mode non le segue. Ma è giusto cosi, certe linee sono talmente belle da superare il tempo... e un Diamante è per sempre!

Un grazie particolare a Dario, Gianmario e Federico per la stupenda giornata, e un pensiero a Roberto che lungo le sue linee e tra la sua gente è sempre presente.

Ivo Ferrari


RICORDANDO ROBERTO di Gianmario Bellini

Ricordo una delle prime volte che rimasi affascinato dal raccontare di Roberto Perucca, erano i primi anni novanta, era una sera in inverno ed eravamo in un bar a Locana, in Valle dell'Orco. Io avevo circa 15 anni. Roberto indossava una t-shirt con su scritto "Go climb a rock" e si stava preparando una sigaretta. Raccontava con passione della sua via "Diamante pazzo", sul Becco della Tribolazione, e penso che, durante uno di quei racconti, decisi di avvicinarmi al mondo dell'arrampicata, divenendone poi un semplice appassionato.

Purtroppo la mia passione era agli inizi quando nel 2000 Roberto morì nel Piantonetto e, quindi, posso dire di averlo conosciuto più come concittadino di Locana piuttosto che come alpinista. Era una persona simpatica, schietta e sincera, guida alpina e forte arrampicatore. A volte era silenzioso. Ma l'aspetto migliore che possedeva era che, molto semplicemente, era una persona interessante, con argomenti da discutere, mille cose da dire ed esperienze concrete da raccontare.

Ricordo come una sera, nell'estate del 1998, riuscì a riempire oltre la capienza il salone polifunzionale di Rosone, in Valle dell'Orco; si proiettavano le sue diapositive del suo viaggio in Yosemite. A dimostrazione del carisma che possedeva, quella sera, la maggior parte dei presenti era composta non da arrampicatori, ma da persone comuni, attratte più dagli argomenti di Roberto che dalla passione per la roccia.

Gianmario Bellini

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