Samuele Scalet, l'addio all'alpinista innamorato delle Pale di San Martino

Ci ha lasciati Samuele Scalet. Aveva 70 anni, da alpinista ci ha regalato vie indimenticabili sulle Pale di San Martino (Dolomiti).
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La parete est del Sass Maor
arch. R. Scarian
“Prima o dopo mi assale sempre il desiderio di tornare su qualche bella parete a consumarmi la pelle delle mani o ad aspettare l'alba in un bivacco.” Questo mi disse Samuele Scalet qualche anno fa in un'intervista. Forse è stato quello stesso richiamo che, venerdì mattina, l'ha spinto ad uscire dalla sua abitazione di Trento verso il rifugio Bindesi di cima Marzola. Un'escursione a lui famigliare sulla montagna che sorge proprio a due passi da Trento. Ma da quella sua ultima passeggiata Samule Scalet non è più ritornato. Ieri le squadre di soccorso hanno ritrovato il suo corpo nascosto in mezzo alla boscaglia.

Non ha mai smesso di pensare alla montagna Samuele Scalet, nemmeno in questi ultimi anni di lunga malattia. Nato nel 1940, trentino, laureato in matematica, insegnante, alpinista e fortissimo arrampicatore (nonché Accademico del Club Alpino dal ‘68) ha firmato molte bellissime vie sulle Pale di San Martino. Quelle stesse montagne che hanno riempito la sua fantasia di bambino “lasciando una traccia indelebile per tutta la vita”.

“Senza la montagna e l'amore che ho per essa non sarei più io” mi aveva raccontato sempre in quell'intervista, ricordando il momento in cui tutto era iniziato. In quell'estate dei suoi 13 anni  era andato alla ricerca delle sue pecore che si erano perse sull’Altopiano delle Pale. Le ritrovò  dopo giorni di solitaria ricerca. Intanto però era scoccata la scintilla: aveva gettato lo sguardo dentro e dietro le Pale innamorandosene per sempre.

La sua prima via nuova è dell'agosto del 1959, l'aprì sulla Cima Principale di Manstorna insieme ad Aldo Bettega, altro grandissimo alpinista delle Pale, e a don Sesto Bonetti. Poi venne quello che lui definì il suo primo perido da alpinista, che culminò nel 1964 con l'apertura della via Biasin sulla parete delle pareti delle Pale, la sud est del Sass Maor. Una via, bellissima e difficile, che per molti anni fu il banco di prova per i migliori dolomitisti e non solo.

Quella via per Scalet rappresentò la realizzazione di un sogno a lungo inseguito ma anche la perdita del suo compagnodi scalata, Giancarlo Biasin, che precipitò nella (facile) discesa. Quella tragedia gli lasciò tracce profonde. Tanto profonde che quasi interruppe le sue scalate.

Ma il suo amore per quelle montagne era troppo forte. Così dal '93 iniziò la sua seconda primavera da scalatore. Una stagione bellissima tanto che, nel 2001, insieme a Marco Canteri e Davide Depaoli, aprì la stupenda Masada, una super via di 1260m metri considerata una delle più belle delle Dolomiti. Non a caso anche Masada percorre l'immensa sud est del Saas Maor, la parete che per sempre resterà nella sua anima e che per sempre parlerà agli alpinisti di Samuele Scalet.
Note:
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