Per un pugno di sale, nuova via d'arrampicata in Valle dell'Orco

Il racconto di Umberto Bado che, insieme a Paolo Giacobbe, ha completato 'Per un pugno di sale' (7b / A0, 6b+ max 180 m), una nuova via di arrampicata sulla Parete degli Archi Neri in Valle Orco.
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Per un pungno di sale - Umberto Bado sulle lame del terzo tiro
archivio Umberto Bado

Apro il vecchio Rock Paradise (guida della Valle dell'Orco scritta da Maurizio Oviglia) a pagina 191. Cinquantunesima struttura descritta. Parete degli Archi Neri, non una foto ma solo uno schizzo di una via di artificiale. Leggendo il paragrafo dedicato alla struttura: "inconfondibile e bellissima parete striata da numerosi tetti ad arco. Per ora una sola via la percorre..." Non più. Un grosso difetto delle nostre aperture è la lunghezza dei cantieri, anni e anni per finire una linea. Un grosso pregio, non ci passa la voglia nemmeno dopo secoli di cantiere.

Per un pugno di sale nasce dall'intuizione di Paolo Giacobbe, "Dai Umbe, ho visto sulla foto una possibile linea, andiamo". La mia risposta fu affermativa ma priva di entusiasmo. Figurati se c'è una linea nuova per noi pivelli su una parete così. Mi ricredetti in fretta, la linea c'era. La attaccammo in artif ma ben presto ci accorgemmo che tra le mani avevamo una via da libera, anche se su difficoltà lontane anni luce dalle nostre capacità. Correva l'anno 2011, era l'inizio di un lungo cantiere.

L'apertura
Scalando in artif guadagnavamo, poco, terreno verticale ad ogni visita alla parete. Salivamo su protezioni mobili e spittavamo dove ci sembrava impossibile da proteggere in libera. Posso mettere un buon friend? Non spitto. Sto facendo artif su microchiodi? Spitto. Con questo metodo stavamo cercando di creare una via di libera ma stando sulle staffe e i problemi sono sorti velocemente. Dalle staffe non puoi capire molto della libera. Correvamo il rischio di fare una mitragliata di spit senza alcun senso. Decidemmo quindi di non spittare le parti più dubbie e di proseguire in artif verso la cima. In tre giorni arrivammo sulla bella sommità degli Archi Neri. Colmi di gioia ma con una domanda "Che cacchio abbiamo fatto? Una via di artif con gli spit? Una via di libera senza alcuni spit? O un gioco solo per noi?"

Il cantiere
La risposta fu "Una super via di libera... da sistemare". L'avvicinamento non agevole, gli zaini enormi e le ore passate con la spazzola, il trapano o a provare i singoli passaggi scoraggiavano tutti gli amici che, dopo essere venuti con me una volta, trovavano le scuse più fantasiose per non rendersi reperibili. Come li capivo! Ma la via andava finita. Prima o poi.

Nelle sporadiche volte in cui trovavo qualche santo che mi accompagnasse riuscivo a pulire un pezzo in più, spostare uno spit che avevo messo male durante la prima salita oppure riuscivo a liberare un altro passaggio. Piano piano la via prendeva forma per quello che realmente doveva essere: una linea di libera sugli archi neri.

Arriviamo al 2017
Ci sono i soci volenterosi, la forma fisica c'è, mancano pochi ritocchi. Potrebbe essere l'anno buono. I soci sono Daniele Gallarato, Marco Appino, Pierre Vezzoli e Alessandro Masiero. Con Daniele completiamo la spittatura per la libera e facciamo le grandi pulizie. Con Marco terminiamo la pulizia, mentre lasciamo al forte Pierre il compito di tirarsi la via e darci un giudizio. Discutiamo su un ultimo spit. Io non lo voglio mettere, l'ingaggio fa parte della via. Loro lo vogliono perché il volo potrebbe essere dannoso. Mi convincono, buco.

Con Alessandro proviamo a liberare i tratti ancora non scalati. Lui riesce a liberare il boulder di L3, mentre L6 ed L7 riusciamo a comprenderle ma non a salirle. Uno spit va spostato per agevolare il moschettonaggio. Dopo vari voli riesco a liberare la placca di L8. Manca poco! Manca poco!

Ancora Daniele
Una giornata in valle senza una meta precisa. "Toh! Guarda che caso, ho un trapano nello zaino! Che ne dici se facciamo un salto alla parete?". Dani non esplode di gioia ma accetta. Corriamo fino a L7 mungendo tutto. Cambio lo spit e iniziano i giochi della libera. Dopo vari tentativi i piedi spalmati tengono e raggiungo la presa oltre il tetto. Liberato! Manca L6!

Ci caliamo e parto. Lo studio fatto con Alessandro dà i suoi frutti. Liberato. I successivi 5 spit in placca sono ostrogoto per me, rimarrà questa sezione di A0. Poco male, un gioco per gli amanti del genere!

Cinque settembre 2017, nasce Per un pugno di sale. La seconda via degli archi neri. La prima in ottica moderna e la prima, quasi, totalmente in libera. Difficoltà massima 7b, difficoltà obbligatoria 6b+.

Grazie Paolo per la visione e le tre giornate avventurose per arrivare in cima. Grazie a tutti gli amici che hanno sopportato il guado, la pietraia e la schiena a pezzi. Grazie a Daniele Gallarato, Marco Appino, Pierre Vezzoli per essere tornati più volte a darmi una mano nel rush finale e grazie ad Alessandro Masiero per avermi aiutato a liberare i passaggi più ostici.
Infine il grande ringraziamento va a Luca Ponziani del negozio Mountain Sicks che ci ha fornito tutto il materiale necessario per questa e per altre grandi avventure.

Luca, ci chiedevi e speravi che gli spit servissero per una via facile. Beh, forse non è facilissima ma di sicuro è stupenda! Grazie.

di Umberto Bado
www.guidealpinetorino.com 

SCHEDA: Per un pugno di sale, Valle dell'Orco


LINK: Vai a tutte le vie Valle dell'Orco nel database di planetmountain.com




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