Nives Meroi e Romano Benet verso il Kangchenjunga

Domenica 15/03 Nives Meroi e Romano Benet sono partiti per tentare il loro 12 Ottomila, il Kangchenjunga (8586m , Nepal-India), terza montagna per altezza della terra
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Nives Meroi e Romano Benet
arch. Meroi, Benet
Nives Meroi e Romano Benet sono partiti domenica 15 marzo, destinazione Kangchenjunga. La montagna dei 5 tesori delle nevi. 5 gioielli, uno per ognuna delle sue 5 cime oltre gli Ottomila, con la più alta che culmina a 8586m e che ne fa la terza montagna più alta della terra. Posto al confine tra Nepal e la regione indiana del Sikkim, il “Kanch” è il più orientale degli Ottomila nepalesi, e sicuramente uno dei più complicati.

Sarà questa grande montagna che occuperà i pensieri e gli sforzi della coppia alpinistica con più Ottomila all'attivo: undici sono quelli già saliti, tutti senza ossigeno e senza portatori d'alta quota. Annapurna, Makalu e appunto il Kangchenjunga quelli che ancora mancano all'appello per compiere l'en plaine delle 14 montagne più alte.

“Il Kangchenjunga è una montagna ostica” conferma Romano Benet “soprattutto per il condizioni meteo: prende ogni nuvola che arriva dall'India, tanto che per lunghissimi periodi non si mostra. Partiamo io e Nives da soli e visto che siamo un po' di anticipo sui tempi avremo almeno un mese in cui saremo soli anche al Campo base prima che arrivino le altre spedizioni”. Una situazione ideale per la coppia tarvisiana che non ha mai nascosto il piacere di affrontare la montagna lontano dalla folla. Cosa che a volte non è possibile nemmeno sui grandi colossi himalayani.

“Saliremo per il versante Sud Ovest, lungo la via dei primi salitori quella seguita dai britannici Joe Brown e George Band nel 1955. Sappiamo che è complicata, ma sinceramente non ci siamo preoccupati troppo di leggere la relazione” spiega Romano “ho imparato che su montagne complicate e tormentate come quelle delle nostre Alpi Giulie, o come il Kanch, si rischia di fare confusione. Meglio mettersi nelle condizioni dei primi salitori. Anche perché saremo appunto da soli a battere traccia, a decidere come prendere i crepacci, dove aggirarli... che strada prendere...”.

“Sarà tutto nuovo. E' la prima volta che andiamo da quelle parti. Anche il trekking di 10 giorni per arrivare al Campo base sarà una sorpresa: ci hanno detto che è magnifico.” Un avvicinamento che servirà a Nives Meroi per allenarsi, direttamente sul campo, dopo l'ultima operazione alla gamba infortunata nell'incidente al Makalu del 2007. Ma visto com'è andata con la salita lampo del Manaslu lo scorso ottobre non c'è da preoccuparsi troppo.

Se tutto va bene e meteo permettendo, il primo tentativo utile per la vetta potrebbe arrivare già alla fine di aprile. In tempo per quando arriveranno al campo base le altre spedizioni. Tra le quali è prevista la presenza anche di Edurne Pasaban, l'alpinista spagnola che con Nives Meroi e l'austriaca Gerlinde Kaltenbrunner detiene il record femminile di Ottomila saliti. Anche se occorre dire che Meroi e Kaltenbrunner (che questa primavera è attesa al Lhotse) a differenza della Pasaban li hanno saliti tutti senza ossigeno. Ma questa è un'altra storia... adesso ciò che conta è l'avventura sul Kangchenjunga.
Note: Tutti gli Ottomila (senza ossigeno) saliti da Nives Meroi e Romano Benet:
Manaslu (2008)
Everest (2007)
Dhaulagiri (2006)
K2 (2006)
Lhotse (2004)
Gasherbrum 1 (2003)
Gasherbrum 2 (2003)
Broad Peak (2003)
Cho Oyu (2003)
Shisha Pangma (1999)
Nanga Parbat (1998)

Restano da salire:
Kangchenjunga, Annapurna, Makalu.


arch. news Meroi - Benet
nives.alpinizem.net
Società Italiana Medicina di Montagna
Expo Grivel
www.montura.it



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