Mt Alberta parete nord, importante salita di Jason Kruk e Josh Lavigne
All'inizio di settembre Jason Kruk e Josh Lavigne hanno salito la parete nord del Mt Alberta in Canada, seguendo la via House - Anderson fino a circa 3/4 altezza per poi continuare su terreno vergine (WI5, M7+, 1000m, 06-09/09/2012). In parete hanno scoperto una magnifica, enorme grotta.
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Jason Kruk in un breve tratto senza guanti e con i ramponi nella parte alta della parete
Josh Lavigne
Jason Kruk e Josh Lavigne hanno recentemente effettuato una delle rare salite di una delle pareti più ambite e difficili del Canada, la nord del Mt Alberta. Salendo in stile alpino, Kruk e Lavigne hanno "superato tutto: neve fresca consistente, alta quanto uno scarpone, neve trasformata, ghiaccio vecchio e duro, ghiaccio blu vivo" passando per "roccia estremamente friabile" coperta da neve per raggiungere la parete vera e propria, sempre seguendo la linea scelta nel 2008 da Steve House e Vince Anderson per raggiungere un'incredibile colonna di ghiaccio a metà parete.
Commentando la salita sul suo blog, Kruk ha descritto questa colonna gradata WI5+ come eccezionale, spiegando: "Josh ed io abbiamo salito roba di questo genere un sacco di volte, e la valutiamo molto vicino all'assoluto top..."
Dopo un breve tratto di misto Kruk è riuscito a raggiungere una cengia dove, con sua grande sorpresa, ha scoperto una grotta che potrebbe rivelarsi un elemento chiave di questa parete. Pur avendo tempo a disposizione per salire altri tiri, i due erano incuriositi dalla cavità e hanno deciso di passarci la notte per essere più freschi per le difficoltà ancora da affrontare. "Abbiamo infilato la testa dentro la grotta ed è apparsa una grande sala", ha spiegato Kruk. Molto più di una stanza però: i due si sono poi avventurati per circa 20 minuti in profondità dentro la pancia del Mt Alberta prima di tornare indietro!
Dopo la comoda notte i due hanno continuato la salita partendo presto la mattina successiva, ed invece di traversare verso sinistra per raggiungere terreno più facile, come avevano fatto Anderson e House, Kruk e Lavigne hanno proseguito direttamente per l' "intensamente esposta" headwall, effettuando 4 difficili tiri di drytooling ed uno più facile, ma con protezioni molto distanziate. "Direi che circa 7 o 8 tiri erano un M7 pieno, e ad un paio darei M7+++" ci ha spiegato Kruk. Una volta in cima sono scesi lungo la Via Giapponese e dopo un ulteriore bivacco sulla parete est hanno finalmente raggiunto il rifugio.
La grotta è senz'altro una rivelazione importante ed interessante, come spiega Kruk è "Un'oasi orizzontale in un deserto verticale". Quest’ ultima salita firmata Kruk - Lavigne certamente farà incuriosire molti, e per l'interessante racconto vi consigliamo il blog di Kruk: http://blog.jasonkruk.net
Commentando la salita sul suo blog, Kruk ha descritto questa colonna gradata WI5+ come eccezionale, spiegando: "Josh ed io abbiamo salito roba di questo genere un sacco di volte, e la valutiamo molto vicino all'assoluto top..."
Dopo un breve tratto di misto Kruk è riuscito a raggiungere una cengia dove, con sua grande sorpresa, ha scoperto una grotta che potrebbe rivelarsi un elemento chiave di questa parete. Pur avendo tempo a disposizione per salire altri tiri, i due erano incuriositi dalla cavità e hanno deciso di passarci la notte per essere più freschi per le difficoltà ancora da affrontare. "Abbiamo infilato la testa dentro la grotta ed è apparsa una grande sala", ha spiegato Kruk. Molto più di una stanza però: i due si sono poi avventurati per circa 20 minuti in profondità dentro la pancia del Mt Alberta prima di tornare indietro!
Dopo la comoda notte i due hanno continuato la salita partendo presto la mattina successiva, ed invece di traversare verso sinistra per raggiungere terreno più facile, come avevano fatto Anderson e House, Kruk e Lavigne hanno proseguito direttamente per l' "intensamente esposta" headwall, effettuando 4 difficili tiri di drytooling ed uno più facile, ma con protezioni molto distanziate. "Direi che circa 7 o 8 tiri erano un M7 pieno, e ad un paio darei M7+++" ci ha spiegato Kruk. Una volta in cima sono scesi lungo la Via Giapponese e dopo un ulteriore bivacco sulla parete est hanno finalmente raggiunto il rifugio.
La grotta è senz'altro una rivelazione importante ed interessante, come spiega Kruk è "Un'oasi orizzontale in un deserto verticale". Quest’ ultima salita firmata Kruk - Lavigne certamente farà incuriosire molti, e per l'interessante racconto vi consigliamo il blog di Kruk: http://blog.jasonkruk.net
Note:
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