Monte Gallinola, tre nuove vie di arrampicata su misto in Appennino

Sulla parete NE di Monte Gallinola (gruppo Monti del Matese, Molise) sono nate tre nuove vie di arrampicata su roccia e ghiaccio: No Hero, Muschio Selvaggio e More than this. Riccardo Quaranta e Gabriele Paolucci raccontano quest'ultimo sviluppo in Appennino.
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Monte Gallinola: durante l'apertura di 'Muschio Selvaggio' e 'More than this'
Alessio Scacco

L’anno scorso la stagione picche e ramponi in Matese si era conclusa con una splendida giornata su Monte Miletto, ricca di soddisfazioni e con l’apertura della suggestiva Cerro Torre. Quest’anno si apre con un po’ di anticipo per quote e latitudini qui al sud, complice la comparsa di neve e basse temperature, direi alquanto inaspettate, ma ovviamente accolte con gioia tra noi appassionati.

Decido quindi insieme ad Alessio e Emanule di fare visita ad una montagna "minore" del Matese, la Gallinola, ma non per questo meno ricco di sorprese. "Ragazzi andiamo e vediamo da cosa siamo ispirati, magari invece di ripetere qualche classica vediamo di salire qualcosa di nuovo". I ragazzi accettano di buon grado, la giornata è inaspettatamente serena e senza vento, condizioni non proprio comuni in questo tratto di Appennino.

Il margine destro della parete nord-est si presenta discretamente innevato, osservo per un po’ i tratti di roccia e neve, decido di puntare ad un settore visitato l’anno scorso dall’amico Gabriele Paolucci e dal suo compagno Valter Di Cecco, sul quale avevano tracciato la via No hero. In breve arriviamo alla base e l’avventura inizia con la prima linea. Condizioni molto scozzesi dove si arrampica, complice anche la poca neve, su tutto praticamente: neve, roccia, muschio, cuscini di erba gelata. Proprio questi ultimi ricordano un po’ le formazioni "a cavolfiori" delle cascate, rimpiango solo che non abbiano la stessa solidità… Comunque un buon paio di attrezzi tecnici e molto curvi forniscono un valido aiuto, la salita è piacevole, i ragazzi entusiasti. Arrivati in cima Alessio esclama "Ricca’ ma qui si tratta di muschio selvaggio!" Sorridiamo tutti, almeno la prima fatica del nome è andata.

Veloci discendiamo alla base, è appena mezzogiorno; "dai che ne saliamo un’altra". Un po’ di tè caldo, un po’ di cioccolata e si riparte, il cielo resta terso e tutto sembra perfetto. Questa volta punto alla direttissima, la linea che solca al centro la parete…e sempre Alessio (Emanuele è in silenzio ed in preda ad una crisi mistica) "Ricca’ ci buttiamo sullo strapiombo eh!". In effetti l’attacco è in corrispondenza di una fascia di rocce strapiombanti e con queste condizioni "magre" la pancia è anche esaltata. "Sì dai, movimentiamo un po’ la giornata" gli rispondo io, avviandomi verso l’unico punto debole della roccia. Piccolo ribaltamento e mi trovo al cospetto del verticale / leggermente strapiombante: pianto un chiodo e via, con un paio di movimenti sono fuori, che bello!

Il tiro resta comunque sostenuto e delicato per la difficoltà a trovare punti solidi di protezione ed i continui ribaltamenti sui cuscini di erba gelata. Finalmente una piccola cengia mi consente di sostare e recuperare i ragazzi. Arrivano con le facce sorridenti, meno male penso fra me e me. Riparto, e sembra ancora non mollare, altri dieci metri delicati, poi finalmente un po’ di respiro, un’ampia cengia mi consente di sostare comodamente e di godermi la visuale mentre li recupero.

Con un’ultima lunghezza di corda siamo fuori, foto di rito e poi nuovamente agli zaini. Ci aspetta il momento birra e relax al mitico pub "Ciapin", che ci accoglie con un vecchio ma bel pezzo dei Roxy Music, così anche il secondo nome è andato!

Grazie ad Alessio ed Emanuele, a Gabriele e Valter per aver accettato l’idea di condividere la loro giornata di apertura della via "No hero" da cui il settore prende nome. Buone picche e ramponi a tutti!

NOTA: le difficoltà riportate nelle relazioni si riferiscono alle condizioni di apertura degli itinerari, pertanto possono cambiare, anche di molto; in generale tendono a diminuire con buon innevamento e trasformazione del manto nevoso.

Ringrazio Climbing Technology ed il punto vendita "Alta Quota" di Isernia per il supporto alla mia attività.

di Riccardo Quaranta


NO HERO di Gabriele Paolucci

Il 4 Marzo 2016 una canzone rimbomba nella mia testa. Saranno le 5 di mattina, forse le 6, non ricordo, io e il mio caro amico e compagno di cordata Valter siamo già svegli da un po’ e stiamo dirigendoci sul Matese per fare qualche via di misto… non abbiamo idee precise. Di ghiaccio in giro in Appennino in quei giorni ce né poco e in macchina abbiamo anche gli sci, non si sa mai. Intanto quella canzone non smette. È da un po’ di tempo che la sento alla radio quando giro in macchina ed ha iniziato ad entrarmi nella testa e così inizio a canticchiarla fino a quando, dopo una buona mezz’ora dopo essersi sorbito la lamentela, Valter sbotta e inizia a prendermi in giro sui miei gusti musicali. Come non dargli ragione!

Nel frattempo si arriva a Campitello Matese e dopo una rapida occhiata alla Nord del Miletto, alquanto magra, ci mettiamo gli sci ai piedi e puntiamo verso la Gallinola. Arriviamo sotto una delle vie che avevamo in mente e attacco. Faccio 7-8 m ma capisco subito che oggi non è aria: il ghiaccio cartonato è più fragile del solito. Non resta che disarrampicare e tornare sui propri passi.

Ma non molliamo. Passando avevamo notato una parete interessante più "coperta" delle altre e una possibile linea di salita. Ci avviciniamo e ci rendiamo conto che qui forse si sale. Partiamo e con 3 lunghezze siamo sù. Avvito pure qualche vite. In parete non rimane nulla del nostro passaggio; restano soltanto le note della solita canzone urlate al vento e le imprecazioni di Valter che continua a ironizzare sulla mia fissa. Mentre rientriamo in macchina pensiamo ad un nome per la nuova via ma non abbiamo dubbi: la via si chiamerà come la canzone cantata tutto il giorno che nel frattempo ha avuto modo di ascoltare alla radio anche il mio socio. Un bel titolo. Nasce così "NO HERO", anche a dire che l’alpinismo, soprattutto il nostro, è e resterà solo e soltanto un gioco e un modo per trascorrere giornate che resteranno per sempre impresse nelle nostre menti.

La linea di No Hero resta disegnata sulle nostre foto fino a quando, qualche giorno fa, un altro amico, Riccardo, mi chiede questo resoconto per pubblicarlo con le altre 2 vie da lui aperte in questo settore della Gallinola. Mentre scrivo queste righe non posso che augurargli di continuare la sua intensa attività esplorativa in quest’angolo di Appennino "patagonico" a torto sottovalutato e che ha ancora un enorme potenziale.


SCHEDA: No Hero, Monte Gallinola


SCHEDA: More than this, Monte Gallinola


SCHEDA: Muschio Selvaggio, Monte Gallinola





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