Martin e Florian Riegler, Flying Penguin e le Canadian Rocky Mountains

Intervista ai fratelli Martin e Florian Riegler dopo il viaggio - arrampicata nei Bugaboos (Canadian Rocky Mountains) dove hanno aperto 'The Flying Penguin' (300 m, 5.12b/A3) sulla parete sud dei Pigeon Feathers.
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Martin Riegler
Michael Messner

Ormai saranno in molti ad aver intuito lo stile di Martin e Florian Riegler. Di certo i “Riegler Brothers” hanno già più volte dato prova della loro passione per l'alpinismo di ricerca. E così è stato anche in questa loro ultima avventura nei selvaggi e bellissimi Bugaboo delle Rocky Mountains canadesi, circa 900 chilometri da Vancouver. Lì, facendo base sul ghiacciaio, in due giorni di scalata hanno aperto una nuova via sui Pigeon Feathers salendo una torre che, come dice Florian, “sembra un pinguino”. Così si potrebbe dire che “The Flying Penguin”, appunto il nome della nuova via, è un pinguino volante di 300m, per una difficoltà di .12b/A3, segue una serie ideale di fessure che dividono in due la parete.
Per chiudere, basterebbe forse dire che il “Pinguino volante” ha poi ha resistito al tentativo di libera integrale opponendo al 2° tiro una fessura che non ha voluto saperne... e anche che sono stati usati 3 spit di sosta, 12 chiodi e naturalmente tutte le “protezioni veloci” del caso. Ma a noi (e forse anche a voi) resterebbe la curiosità di saperne un po' di più di questi Bugaboo canadesi, del Pinguino ma anche dei fratelli Riegler... Per questo abbiamo pensato di farci raccontare tutte queste cose direttamente da loro...


Florian e Martin, per cominciare una curiosità: come sono questi Bugaboo nelle Rocky Mountains canadesi?
Sono un regalo che la natura ha fatto a noi climber. Quelle pareti sembrano fatte apposta per arrampicare, sono davvero fantastiche!

Se doveste confrontarle con le altre montagne e pareti che conoscete...
Molto sinteticamente: lì c'è meno gente che nella Yosemite Valley, il tempo è migliore rispetto alla Patagonia e c'è roccia migliore di quella delle Dolomiti.

Com'è l'ambiente dei climber, o meglio degli alpinisti, che le frequentano, e qual è lo stile e l'etica praticata?
La gente che scala da quelle parti è abituata a portare grandi zaini in spalla, a stare lontana dalla civilizzazione e soprattutto sa come proteggersi con mezzi veloci. Il loro è uno stile molto bello...

Ormai tutti vi conoscono come i Riegler brothers... dunque è arrivato il momento che uno presenti l'altro , cominciamo con il più grande, Martin, che racconta Florian...
A Florian manca qualche difetta la pazienza e non è molto diplomatico... ma non conosco nessun'altro con la stessa motivazione e passione per la montagna. È completissimo: gare, ghiaccio, vie lunghe, scialpinismo, e tutto ad altissimo livello.

Tocca a te Florian...
Martin è una persona molto forte, non a caso è lui la mente dei Riegler Brothers! Lui quasi sempre percorre il sentiero più duro ed è riuscito a fare delle cose incredibili nella sua vita, per questo lo rispetto tantissimo. Anche se qualche volta gioca un po' troppo a fare la parte del fratello maggiore, ma ormai ci sono abituato... insomma, stiamo benissimo assieme.

Torniamo al Canada. Com'è stato l'approccio con quel granito e soprattutto con le fessure?
Ci siamo fermati qualche giorno a Squamish per abituarci con quel tipo di scalata. Bisogna avere fiducia nei piedi, nelle protezioni e più che altro in se stessi. Ma con un po' di pazieza si impara velocemente.

Dunque vi siete ambientati su due belle classiche della zona... Ce le descrivete?
La “McTech Arete“ sul Crescent Spire è quasi un “must” nei Bugs e anche un buon “testpiece” per le altre vie. È corta ma è proprio bella. La “Sunshine crack“ sullo Snowpatch Spire è ormai una super classica - paragonabile alla “Via Comici“ sulla Cima Grande di Lavaredo. È anche abbastanza frequentata. Entrambe poi sono accessibili facilmente e hanno le soste già attrezzate.

Poi avete cercato la vostra linea... Che caratteristiche doveva avere e cosa avete trovato?
Volevamo scoprire la zona meno frequentata dei “Pigeon Feathers”. Così quando siamo scesi in quella valle e abbiamo visto la parete ho guardato Florian negli occhi... così, senza spendere parole, sapevamo già tutti e due cosa volevamo fare.

E' il momento di descriverci la vostra “The flying penguin”...
Ci ha subito colpito quel sistema di fessure che divide in due parti quella Torre... l'idea era di seguirle fino in cima. L'arrampicata è su roccia tagliente in un ambiente stupendo e con una perfetta vista sulle “Houser towers“. Per noi è una linea bellissima!

Qual è stata la difficoltà maggiore (oltre al grado di difficoltà pura) che avete incontrato sulla via?
Già al secondo giorno ci faceva male la pelle delle mani perché ce le siamo protette troppo tardi con il nastro. Martin, inoltre, aveva le unghie sanguinanti perché andando a cercare acqua era scivolato sulla neve ghiacciata... Anche questa è stata un bella esperienza... ;-)

Florian, nel tuo report online racconti di Martin che rischiava di fare come Wile coyote su una placca che suonava a vuoto...
Si, non è semplice fare sicura al tuo compagno quando percepisci chiaramente che quello che sta facendo è molto pericoloso. Ho imparato negli ultimi 15 anni di scalata che si deve stare molto attenti e sono sempre molto felice se alla fine tutto va per il meglio. Ho perso già troppi amici in montagna. E mi mancano molto!

E tu Martin di quel momento cosa ricordi?
Sicuramente è stato il momento più intenso di tutto il viaggio. Ero concentrato al 100%, sapevo che un volo sarebbe stato fatale.

La cosa più bella di “The flying pinguin”?
Il nome ;-)... no scherzo, la roccia, l'ambiente e sopratutto la linea!

Adesso veniamo alle cose serie ;-) qual è stato il vostro stile di salita? Intendo: come “giustificate” quei tre spit che avete piantato?
Abbiamo messo i bolts solo su delle soste (vere soste) e sono stati utili per non dover portarci dietro più di due set di friends. Naturalmente gli abbiamo piantati senza trapano, con martello e pianta-spit...

Dopo tre giorni dall'apertura siete ritornati per liberarla... ma c'era quel 2° tiro che non ne ha voluto saperne, ed è rimasto A3
Facendo una variante sulla sinistra abbiamo scalato in libera anche il secondo tiro. Ma quella non è la “kingline”, cioè non è la linea della prima ascensione. Magari andranno a farla dei ragazzi più forti di noi e la faranno tutta in libera.

Facendo un raffronto, che grado in scala francese dareste al tutto? E al tiro non ancora liberato?
7b (?) di fessura. Il grado del tiro non liberato dipende dallo spessore delle dita ma anche se il passo chiave è asciutto o bagnato... forse 8a?

Per non chiudere domandandovi come al solito del vostro futuro... dateci tre buoni motivi per andare a scalare nelle Rocky Mountains canadesi, e (per voi) almeno uno per ritornarci...
A chi cerca idee per un viaggio-scalata diciamo che sui Bugaboo troverà: una natura impressionante, poca gente e tanto spazio per avventure nuove. Noi ci ritorneremo perché è uno dei posti più belli che abbiamo visto in tutta la nostra vita!


The Flying Penguin
parete sud, Pigeon Feathers, Bugaboos (Canada)
300 m, 5.12b/A3
materiale: 3 spit, 12 chiodi, per il resto friends
Sponsor Florian: Salewa, La Sportiva, Sportler
Sponsor Martin: Camp, Arcteryx, La Sportiva, Sportler

 


Note:
Links Planetmountain
News Riegler
www
www.rieglerbrothers.com
Expo.Planetmountain
Expo CAMP
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