L’inviolata Jugal Spire salita in Nepal da Tim Miller e Paul Ramsden

Intervista all'alpinista britannico Paul Ramsden che insieme a Tim Miller ha completato la prima salita in stile alpino di The Phantom Line (1200m, ED+) sulla parete nord di una vetta inviolata e senza nome di 6563 metri, ora chiamata Jugal Spire nella regione di Jugal Himal in Nepal.
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Paul Ramsden durante la prima salita di The Phantom Line sulla parete nord di Jugal Spire, Nepal (21-29/04/2022)
Paul Ramsden archive

Dal 21 al 29 aprile 2022 gli alpinisti britannici Tim Miller e Paul Ramsden hanno aperto una nuova via su una montagna di 6563 metri fino a poco tempo fa inviolata e senza nome nella zona di Jugal Himal in Nepal, vicino alla vivace capitale Kathmandu. La nuova via è stata aperta in stile alpino in cinque giorni seguendo una lunga rampa di ghiaccio che attraversa diagonalmente la compatta parete di granito. Sbucata in cima, la cordata ha impiegato un’altra giornata a scendere l'inesplorata parete sud. La montagna è stata battezzata Jugal Spire mentre la via di 37 tiri è stata chiamata The Phantom Line per, come spiega Ramsden "la sua capacità di apparire e scomparire se vista in diverse condizioni di luce e meteo". Ramsden, che ha effettuato oltre 30 spedizioni in Himalaya ed extraeuropee e che ha ricevuto ben quattro Piolet d'Or con il compagno di cordata abituale Mick Fowler, in questa intervista fornisce i dettagli della salita.

Paul congratulazioni per questa nuova via con Tim! Partiamo dall’inizio: come hai scoperto questa montagna?
L’ho trovata trascorrendo troppo tempo su Google Earth durante i lockdown dovuti al Covid. Mi ha colpito la ripidezza della parete, cosa insolita per il Nepal, e il fatto che sembrava essere stata ignorata in precedenza.

Tra l’altro è anche vicina a Kathmandu. Qualche idea sul motivo per cui l'area è visitata raramente?
Non saprei perché la gente non va allo Jugal Himal. È molto vicino a Kathmandu ma manca di famosi percorsi di trekking e non ha montagne di 8000 metri che attirarano i turisti.

Cos’avete pensato quando avete messo gli occhi per la prima volta su quella rampa?
Non potevamo crederci ad essere onesti, era così pazzesca. Non ero sicuro che sarebbe stato fattibile salirla, principalmente a causa della sezione liscia a metà.

La linea è pazzesca, sì. È questo che avevate in mente sin dall’inizio?
No, non avevamo un piano preciso. Sapevamo che c'era una grande parete e speravamo di scalarla per qualsiasi via.

Prima di tutto però dovevate acclimatarvi
Abbiamo trascorso circa 10 giorni ad acclimatarci sulle cime vicine. Principalmente la cresta ovest del Dorje Lhakpa, anche se non abbiamo raggiunto la vetta.

Allora cosa ci racconti della salita vera e propria
Siamo partiti dal campo base il 21-29/04/22. L'arrampicata è stata molto esposta, principalmente su ghiaccio sottile e neve. La parete offre molto potenziale per l'arrampicata su roccia, ma per una via di misto c'era solo una linea evidente da percorrere. Fondamentalmente non dovrebbe esserci una via di ghiaccio su una parete rocciosa come questa. La via è gradata ED+, non sono uno da gradi più complessi.

Avete fatto 4 bivacchi in salita
I bivacchi sono stati enormemente variabili. Il primo era piatto sotto uno strapiombo perfetto. Il secondo era in un canale dove vengono giù delle valanghe, infatti una ha distrutto la tenda, lasciando un grosso buco nella parte superiore. Il quarto, appena sotto la vetta, si trovava in una grotta rocciosa naturale, davvero fantastica.

C'è qualcos'altro che spicca durante la salita?
La sezione più memorabile è stata una serie di camini al centro della parete. Fondamentalmente abbiamo scalato all'interno della roccia per circa 100 metri che collegava la parte inferiore e quella superiore di ghiaccio. Questa sezione è stata un incubo per trasportare gli zaini, ma se i camini non ci fossero stati, la via sarebbe stata impossibile. Il momento più memorabile è stato quando il rampone di Tim è caduto ed è atterrato nella neve vicino a me, è stato incredibilmente fortunato!

Caspita. Sì! E poi siete arrivati in cima?
Abbiamo raggiunto la vetta il 28/04/22. Dopo due anni di Covid, essere in cima è stato molto eccitante. I viaggi dal Regno Unito sono stati più limitati rispetto al resto d'Europa, quindi è stato davvero bello. In realtà è stata la mia prima cima dal 2016.

Come siete scesi dalla montagna?
La discesa è stata lungo il lato sud su un terreno relativamente facile, in doppie dalle Abalakov.

Avete fatto un bivacco durante la discesa quindi?
Abbiamo impiegato due brevi giorni per arrivare ai piedi del via a causa delle condizioni del ghiacciaio e per evitare il sole. E sì, abbiamo passato anche un'altra notte in discesa, o meglio, dopo la discesa, sul rientro al campo base.

Presumibilmente nessun spit Paul... È stata invece lasciata qualche altro materiale sulla via?
Cercherò di non offendermi ;-) Prendiamo molto sul serio il fatto di non portare spit con noi, non accadrebbe mai! Detto questo, un chiodo e un nut sono rimasti in parete perché non siamo riusciti a toglierli.

Di solito arrampichi con Mick Fowler. In questa spedizione hai scalato con Tim
Ho conosciuto Tim grazie al mio ruolo di mentore di giovani alpinisti che vogliono fare spedizioni. Inizialmente saremmo dovuti essere un team più grande, ma il Covid e le altre cose hanno ridotto il gruppo a solo Tim e me.

Come giudichi Phantom Line rispetto alle precedenti salite?
Penso sia una delle linee migliori che abbia mai scalato. Esteticamente è difficile da battere.

Paul desidera ringraziare la Mount Everest Foundation, l'Alpine Club e il British Mountaineering Council per il finanziamento e i sui sponsor Mountain Equipment e Boreal.




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