I magnifici sette - viaggio tra i 7 laghi della Patagonia

Il secondo capitolo del viaggio arrampicata in Argentina degli 'Escaladores Seriales' di Anima Migrante: Los 7 magnificos, ovvero i sette magnifici laghi della Patagonia. Lago Lacar, Lago Hermoso, Lago Falkner, Lago Escondido, Lago Traful, Lago Espejo Chico, Lago Espejo Grande e Lago Nahuel Huapi.
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I sette magnifici laghi della Patagonia: Lago Lacar, Lago Hermoso, Lago Falkner, Lago Escondido, Lago Traful, Lago Espejo Chico, Lago Espejo Grande e Lago Nahuel Huapi.
Escaladores seriales

Sette magnifici laghi, creati più di mille anni fa, quando metri e metri di ghiaccio hanno lasciato la loro consistenza solida creando un paesaggio incredibile Un microclima unico lungo 190 chilometri, dalla città di San Martin de los Andes a Villa La Angostura.

La nostra avventura è iniziata l’8 gennaio, siamo partiti dalla città di Rio Cuarto, Cordoba; dopo aver sistemato tutti i nostri bagagli nella "Hilu" (Toyota Hilux del 1970) siamo pronti a partire. La R35 verso il sud ci porta dritti a Santa Rosa, La Pampa. Le distanze in Argentina sono la cosa più difficile alla quale abituarsi, mentre in Italia consideriamo come "lontano" intraprendere 500km in auto, qui "lontano" è farne 1500. Dalla Pampa partivano chilometri e chilometri della famosa "Strada del Deserto", priva di montagne, con un’unica estesa vista sulla famosa pianura pampiana. Abbiamo quindi caricato il serbatoio, preparato due thermos con acqua calda per il mate, una buona riproduzione di musica, qualcosa da mangiare, e intrapreso questi 600 km di viaggio attraverso campi infiniti, dove gli unici segni di vita sono le luci che vanno e vengono e le vacche sotto i caldenes alla ricerca di ombra.

Due righe le spendiamo a spiegarvi di questo fantastico albero: il Caldenes, tenete presente quando da bambini disegnavate l’alberello con il tronco centrale e il semicerchio di foglie sopra? Ecco il calden è così, con due dettagli interessanti, il primo è che a causa del clima può crescere solo qui nella Pampa, e il secondo è che nasce dalle feci della vacca. Si, non hai letto male, e no non esistono vacche speciali qui che fanno crescere alberi, semplicemente la vacca pampiana mangia il frutto che produce quest’albero, che una volta espulso dal suo organismo germoglia.

Dopo 600km di piatto, ecco la luce, un grande cartello blu e bianco recita: benvenuti nella Regione Patagonica. Il benvenuto ufficiale ce lo da la polizia Argentina in una specie di "controllo di confine", entrare in Patagonia è come entrare in un’altra nazione, con un regime speciale, qui si applicano molte regole per la salvaguardia dell’ambiente, e una di queste è il divieto di introdurre verdure e carni esterne a questa provincia. Passato il controllo entriamo nella provincia di Neuquen, sono le 4 del mattino, e dopo 12 ore di viaggio nella Pampa i nostri occhi increduli stanno guardando montagne, una piccola lontana porzione della Cordillera che ci fa fremere di entusiasmo, pochi chilometri ancora (500) per raggiungere i sette magnifici!. Tale era la carica di felicità che abbiamo voluto fermarci solo per ricaricare l’acqua del mate, mangiare qualcosa di rapido e continuare subito il viaggio.

L'obiettivo della giornata era San Martin de los Andes. Abbiamo deciso di andare per la R237, attraversando colline, fiumi e laghi, si trattava di un paesaggio arido, ma incredibile, un panorama sorprendente che mutava in ogni curva. Stanchi e affamati ci fermiamo a Piedra del Aguila, attirati da un panorama irreale, con piccole formazioni rocciosa che nulla avevano in comune con quello che avremmo visto di li a poco. Qui il clima era secco e arido, e le "montagne" non superano i 50 metri di altezza, concentrate tutte in unico luogo come se fossero dei massi giganti. Non so se era la stanchezza, ma vedevamo forme in questi pietre. Lì ci siamo fermati a riposare un altro po, facciamo un piccolo giro per il parco del paesino, cercando di avvicinare queste pietre per sapere se fossero scalabili. La nostra anima da scalatore stava vibrando.

Continuiamo e facciamo un altro sosta a Junin de los Andes, qui è consigliato acquistare "comida", fare la spesa di verdura carne e quanto possa servire, infatti il paese ha prezzi molto bassi comparati con gli altri. Ci carichiamo e ripartiamo per San Martin de los Andes, il primo magnifico: il Lago Lacar ci ha accolto con la pioggia, che ha fatto uscire il profumo della sua atmosfera affascinante, il legno delle case in pieno stile patagonico si contrappone al nero del cielo, che insieme al verde della massa di alberi che li circonda crea una prospettiva perfetta. Qui campeggiamo nel Mini Camping del Lacar, 2 km dal paese, sulla R40 che attraversa il Parco Nazionale Lanin, $160 (Pesos argentino, circa 10€) a persona per notte, con tutti i servizi, bella atmosfera e un ottimo servizio.

Ci svegliamo alla mattina con vista sul lago Lacar, aprire la tenda e guardarlo ti fa sentire grande come lui, veniamo svegliati da Luigi che ci offre una colazione a base di churro caldo con dulce de leche, uno dei mille dolci incredibili di questa terra, un bastoncino al sapore simile a quello di una zeppola ripieno di dulce de leche (dolce di latte, simile al caramello). Con questa carica di energia del valore di 5 pesos(!) prepariamo la Hilu per andare alla conquista dei rimanenti sei magnifici.

Qui ci dividiamo provvisoriamente, Giulio e Luigi partono in bici con direzione Lago Hermoso, e noi rimasti in 3 andiamo ad aspettare il resto del gruppo che non era ancora arrivato. Ritroviamo i due ciclisti a Lago Hermoso, con i volti stanchi (principalmente Giulio), dopo aver fatto 40km di pedalata, ora siamo tutti e decidiamo di passare il pranzo qui in questo fantastico scenario. Dopo aver ripreso le forze ci rimettiamo in viaggio e arriviamo al Lago Falkner, ci riceve con il sole che si riflette nelle sue acque congelate, sulla spiaggia di questo lago si sviluppa un camping pieno di ragazzi che giocano a frisbee e bevono mate, ci fermiamo ad ammirarlo e ripartiamo.

Dopo altri 4 chilometri scopriamo il magnifico Lago Escondido, che vuol dire nascosto, un cartello recita: "discesa vietata" al lago, ma per scoprire qualcosa di nascosto decidiamo di sorpassare questa regola, scendiamo per un sentiero tra gli alberi di 100 metri, e qualche minuto dopo tra l'abbondante vegetazione vediamo l'acqua trasparente del lago.

Il prossimo magnifico viene scelto per trascorrere la notte: il Lago Traful. Qui inizia l’avventura in "Traful Park", una strada sterrata con forti pendenze, rivoli di fiume che lo attraversano scendendo dalla montagna, circondato da una foresta incredibile, con alberi di 70 metri, il suono degli uccelli e alcuni roditori che si affacciano tra la vegetazione lussureggiante. Qui abbiamo sperimentato la bellezza di avere un 4x4. Un'avventura di 40 minuti che ci ha portato alla piccola Villa Traful; in questa villa puoi trovare camping, alberghi, ristoranti per assaggiare l'agnello della Patagonia, minimarket e un ufficio d’informazione turistica. Visto che avremmo sostato qui solo per una notte decidiamo di appoggiarci nell'ostello di Charly, dormendo in una sala da pranzo.

Mancano ancora venti chilometri e tre magnifici da scoprire: Lago Espejo Chico e Grande e Lago Nahuel Huapi. Passiamo per i primi due, ma decidiamo di andare a campeggiare a Villa La Angostura al camping Inacayal, a pochi metri dal lago Nahuel Huapi e a 2 km dalla città. Qui, finalmente, dopo più di 1000 chilometri abbiamo scalato!

La mattina successiva siamo andati a cercare informazioni su dove trovare l'area d’arrampicata. Dopo una camminata di circa 10 minuti sulla riva del lago Nahuel Huapi, arriviamo ad un piccolo settore di scalata con non più di 15 vie, all’interno del parco nazionale araucane. Nel settore troviamo vie dal 5a al 7a+, la roccia non è delle migliori e nell’arco della giornata capita spesso che qualche pezzo ci rimanga tra le mani. Le vie sono corte e boulderose, con passaggi chiave di 3 movimenti durissimi e il resto super facile. Analizzando la giornata a mente fredda, possiamo dire che fatta eccezione per il luogo fantastico, è stata sicuramente la peggiore giornata di arrampicata del viaggio; se vi trovate nella zona e come noi siete affamati di scalata, sfruttate il luogo, altrimenti godetevi una giornata al lago ed evitate di farvi male. Concludiamo la giornata in camping, grigliando e ballando, ansiosi di riprendere il viaggio ed esplorare ancora di più questa terra fantastica.

Continua a seguirci qui su planetmountain.com e sul nostro blog animamigrante.com per leggere l’ultimo capitolo della storia: "Sogno Lento - Viaggio a Piedra Parada". Tranquilli che l’'avventura continua, questo è solo l'inizio... A presto!

Giulio Iannece e Sofia Seghetti, attraverso Animamigrante.

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