Marmolada Cresta Ovest - Marmolada

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Marmolada Cresta Ovest: Photo Alberto De Giuli
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By
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Orientation
West
Ascent height difference
900m
Ferrata height difference
450m
Height
3343m
Difficulty
Difficult
Time
4 hours
Period
July to September, depending on snow conditions
Popularity
High

Route



The Queen of the Dolomites and the highest peak in this magnificent massif, Punta Penia, attracts hikers and mountaineers throughout the entire year. The classic Cresta Ovest places ferrata skills into a severe alpine environment: this traverse and descent along the normal route through the Marmolada glacier to Pian dei Fiacconi requires solid mountaineering skills and stable weather.
Getting there
From Rifugio Contrin: from Alba di Canazei (park at the Ciampac cable car) take path no. 602, and cross Val Contrin to Rifugio Contrin (2061m). Given the length of the itinerary we recommend you spend the night here. From Rif. Pian dei Fiacconi: from Caprile or Canazei drive to Passo Fedaia and then take the chairlift (or path no. 606 - 1 hour) to Pian dei Fiacconi and the Rifugio. Access
From Rifugio Contrin take path no. 606 up the valley to Forcella Marmolada; from Rifugio Pian dei Fiacconi take path no. 606 downhill to then coast beneath the north pillar to reach the glacier. Climb up this to a rocky section that leads to Forcella Marmolada. Itinerary
From the narrow Forcella della Marmolada traverse north to a small gully. Ascend this to a polished slab which, equipped with pegs, leads up through the first section of the west face to reach, via a ramp leftwards, the western crest. Follow this and coast above the immense south face: beneath are 800m of fantastic limestone and some of the most famous climbing routes in the entire Dolomites. Follow the obvious line to reach the snowy summit plateau and the Punta Penia hut (3343m). The 360˚ panorama from the highest point in the Dolomites will not disappoint. Descent
Descend along the line of ascent. Alternatively, follow the classic traverse to Pian dei Fiacconi along the north face and the "Schiena di mulo" crest. From the crest follow the markers to scramble over rocks down to the glacier. Continue roped up throughout the crevace strewn terrain to reach Rifugio Pian dei Fiacconi (2625m) and the cable car. Gear
Normal via ferrata kit + ice axe, crampons, harness, rope and helmet. Maps/Bibliography
Via Ferratas of the Italian Dolomites: Vol 1 by John Smith and Graham Fletcher. Cicerone Press 2002 Difficulty
Solid mountaineering skills are needed to cross the snow fields and the glacier. A rope may be found useful for the ferrata and is absolutely necessary for the glacier traverse. The itinerary can only be carried out in excellent, stable weather.





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25/03/2004 zorzi emiliano
La ferrata l'ho percorsa solo in discesa, dopo essere uscito dalla parete sud. Nonostante arrampichi da molti anni mi piace ancora dilettarmi alle volte sulle ferrate e devo dire che questa mi ha un po' deluso (non solo perché ero annebbiato dalla stanchezza!). Mi è parsa piuttosto monotona, senza alcun passaggio particolare; per questo ritengo meglio per gli escursionisti salire dal ghiacciaio e scendere per la ferrata in quanto la "normale" è sicuramente più varia e nel suo genere unica nelle Dolomiti (con il suo tratto su neve). Così si può sfruttare la comodità delle funi in discesa che si rivela anche molto rapida (dalla cima alla forcella Marmolada procedendo in sicurezza ci vorranno 45 minuti; se si va slegati 20 minuti/mezz'ora). L'ambiente, invece, è superfluo commentarlo.
01/09/2003 Gian Michele Gozzi
Il 20 agosto ho percorso l'itinerario, utilizzando l'accesso da Pian dei Fiacconi; qualche nota sullo stato del percorso nelle condizioni di temperatura ed innevamento dell'estate 2003:1 - Ghiacciaio del Vernel: ramponi obbligatori; consiglio di indossare comunque l'imbrago al momento di indossare anche i ramponi: il tratto ghiacciato (poco !) si supera in 10-15 minuti, ed inoltre alla base della prima paretina attrezzata che porta alla Forcella Marmolada non c'è molto spazio (oltre alla crepaccia terminale i cui bordi appaiono un po' instabili).2 - La ferrata è completamente sgombra da neve e ghiaccio (infissi tutti in ottime condizioni), così come il pendio finale che porta alla cima (si deve solo attraversare per pochi metri un tratto di nevaio pianeggiante in condizioni di esposizione assolutamente sicure).3 - Discesa: in corrispondenza della Schena del Mul il ghiacciaio è attualmente arretrato a tal punto da lasciare una comoda pista su roccette e sfasciumi larga almeno 5 metri, pertanto si può accedere integralmente senza calzare i ramponi al canalino roccioso che consente in discesa l'accesso al ghiacciaio; il canalino è pulitissimo, non ci sono evidenti problemi di rocce instabili; alla base del canalino roccioso ci sono ampi spazi per fermarsi ad indossare i ramponi; superamento della crepaccia terminale delicato ma non problematico.4 - Ghiacciaio: nei 2/3 alti la pista di discesa è in buona parte coperta da neve che si presenta marcia per buona parte della giornata; ho visto qualche ponte e passaggio sul bordo di cornici deteriorarsi in modo evidente nell'arco della settimana passata tra le due escursioni, ma in generale le condizioni sembrano mantenersi accettabili; nel terzo inferiore del ghiacciaio l'acqua di fusione ruscella già dal primo mattino, ma si riescono facilmente a trovare passaggi sufficientemente "asciutti"; ramponi fino a circa 50-70 metri sopra l'arrivo della cabinovia.5 - Date le condizioni di innevamento, ritengo la piccozza superflua per la progressione sul ghiacciaio; molto più utili, per bilanciarsi nei passaggi più delicati, un paio di bastoncini.6 - Caldo assurdo, portatevi molta acqua !A fine escursione, mentre sistemavo i ramponi, ho pianto dalla commozione, sotto gli sguardi allibiti di due escursionisti tedeschi.
21/07/2003 Michele Berton
Ferrata non molto impegnativa ma molto bello il percorso nel complesso per la varieta' del fondo (d'obbligo l'uso di ramponi e picozza) e per l'altezza raggiunta. Consiglio di scendere con una corda di sicurezza nel primo tratto di discesa sulla neve detto "schiena di mulo".
05/11/2002 Roberto Marelli
Il voto è massimo non per la bellezza o la difficoltà del percorso, ma per il contesto in cui è tracciata.L'ho percorsa tre volte. La prima con guida nel 1981. Le altre due nel 1999 e nel 2000 partendo a piedi da Alba (1550 m/s) (andata e ritorno dalla ferrata in giornata); dislivello di circa 1850 metri. L'ultima volta il percorso era quasi invernale.Approfitto di questa finestra per consigliare l'aggiunta all'elenco delle ferrate le seguenti che ritengo le più difficili e impegnative di tutte le Dolomiti ( verificabile su molte pubblicazioni ):1. Brigata Cadore (Serauta): il cartello all'inizio indica 6 ore !!!. Percorsa in h. 4,30. Nota anche come Via Eterna !!!. Si sviluppa partendo dal Passo Fedaia - lato Belluno -, sull'enorme lastrone Est e successivamente sulla cresta Serauta arrivando alla seconda stazione della funivia.2. Gruppo Moiazza - Ferrata Costantini. 1200 metri di dislivello di ferrata superbamente difficile. Si parte e si arriva al Rif. Carestiato, sopra il Passo Duran - zona a sud del gruppo Civetta ( a proposito manca anche questo gruppo !!). Le ferrate le ho percorse quasi tutte ma questa le supera tutte. Con un litro d'acqua ed alimenti condensati ho impiegato h 10,30 !! ( partito alle 10.00). Le guide indicano h 9,30. Portarsi una buona scorta d'acqua !!!. Da fare assolutamente. Oltre c'è solo l'arrampicata alpinistica.
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West
Ascent height difference
900m
Ferrata height difference
450m
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3343m
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