Via Ferrata del Vajont - Via ferrata della Memoria - Gola del Vajont

Guide Alpine Cortina
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Via Ferrata del Vajont - Via ferrata della Memoria
Planetmountain
Bellezza
Autore scheda
Guide Alpine Cortina
Versante
Sud
Dislivello salita
260 m circa
Dislivello ferrata
700 m circa
Difficoltà
Media/Difficile. La difficoltà è facile nel tratto iniziale e molto difficile in quello seguente
Orario
2/2,5 ore

Percorso



Nasce nelle Dolomiti la strepitosa via ferrata del Vajont, la “Ferrata della Memoria”, nata da un geniale idea di Fabio Bristot “Rufus” delegato del Soccorso alpino delle Dolomiti Bellunesi che ha voluto ricordare anche attraverso lo sport la tragedia del Vajont.

La nuova via ferrata percorre la destra orografica della gola del Vajont attraversando territori dei comuni di Longarone (BL), Castellavazzo (BL) e Erto (PN).

Dopo la bellissima falesia di Erto, grazie alla nuova via ferrata del Vajont questa zona e le sue pareti diventano ancor più un luogo ideale per gli appassionati di montagna.

Accesso generale

Raggiungere Longarone.

Accesso

L’attacco del nuovo percorso attrezzato è raggiungibile facilmente grazie alla strada regionale 251 che da Longarone porta a Erto. Nello specifico, dall’abitato di Codissago salire fino al sesto tornante, dove è posto un cartello che indica la via ferrata. Qui si abbandona la strada principale e si prosegue a destra su una stradina che porta, dopo circa cento metri, ad un parcheggio. Qui si lascia l’auto e in prossimità di una galleria si trova l’inizio del sentiero, localizzato sulla destra.

Itinerario

Inizialmente si scende per pochi metri fino a raggiungere lo spettacolare canale che portava l'acqua dal torrente Vajont alla cartiera di Codissago già alla fine del 1800.

Si prosegue questo canale fino a trovare una prima galleria di circa 150 m per la quale è consigliato portarsi una pila, seguita da una cengia con cavo da via ferrata, un’altra galleria più corta e altra cengia più esposta ma facile.
 
Al termine della cengia si raggiunge una scala che segna l’inizio della parte difficile con i primi 100 metri impegnativi ed esposti.
 
Subito dopo, grazie anche a una serie di cenge, si arriva a uno spallone intermedio, dove inizia la seconda parte verticale sempre difficile ma meno impegnativa della precedente, per poi proseguire su un’altra cengia verso destra e una seconda scala. Da qui si segue un intaglio nella roccia, costruito per far passare la teleferica che da Longarone portava i calcestruzzi fino sul cantiere della diga del Vajont, da dove in 5 minuti si arriva al sentiero 380 grazie al quale si raggiunge infine la diga del Vajont con la possibilità svoltando a sinistra di ritornare alla partenza.
 
Complessivamente ci sono 600 m di ferrata sul canale iniziale, seguiti da altri 60 in verticale. La difficoltà è facile nel tratto iniziale e molto difficile in quello seguente. Il tempo di percorrenza stimato è di circa 2/2,5 ore.
Discesa

Dalla diga del Vajont:
a) Lungo il Troi de S. Antoni: 1 ora circa.
b) Lungo la SR 251 fino all’ultima galleria, poi svoltare a sinistra (sud-ovest) per sentiero: 45 minuti circa.

Materiale

Kit da ferrata, imbrago, guanti, casco, scarpe idonee, pila frontale e zaino con ricambi.

Note

La realizzazione della ferrata del Vajont è stata finanziata grazie al progetto transfrontaliero "Saferalps" che si è occupato dello studio per la messa in sicurezza delle vie ferrate nella provincia di Belluno e nel resto dell'Arco alpino. Hanno dato un fondamentale contributo DolomitiCert, il CAI Veneto, l'Università di Salisburgo e il Soccorso Alpino.  

Le Guide Alpine Cortina hanno operativamente costruito la via ferrata del Vajont apportando la loro conoscenza maturata in decenni di esperienza nella costruzione e mantenimento delle più famose vie ferrate delle Dolomiti, localizzate principalmente a Cortina d’Ampezzo.

Via ferrata del Vajont, l'idea originale di Fabio Bristot
Fabio Bristot, delegato del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS), racconta le motivazioni dalle quali è nata la via ferrata della Memoria, la nuova via ferrata che vuole ricordare le 1910 vittime del disastro del Vajont del 9 ottobre 1963.
 
La storia non è quella già passata che non è più, ma è la storia che ritorna attraverso la memoria. Quella memoria che si attiva per raccontare agli altri con la stessa intensità ed autenticità, con la stessa forza e coraggio la vita che è ancora.
 
Per unire memorie lontane, unire comunità diverse ma accomunate da un'unica data e sentire, unire l'alto ed il basso "attraverso" l'elemento fisico che sta tra il coronamento della diga ed il fondo del Vajo… Fare ricordare insomma, con un percorso - la Ferrata della Memoria - che coniuga l'aspetto storico e storiografico a quello socio-culturale e che genera aspetti emozionali unici grazie alla visione del "cuore di quel budello di roccia tragico", a quelle generazioni future, forse distratte, cosa è stato, è e sarà il 9 ottobre 1963.
 
Questo era il significato più autentico e più genuino che ha fatto scaturire l'idea nel 2005 ed il progetto, più tardi, quando ho trovato sul coronamento della diga una targa di cui ignoravo l'esistenza, posta da mio nonno a memoria di suo figlio Romano, operaio della SADE mai più trovato.
 
Grazie a DolomitiCert, al CAI Veneto, all'Università di Salisburgo e alle Guide Alpine che l’hanno realizzata nell'ambito del Progetto Interreg IV Italia-Austria - Progetto SAFERALPS n.6782.
 
Fabio Bristot - Rufus
DELEGATO CNSAS 2^ Zona Delegazione Dolomiti Bellunesi





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11/03/2024 Alberto

Ferrata molto panoramica e con il giusto mix di esposizione, lunghezza e difficoltà. A me personalmente è piaciuta molto! https://youtu.be/QelyXV5vGSI

02/10/2023 Gianni

Consiglio di non parcheggiare nell' area di partenza della ferrata, meglio farlo a Casso (si scende per il sentiero di S. Antonio per raggiungere l'attacco e alla fine della ferrata si riprende il sentiero in leggera salita) o in uno dei tanti slarghi della strada. Tanti vetri nel parcheggio: aprono le auto.

24/10/2015 Alberto Gola
Pur apprezzando l'impegno di chi ha voluto realizzare questo percorso sicuramente molto interessante dal punto di vista storiografico e paesaggistico, la ferrata in sé stessa non mi ha entusiasmato: forzata, poco arrampicabile, obbliga a sfruttare quasi unicamente il cavo e i numerosi appoggi artificiali, è adatta a chi non cerca impegno tenico ma ha forza di braccia.
Bellezza
Autore scheda
Guide Alpine Cortina
Versante
Sud
Dislivello salita
260 m circa
Dislivello ferrata
700 m circa
Difficoltà
Media/Difficile. La difficoltà è facile nel tratto iniziale e molto difficile in quello seguente
Orario
2/2,5 ore

Percorso



Posizione



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