Senza perdere la tenerezza - Gran Sasso d'Italia, Corno Piccolo

Roberto Iannilli
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Senza perdere la tenerezza: Roberto Iannilli
Planetmountain
Bellezza
Primi salitori
Roberto Iannilli in solitaria il 28 e 29 luglio 2009 (con bivacco in parete), dopo un tentativo con Cesare Giuliani dell’anno precedente.
Autore scheda
Roberto Iannilli
Versante
Est
Lunghezza dislivello
390m
Difficoltà
EX- (tiro di A3+/A4 [?] e passaggi fino al VI+)

Percorso



La via sale gli strapiombi gialli sotto il “Pancione di Cavalcare” e prosegue per una fessura al limite destro della placconata superiore. I due tiri degli strapiombi sono prevalentemente in artificiale, con difficoltà superiori a quelle de “L’eredità di Marco”, mentre la parte superiore non supera il VI+. Sicuramente ripetibile in giornata. Il tiro chiave è consigliabile farlo in scarpe da trekking, portandosi le scarpette da arrampicata da calzare per fare il tratto finale in libera. La via è dedicata a Giampiero Capoccia.
Accesso
Attacco poco oltre la rampa/canale dove inizia “Cavalcare la tigre”, subito a destra di una piccola grotta, con accanto un diedro. Itinerario
1 e 2) Salire il diedro (VI; friend) e le rocce più facili che seguono, fino ad una sosta attrezzata, al termine del canale/rampa di attacco di “Cavalcare la tigre”. (60 m.; sosta con due chiodi. Tiro unificabile)
3) Continuare per roccette ed erba, prima sulla destra della sosta e poi in verticale, verso la parete leggermente appoggiata che è alla base degli strapiombi. (25 m.; sosta da attrezzare)
4) Salire la parete su roccia articolata e ben appigliata (IV), in direzione di una “spaccatura” che incide in modo interrotto gli strapiombi verso sinistra (ce ne è un’ altra che dallo stesso punto va verso destra). (30 m.; sosta con due chiodi poco prima della “spaccatura”. C’ è anche una seconda sosta all’ attacco degli strapiombi, nel punto di inizio delle due “spaccature” divergenti)
5) Superare il difficile muretto che porta al vero inizio della spaccatura e continuare fino ad una scomoda sosta in una nicchia, dove la spaccatura si chiude (A2+, V+ e VI; sky-hook  chiodi e friend). (25 m.; sosta con tre chiodi)
6) Continuare per una fessura (prosecuzione della “spaccatura”) e poi andare verso sinistra con arrampicata artificiale sostenuta e precaria. Quindi in verticale superare il tratto più strapiombante e liscio, fino ad una fessura interrotta che va verso destra e che porta ad un’ altra fessura, finalmente arrampicabile in libera, che esce nel punto in cui “C. la T.” fa il passo in discesa per raggiungere l’ inizio delle difficoltà (A3+/A4 [?], V+, passo di VI+; nove/dieci chiodi [alcuni auto costruiti di dimensioni minime, tre lasciati], uno spit [limite del tentativo con Cesare Giuliani], molti sky-hook, quattro bird beak, una clessidra, un allumin-head lasciato [copper-head in alluminio], sei rivetti [alcuni lasciati con rivet-hangers incastrato], friend e due dadi [uno lasciato smartellato]). Fare il passo di “C. la T:” in salita (V+; dado) ed accedere alla comoda cengia erbosa, alla base della fessura di “Viaggiatore incantato”. (45 o 50 m.; sosta con due chiodi sotto una vecchia corda fissa. Punto di bivacco, ottimo anche per due persone)
7 e 8) Spostarsi al limite destro della cengia, alla base di una fessura con l’ attacco strapiombante e salirla (passo di A1, passo di VI+, il resto V+; friend). Continuare sempre per la fessura un po sulla sinistra e al suo termine proseguire per una bella placca appoggiata (V e V-; clessidra con cordino lasciato alla base). (70 M.; soste da attrezzare)
9 e 10) Superare la placca/muretto solcata da profondi rivoli sopra la sosta (V) e continuare in direzione di un evidente diedrone/fessura. Salirlo  (IV+) e sostare al suo termine (trovata una clessidra con cordino), sotto un poco marcato e lungo tetto. (70 m.; sosta da attrezzare)
11 e 12) Superare il tetto per una spaccatura (V) e continuare su difficoltà contenute (III+/IV-) fino ad uscire in cresta. (60 m.; sosta da attrezzare) Discesa
La discesa più breve è quella lungo la cresta Nord del Corno Piccolo (due brevi doppie e passi di II°), riporta direttamente all'arrivo della seggiovia. Se si deve ripassare per il Rifugio conviene salire in vetta e prendere la ferrata Danesi, che riporta alla Sella dei Due Corni e di li, in breve, al Rifugio. Materiale
Per una ripetizione occorrono chiodi di varia foggia (tre o quattro a punta, piccolissimi), friend fino al N° 5 della serie Camalot, dadi, quattro o cinque bird-beak (rurp con la lama un poco più lunga e sottile), quattro rivet-hangers (cavetti da strozzare sui rivetti), almeno due sky-hook, due doppie staffe e gancio fiffi all'imbrago. Note
La via è dedicata a Giampiero Capoccia. Giampo era una persona che aveva il potere di farti sentire bene, era capace di darti sempre qualcosa di positivo. Passare del tempo con Giampiero in montagna, a teatro, o a cena, era arricchirsi. La sua dolcezza era a disposizione di chi ne aveva bisogno, senza fatica, come trasmettere calore, con tenerezza, garbo, passione; come comunicare con un senso a molti  sconosciuto.




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