Bertone Zappelli - Aiguille Croux

Elio Bonfanti
1 / 3
Bertone Zappelli
Planetmountain
Bellezza
Primi salitori
Giorgio Bertone e Cosimo Zappelli, 11-13/06/1967
Autore scheda
Elio Bonfanti
Lunghezza dislivello
400m
Quota
3251m
Difficoltà
6b+, TD
Difficoltà obbligatoria
6a

Percorso



Rimarchevole itinerario da poco ripreso ad attrezzato da Plat e Giotto con il piazzamento di circa 120 fix inox. Al vecchio itinerario sono state apportate alcune modifiche che lo rendono più rettilineo e che vengono qui citate e ripetute in parte.  La via attacca in una facile rampa obliqua verso destra compresa tra le vie Leggenda e Demi portion. Il primo fix non è immediatamente visibile. Nonostante i gradi e la chiodatura a fix inox possano farla passare per una via abbordabile teniamo a precisare che la parte alta è fisica difficile e continua e che per chi non possiede un solido 6c è indispensabile portarsi del materiale per  fare dell’ A1.
Note : Qualche fix ha la camicia di espansione fuori. Ne consegue che la tenuta di questi è assolutamente limitata e che la maggior parte delle placchette sono svitate. Con questo non vogliamo dire che la via non sia sicura anzi è stato fatto un lavoro straordinario ma diciamo ciò perché  è bene pensare che anche i fix non solo perché sono fix debbano essere sicuri per forza.  (Portarsi una chiave)
Accesso generale
Da Courmayeur prendere in direzione della Val Veny. Giunti ai casolari di Freney proseguire individuando a destra una serie di parcheggi ed il tabellone indicante il rifugio Monzino. Una volta lasciata la vettura, proseguire per circa 800 metri lungo una strada poderale. Passati i due ponti, sulla sinistra trovate la partenza del sentiero n 16 per il rifugio Monzino, il quale, per un primo tratto si inoltra in un bel bosco di larici. Si arriva quindi ad alcune roccette attrezzate che una volta superate conducono poi ad un primo salto di roccia attrezzato con catene e scalette.  Superatolo si riprende il sentiero e prima di arrivare al secondo  risalto, si taglia direttamente sotto alla bastionata rocciosa su cui è costruito il rifugio per andare direttamente alla base della ormai evidente Aiguile Croux. Se invece si intende pernottare al rifugio si affronta un secondo tratto attrezzato  questa volta più corto e più facile rispetto al primo. Oltrepassatolo  il sentiero prosegue a zig-zag lungo la dorsale dello Chatelet, al culmine della quale si trova il rifugio. Tempo: 2h30 Difficoltà  PD (consigliati imbrago e longe) Dislivello : 1000mt. Accesso
Se si evita di salire al Rifugio Monzino tagliando in diagonale per prati e pietraie contare 2h 30 min Dislivello 1200 mt.  Dal Rifugio Monzino risalire la dorsale dietro al rifugio per poi andare verso destra su vaghe tracce sino ad una spalla rocciosa da scendere al meglio. Risalire poi costeggiando dapprima le pareti per poi andare direttamente sulla scomoda pietraia. Da rifugio contare 45 min. Itinerario
L1: Salire la facile rampa ascendente verso destra sino a quando questa entra in un diedro canale. Risalirlo brevemente e sostare. 4c 40 mt.
L2: Prendere il diedro abbattuto sopra la sosta per poi uscirne leggermente a sinistra su piccole cenge erbose sino a sostare. 4c 30 mt
L3: Direttamente sopra la sosta poi andare leggermente verso destra in placca sino a prendere un bel diedrino rovescio ove è possibile eventualmente integrare. Superatolo vincere ascendendo verso destra la barra di strapiombi e sostare. 6a+ 30 mt. ( Variante arrivati sotto lo strapiombo ci sono dei fix che vanno verso sinistra e che conducono ad una sosta a metà della rampa della Ottoz ( difficoltà imprecisate )
L4: Dalla sosta con un difficile passo verso destra vincere l’aggettante muretto per poi tornare facilmente a sinistra seguendo la rampa appoggiata solcata da fessure e caminetti della Ottoz per circa 60 metri. 5a poi 3°. A metà di questa rampa ( Sosta con catena S3 bis ) partono in alto e verso destra dei fix che conducono direttamente al muro superiore evitando così la rampa ed il traverso successivo a destra. Tale variante di due tiri ha un difficile diedro di ingresso poi si sviluppa su roccia più articolata sino alla S5 ( difficolta imprecisate )
L5: Andare decisamente verso destra traversando sopra alcuni strapiombetti sino a salire direttamente un diedro che conduce con ancora alcuni metri in traverso alla sosta.  5b 35 mt
L6: Da questo tiro si cambia marcia. Direttamente sopra la sosta seguire una difficile fessura da abbandonare poi con uno strapiombetto verso destra  e che conduce ad un comodo punto di fermata su cengia . 6b 30mt
L7: In leggera ascesa traversare orizzontalmente verso destra in direzione dell’ evidente marcato diedro. Percorrerlo integralmente con arrampicata sostenuta su roccia non sempre perfetta. Uscirne verso sinistra su un comodo pulpito. 6a+  35 mt
L8: Dalla sosta proseguire nel diedro ora più abbattuto sino a quando si impenna nuovamente e giunti sotto al tetto di accesso al diedro superiore sostare con un difficile passo atletico sulla destra sostare su un chiodo ed un Fix. 6a 30 mt
L9: Dalla sosta andare verso sinistra proteggendosi prima su un chiodo ad anello poi ancora a sx verso un fix che permette di entrare in una rampa obliqua e strapiombante ( difficile il secondo moschettonaggio aiutato da un chiodo dalla breve vita ) che conduce sotto il passo chiave. Salire e superare lo strapiombo su buone prese sino a prendere una prua rossastra che permette di ristabilirsi in un punto di riposo. Quindi salire ancora alcuni metri del soprastante diedro, con arrampicata molto difficile.  6c+ 25 mt
L10: La lunghezza che si sviluppa in questo diedro è spettacolare ed è da fare in alcuni tratti in dulfer. E’ fortunatamente possibile integrare. L’arrampicata è dura e continua per tutto il suo sviluppo. Il grado dato dai richiodatori non ci trova particolarmente d’accordo. Comunque 6b 35 mt
L11: Qualche delicato passo in placca conduce ad una zona più articolata che porta alla base di un altro diedro che va verso sinistra 6a+. Altrimenti un bel muro rossastro direttamente sopra la vostra testa potrà invitarvi a salire. E’ una variante ed il tiro ( bellissimo ) si sviluppa per circa 60 metri. Le difficoltà proposte sono di 6b+. Ma due passi a nostro avviso sono molto più difficili 6c+/7a con difficoltà oggettive di moschettonaggio.
L12: Scalare integralmente il diedro superiore con arrampicata varia ed interessante. 5b 30 mt. Di qui il tracciato originale piegava verso sinistra ora invece andare verso destra  direttamente in cima. 4c Discesa
Dalla cima fare una prima calata breve sino sotto ad uno strapiombo rossastro. Poi da questa stando sul filo di spigolo del versante freney scendere alla sosta S 11. Di qui facilmente a S9. Poi con 55 metri scendere a S6. Da dove suggeriamo di legarsi e con una decina di metri di traverso ascendente raggiungere una sosta con catena e maillon che permette di non fare una doppia completamente in traverso e con ottime possibilità di incastro. Quindi giunti a S5 con 60 metri giusti a S3 bis da dove con due facili calate alla base. Diversamente a condizione di aver voglia di portarsi tutto a spalle una volta arrivati in cima andare a sinistra e reperire gli ancoraggi della via normale da dove con cinque piccole calate e disarrampicata su cenge raggiungere ciò che rimane del ghiacciaio dello chatelet. Materiale
Indispensabili una serie Friends Camalot sino al 3 # due corde da 60 metri, 14 rinvii. Note
Punti di appoggio : Rifugio Monzino  Gestore: Chanoine Armando
Posti letto: 55
Telefono Rifugio: 016580755
Chanoine Armando: 3339480629
Società Guide Courmayeur: 0165842064




Commenti

Info

Devi riempire tutti i campi

Grazie per aver aggiunto un commento!
Sarà visibile non appena sarà stato approvato dalla redazione.

Codice di verifica errato

Devi aspettare 2 minuti prima di poter commentare di nuovo.


Ancora nessun commento...
Bellezza
Primi salitori
Giorgio Bertone e Cosimo Zappelli, 11-13/06/1967
Autore scheda
Elio Bonfanti
Lunghezza dislivello
400m
Quota
3251m
Difficoltà
6b+, TD
Difficoltà obbligatoria
6a

Percorso



Itinerari nello stesso gruppo montuoso

Mostra altri in Monte Bianco

News correlate