Sogno infinito - Pilastro di Spescia, Sasso delle Dieci, Punta 2400m

Walter Polidori e Simone Rossin
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Sogno infinito: Punta 2400m - Pilastro di Spescia
Planetmountain
Bellezza
Primi salitori
Walter Polidori e Simone Rossin nel 2012 in due riprese. Conclusa il 04 e 05 Agosto 2012.
Autore scheda
Walter Polidori e Simone Rossin
Versante
Nord Ovest
Lunghezza dislivello
730m circa, 21 tiri di corda.
Quota
2400m
Difficoltà
TD+, VI/A1
Periodo
Estate e autunno

Percorso



Si tratta di una parete con una propria cima, presente nel selvaggio versante nord-ovest del Sasso delle Dieci (Val Badia, valle di Spescia), mai salita prima e indicata nelle carte solo con l’altitudine 2400m. La parete è repulsiva, verticale e con tratti strapiombanti, a parte il facile zoccolo iniziale. La via è classica, cerca i punti di minore difficoltà con diversi spostamenti e traversate, ma mantiene difficoltà di tutto rispetto e abbastanza continue.
Dopo due tiri di zoccolo, si insinua in un canale nascosto dietro una torre staccata e raggiunge così la parete vera e propria. Qui con un esposto traverso evita una zona compatta. Si sale poi per diedrini, strapiombini e placche, fino ad arrivare sotto un evidente diedro grigio che deve essere raggiunto superando una zona gialla impegnativa.
Dopo il diedro una lunga cengia permette di raggiungere una zona di placche nere, che devono essere attraversate (forse il tiro più impegnativo della via) e portano ad un altro diedro, una seconda cengia ed infine ad una zona più appoggiata che raggiunge l’ultima spaccatura difficile che porta alla cima.
La roccia è nel complesso buona-ottima, con poche zone delicate e friabili. La proteggibilità è scarsa, compresa la chiodabilità. E’ una via di soddisfazione e consigliata, in ambiente bellissimo e poco frequentato.
Accesso generale
Raggiungere la Val Badia (Alto Adige) e da lì, all’altezza di Pederoa, prendere la svolta per La Valle. Si segue la strada in salita e dopo alcuni tornanti svoltare a dx seguendo il cartello che indica Spescia (o Spessa). Si continua inoltrandosi nella valle di Spescia, fino ad arrivare ad uno slargo sulla sx (parcheggio). Qui a sx si va nella frazioncina Spescia Dessot (cartello), dove la prima casa che si incontra è costituita dall’Agriturismo-alberghetto Ciasa Moling, ottimo punto d’appoggio per dormire e mangiare (0471 843173, chiedere di Monica). Si sale invece dritto per la frazione Spescia Dessura. Quasi arrivati alla frazione, non continuare dritto ma svoltare invece a dx per ripida e breve strada in cemento che porta ad un parcheggio sterrato dove lasciare l’auto (cartello indicatore del Parco). Da qui è possibile ammirare il versante Nord Ovest del Sasso delle Nove e del Sasso delle Dieci. Tra le due cime a circa metà parete, a sx di due colate nere, è visibile il Pilastro oggetto della nostra prima ascensione. Accesso
Seguire la strada sterrata che va verso le pareti (a dx dalla direzione di arrivo con l’auto). Superare una piccola baita a quota 1635m (“frazione” Ramei, fontanella sulla sx) e tralasciare più avanti una sterrata che va a sx. La sterrata ora prosegue in leggera discesa. Poco dopo prendere una svolta a sx che sale ripida (cartello indicatore per Fanes-Sasso della Croce). Si continua fino a svoltare a dx (cartello indicatore per Sasso della Croce). Ad un bivio lasciare la sterrata e prendere un sentiero che prosegue a sx. Il sentiero passa tra la vegetazione e i mughi e poi attraversa due canali detritici (il primo più piccolo costituisce il ramo secondario del successivo). Si incrocia un terzo canale, da risalire. Da qui la parete appare in tutta la sua bellezza! Il canale è facile e lo si segue nei suoi punti più deboli. Si deve arrivare fino alla base dello zoccolo della parete, sulla sx (1h).
Attacco: al termine del canale, sulla sx, alla base delle prime roccette dove si inizia ad arrampicare. Lasciato un chiodo con cordone. Itinerario
L1: salire verso dx per circa 10m e poi continuare in verticale per diedro e roccette fino ad un comodo pulpito sulla sx, dove si trova la sosta su due chiodi + cordone e moschettone (60m, IV-);
L2: salire una breve placca e raggiungere una piccolo terrazzino erboso alla base di un tettino, aggirarlo sulla destra per un diedrino-lama, proseguire poi per un canalino franoso e sostare all’uscita sulla sommità di uno sperone roccioso. Sosta a dx su due chiodi+cordone e moschettone (35m, IV+);
L3: traversare a sx e scendere un breve canalino. Per sfasciumi dirigersi verso il canale formato dalla torre staccata con la parete. Salire il camino centrale, superare un salto strapiombante (chiodo) e proseguire per una facile zona abbattuta fino alla base di una fascia rocciosa strapiombante. Si sale per la spaccatura di sx, poi si prosegue fino alla base del camino successivo. Sosta sullo speroncino centrale su due chiodi + cordone e moschettone (1 chiodo, 50m, V);
L4: salire il caminetto giallo ed umido sulla sinistra per qualche metro, spostarsi poi a destra (passaggio delicato) e risalire uno spigolo fessurato, raggiungere una cengia franosa, non salire la parete fessurata successiva ma aggirarla sulla destra grazie ad un varco che permette di raggiungere facilmente un pulpito nell’intaglio alla base della parete poco sotto la sommità della torre staccata.Sosta su due chiodi+ cordone (25m, V);
L5: IL TRAVERSO. Da qui si comincia ad arrampicare sulla parete vera e propria. Traversare orizzontalmente a sx in piena esposizione, sfruttando una serie di buchi nella roccia e liste per i piedi. Si arriva ad una cengetta erbosa (non puntare alla parte erbosa più in alto). Scarse possibilità di protezione. Sosta su due chiodi (tre piccole clessidre e 1 chiodo, 20m, V+);
L6: raggiungere la cengia erbosa posta alla base di una pancia strapiombante (chiodo), aggirarla sulla dx e portarsi alla base di una placca verticale di roccia nera. Salire in verticale collegando un paio di buoni appigli fino ad una piccola clessidra. Superare un salto strapiombante e raggiungere una nicchia di roccia chiara formata da uno strapiombo, superarla sulla sx con buoni appigli (possibilità di posizionare un friend n°3 BD nella fessura in basso a sx) e proseguire per un breve diedro svasato. Sosta su un chiodo ed una clessidra (1 chiodo, 25m,VI);
L7: traversare a dx e salire cercando i punti più facili (chiodo). Si arriva ad una breve fessura strapiombante che si supera direttamente. Prima di arrivare ad una cengetta sotto una parete gialla, traversare a sx su rocce grigie per arrivare in breve alla sosta su due chiodi + cordone (1 chiodo, 30m, IV+, 1 passo V+);
L8: doppiare a sx uno spigolo e raggiungere una stretta cengia detritica, traversare a sinistra per circa 15 metri e sostare su 2 chiodi collegati da un cordone alla base di un tetto molto pronunciato di colore giallo (1 chiodo, 20m, II);
L9: tornare qualche metro a dx sulla cengia e salire per rocce gialle che arrivano sotto un tetto (2 chiodi). Difficile proteggersi, i chiodi entrano solo in parte. Sotto il tetto posizionato un fix da 8mm. Si supera il tetto sulla sx, per uscire su buoni gradini. Ora attraversare a sx (improteggibile) per entrare nell’evidente diedro (diedro grigio) visibile già dal basso. Salire per strapiombetti fino a trovare la sosta attrezzata su clessidra+chiodo (2 chiodi e 1 fix, 40m, VI/A1 oppure VI+);
L10: IL DIEDRO GRIGIO. Proseguire nel diedro. Dopo una zona erbosa su roccia delicata superare un salto strapiombante fessurato (ci si protegge bene con friend medi). Proseguire sempre con arrampicata molto sostenuta fino alla base di una fascia strapiombante. Portarsi ora sulla faccia dx del diedro, salire in verticale 2 metri e poi traversare a sx in leggero strapiombo collegando 2 piccoli spuntoni di roccia delicata che permettono di afferrare una buona fessura verticale che porta ad un piccolo pulpito alla base di un tetto. Sosta attrezzata su grossa clessidra ed un chiodo (20m, VI);
L11: LA PRIMA GRANDE CENGIA. Traversare a dx con un passo delicato (IV), salire brevemente ad una clessidra e traversare facilmente a dx su cengia, fino ad arrivare alla sosta in prossimità dell’ORECCHIA (zona caratteristica della parete), su 2 chiodi con cordone (55m,un passo IV, poi II);
L12: traverso ancora a dx per circa 10 m per aggirare uno speroncino e salirlo per rampa non appena è evidentemente più facile. Salire leggermente verso sx, alla sosta su due chiodi sotto rocce compatte nere (25m, III);
L13: LE PLACCHE NERE. Traversare delicatamente a sx, arrivando ad un chiodo sotto uno strapiombo. Si passa sotto un diedro compatto e inclinato e si traversa ancora a sx. Si aggira uno spigolino ad arrivare ad un muretto verticale. Salire il muretto (possibile friend in fessurina a dx), ristabilendosi sopra su appoggi per i piedi abbastanza buoni (chiodo). Ora si traversa a sx e poi si sale , sempre tendendo a sx (chiodo), fino ad arrivare ad aggirare uno spigolo, attraversare un piccolo canale di rocce marce e raggiungere una cengia dove si traversa a sx ad arrivare alla sosta su due chiodi+cordone sotto un diedro (3 chiodi, 40m, VI);
L14: IL DIEDRO A S. Salire il diedro obliquo a dx sfruttando una buona fessura al centro e uscire su piccolo pulpito (chiodo), Dove il diedro piega a sx è necessario superare un saltino strapiombante per poi ristabilirsi su un piccolo pulpito detritico (chiodo giallo), proseguire ora in verticale per una buona fessura ben proteggibile con friend medi e raggiungere una nicchia. Sosta su due chiodi (2 chiodi, 30m, V+ e A1);
L15: LA SECONDA GRANDE CENGIA. Salire un breve diedro-camino strapiombante, uscirne a dx e poi effettuare un lungo traverso a dx costeggiando la fascia rocciosa strapiombante, fino ad uno speroncino dove si sosta su 2 chiodi + cordone, prolungata con 2 cordini in kevlar neri e maillon per facilitare il recupero delle corde per la calata in corda doppia (60m, V poi II) . Possibilità di calarsi ed uscire dalla via;
L16: salire direttamente sulle roccette sopra la sosta, poi traversare verso dx e salire fino a sostare su grossa clessidra con cordone alla base di una rampa (30m III+);
L17: IL CORRIDOIO NASCOSTO. Salire la rampa fino ad un diedro con la faccia sx abbattuta (placca bianca), passaggio ostico in A0 (chiodo lasciato), poi salire obliquando sempre verso sx fino a trovare un corridoio nascosto a sx, da seguire fino a sbucare vicino ad una cengia a dx sotto uno strapiombo, dove c’è una sosta con clessidra+fix (libro di via ancorato alla sosta). Bivacco dei primi salitori per l’avvicinarsi di un temporale. Non sostare qui ma andare invece a sx e salire per ghiaie ad un muretto con due chiodi dove sostare, a pochi metri dallo strapiombo (55m, IV, A0);
L18: salire una placca di roccia arrotondata a sx della sosta, superare un muretto verticale e proseguire brevemente a dx per una cengia detritica fino alla base di un diedrino obliquo a sx. Salirlo fino ad un chiodo, poi traversare a dx e portarsi alla base di un camino umido. Sosta su due chiodi + cordone e moschettone per calata (1 chiodo, 30m, IV);
L19: IL CAMINO MUSCHIOSO. Salire a dx verso il camino umido e muschioso ma proteggibile a friends. Si esce su roccette delicate, spostandosi poi su ghiaie verso sx ad una cengia da seguire per circa 10 metri. Sostare sotto rocce gialle spaccate , alla base del canale d’uscita della parete. Sosta su due chiodi + cordone (25m, V poi III);
L20: salire sopra la sosta, quindi spostarsi a dx per salire uno strapiombino di rocce delicate (ristabilimento non facile su rocce friabili). Puntare ora ad una strozzatura più in alto a sx. Superarla sulla sx, sempre su rocce delicate (attenzione a dx, massi instabili!), per entrare in un camino-canale con alcuni salti (chiodo). Terminato il camino si esce a dx per rocce facili ma ghiaiose, arrivando ad un piccolo muretto (chiodo giallo) e poi sopra al pianoro dell’anticima. Sosta su masso cordonato, attrezzato con prolungamento effettuato con alcuni cordoni per facilitare la doppia (2 chiodi, 40m,VI poi III);
L21: avvicinarsi per ghiaie all’ultimo risalto e salirlo per un evidente canalino detritico. Sosta attrezzata sullo spuntone di vetta. Presente ometto di pietre da noi realizzato (20m, III).  Note: la via è impegnativa e alpinistica. Segue i punti di minore difficoltà con diversi spostamenti e traversate, ma mantiene difficoltà di tutto rispetto e abbastanza continue. La roccia è nel complesso buonaottima, con alcune zone delicate e friabili. La proteggibilità è scarsa, compresa la chiodabilità. Tutti i chiodi utilizzati sono stati lasciati in via. Discesa
Si effettua con 11 doppie, di cui alcune indipendenti (sviluppo 520m). Materiale
soste attrezzate su 2 chiodi (collegati da cordoni con maillon o piccolo moschettone quelle per la calata). Portare una serie completa di friend fino al n°5 BD (utile raddoppiare le misure 1,2,3), martello e buona scelta di chiodi, utile una staffa, utilizzare corde da 60 metri.
In via lasciati tutti i chiodi utilizzati:
-34 chiodi di sosta
-16 chiodi + 1 fix sui tiri
-1 chiodo + 4 fix per le calate fuori via (3 calate fuori via)
I fori per i fix sono stati eseguiti con perforatore manuale (fix da 8mm). Note
Tempo salita primi salitori:
-nel primo tentativo del 07-08-2012 impiegate circa 11h fino al termine del diedro grigio;
-nel secondo tentativo del 04-08-2012 è stato raggiunto il bivacco vicino alla sosta 17 in circa 11h e il 05-08- 2012 impiegate 3h per raggiungere la vetta.
Per una ripetizione calcolare circa 10-14h.

Cartografia
Le Dolomiti Orientali, Volume 1-Parte I, Antonio Berti, per avere informazioni sulle poche vie presenti su questo versante (vecchie vie dei pionieri).





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Walter Polidori e Simone Rossin nel 2012 in due riprese. Conclusa il 04 e 05 Agosto 2012.
Autore scheda
Walter Polidori e Simone Rossin
Versante
Nord Ovest
Lunghezza dislivello
730m circa, 21 tiri di corda.
Quota
2400m
Difficoltà
TD+, VI/A1
Periodo
Estate e autunno

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