Civetta: ripetizione di “W Mejico Cabrones” per Baù e Marini

Il 29-30/07, Alessandro Baù ed Enrico Marini (24enni di Padova) hanno realizzato la prima ripetizione di “W Mejico Cabrones”, la via aperta da Venturino De Bona nel 2001, in solitaria, sul versante Nord Ovest della Civetta.
W Mejico Cabrones, Civetta, Dolomiti
Venerdì 29 e sabato 30 luglio, Alessandro Baù ed Enrico Marini (24enni di Padova) hanno realizzato la prima ripetizione di “W Mejico Cabrones”, la via aperta da Venturino De Bona nel 2001, in solitaria, sul versante Nord Ovest del Civetta.

Un "vione", su una delle pareti più alpinistiche delle Dolomiti. Una signora parete che i due giovani padovani hanno cominciato a sognare d'inverno tra libri d'ingegneria (l'uno) e tubi da idraulico (l'altro).
Bella avventura!


W Mejico Cabrones! Una luce sul Civetta
Di Ale Baù ed Enrico Marini


Dicembre 2004. Le idee più folli nascono durante le lunghe sedute di studio, quando mente e corpo scappano dalla scrivania per ricercare la pace dei sensi tra i monti. Cosa ci capita tra le mani?! Un vecchio numero di Pareti con su scritto “Civetta - De Bona superstar, W Mejico Cabrones, una nuova via di gran livello a solcare la nord-ovest, in solitaria”. Tomas, un amico di Alleghe, ci dice che non ha ripetizioni: è fatta, abbiamo trovato l'obiettivo per l'estate 2005!

Primavera 2005. Contattiamo Venturino per avere qualche dritta: “Vi lascio la relazione al Tuttosport di Longarone perché da giugno gestisco il Torrani! La via sale prevalentemente in fessura, portatevi due serie complete di friend, 15 in tutto direi, fino al 4 camalot!” Pinchi Cabron, come direbbe Venturino… ci toccherà salire piombati!

Giovedì 28/7/05. Ale: “Con Enrico Ferrari salgo i primi 9 tiri della via. E prendo la prima stecca sui denti: abituato al granito del Bianco, ci metto un po' a trovare la concentrazione necessaria.” Lasciamo su lo zaino con 6 litri da bere; ci caliamo. Dopo una birra saluto Enrico che scende a Padova e aspetto Marinz (Enrico Marini ndr) che arriva al Tissi folgorato dalla vista della Parete delle Pareti: è la prima volta che viene in Civetta.

Venerdì 29/7/05. Sveglia alle 3. Alle 4,40 attacchiamo con le frontali e prima delle 7 raggiungiamo lo zaino. Piccolo break poi si continua lungo una fessura: la roccia qui è favolosa e l'arrampicata entusiasmante; incastri, dulfer, bilanciamenti, saliamo veloci fin sotto il tetto a mezzaluna. Lo guardo e penso a Venturino che, in mancanza delle ventose per passare sulla placca di destra, pur di non “artificialare” si era ritirato… l'etica… un grande! Risolto il problema con un pendolo, saliamo ancora una magnifica fessura. Con 3 tiri ci si collega alla Comici e per una teoria di camini e diedri si rimontano dei pilastri. Sono 8 ore che arrampichiamo e ci siamo lasciati alle spalle 18 tiri; altro break.
L'ombra viva del paretone cammina sui ghiaioni sottostanti, intorno a noi un mare di roccia, sentiamo il cuore della Civetta pulsare, per un istante rimaniamo in contemplazione del vuoto. La giornata è stupenda eppure siamo l'unica cordata impegnata sulla nord - ovest, possibile?!
In questo tratto di parete si incrociano la “Comici”, il “Miracolo” e “W Mejico” e, neanche a dirlo, sbagliamo: saliamo un tiro stupendo molto strapiombante, troppo chiodato per essere del Ventura. L'errore ci costa 2 ore.
Recuperato il canale a sinistra del pilastro, diversi strapiombi interrompono l'andamento regolare del camino e l'arrampicata si fa più atletica. Alle 19 raggiungiamo la cima del pilastro: sappiamo che ci manca un tiro per arrivare alla tanto sognata nicchia Hilton; si ma che tiro! 7+ senza neanche un chiodo! Mmhh…che gioia! Tutto sommato però riusciamo a proteggerci bene. Mi alzo un paio di metri dalla sosta e vedo uno “scherzo” di cavità. Mi giro sconfortato verso Enrico: “Sarebbe questo l'Hilton hotel?”. Poi, incredibilmente, quello che sembrava un disegno di buco incassato nella fessura, si trasforma in una nicchia spaziosa, perfettamente in piano, invisibile dal basso. Pianto due chiodi e recupero Enrico.

Hilton Hotel. Chiamiamo Walter al Tissi per dirgli che è tutto ok e per ordinare una pasta! Magari… ci accontentiamo di un salamino, del pane schiacciato e una stecca di cioccolata. Si alza un vento fastidioso, indossiamo tutto quello che abbiamo e dividiamo l'unico sacco a pelo. Non potevamo chiedere di più, siamo in una suite con vista sul lago. La foschia sfuma il profilo della Marmolada, tramontando il sole esplode in una tavolozza di colori. E' bello essere qui. Pensiamo a che effetto debba fare vedere dal Tissi la nostra frontale in mezzo al mare di roccia… una stella in Civetta.

Sabato 30/7/05. E' dura ripartire al mattino. Ci mancano pochi tiri e il tempo promette bene. Giusto 40m per scaldarsi e ci troviamo impegnati sul tiro più duro della via: un muro compatto leggermente strapiombante ben protetto da 4 chiodi. Peccato che, nel passo chiave, per rinviare occorra passare un kevlar nel chiodo che proprio non ne vuol sapere di entrare. Ale: “Mi appendo ad un micro friend per compiere l'operazione e riprendo a scalare. Superata la sessione dura il tiro traversa più volte e, anche se in 25m ho messo solo 2 protezioni per evitare attriti, arrivo in sosta che mi sento più un somaro da traino che un climber. Si vede che questo tiro è stato aperto in solitaria, conviene spezzarlo!”
Alle 10.30 siamo sulla cengia del Miracolo: quattro tiri e siamo fuori, pensiamo… Poveri illusi… sono i 4 tiri più impegnativi della via. La stanchezza accumulata e un probabile calo di concentrazione ci fanno rallentare. Venturino scrive: “arrampico piano, la roccia è friabile e strapiombante, pianto un chiodo e mi alzo prendendo solo i pochi appigli saaaannniii… sono appeso alla corda. Il volo non è stato lungo, unico danno un dito aperto; eppure quella tacca sembrava buona. Più sopra la roccia addirittura peggiora”. Fa proprio schifo, aggiungiamo noi!
Ale: “Provo a superare lo stesso passaggio per 2 volte; è tutto marcio così decido di non imitare Venturino e pianto una altro chiodo sopra lo strapiombo.” Con fatica usciamo dai 2 tiri duri. Il bagnato dell'ultimo tiro e i “comodini parlanti” (massi instabili ndr) dell'ultimo tiro ci tengono ancora sotto pressione. Usciamo verso le 14 sulla punta Tissi. Con una classica stretta di mano pensiamo di chiudere la nostra avventura in Civetta… Sì, è giusto dire “pensiamo” perché Venturino non è della stessa idea: con Fulvio ci aspetta al rifugio Torrani con 2 belle “bionde” (le prime di una lunga serie) e la sagra andrà avanti fino a tarda sera a suon di grappe!!

Ricordi. Forse i ricordi più belli di questi 4 giorni in Civetta sono stati proprio i pomeriggi passati al Torrani e al Tissi; l'accoglienza del Ventura, la simpatia di Fulvio, la gentilezza e disponibilità di Monica e Walter; un grazie di cuore.
Complimenti Venturino: hai aperto un vione per giunta in solitaria (seconda solitaria della nord-ovest dopo la Bellenzier alla Torre d'Alleghe).
W Mejico Cabrones !!!

di Alessandro Baù e Enrico Marini


W Mejico Cabrones, Civetta, Dolomiti

la relazione della via è dispononibile sul libro del Rifugio Tissi.


Foto grande: Alessandro Baù, Venturino De Bona, Enrico Marini
sopra dall'alto: alcune immagini della salita- ph arch. Baù - Marini)
W Mejico Cabrones, Civetta, Dolomiti
W Mejico Cabrones, Civetta, Dolomiti
W Mejico Cabrones, Civetta, Dolomiti
W Mejico Cabrones, Civetta, Dolomiti
Gruppo del Civetta, Punta Tissi, Parete Nord-Ovest
W Mejico Cabrones
apritore: Venturino De Bona, estate 2001
1° ripetizione: Alessandro Baù, Enrico Marini
sviluppo: 1150 metri, 33 tiri di corda
difficoltà: dal 5° all' VIII-
materiale: Quasi tutte le soste sono attrezzate; ci sono 6 spit in 5 diverse soste. In totale 35 chiodi di passaggio compresi quelli dei tiri in comune con la via “Comici” e la “Martini”. Portare due serie complete di friend fino al 4 Camalot.
attacco: Dal rifugio Tissi prendere il sentiero più alto che taglia il ghiaione sottostante la nord-ovest. In 40 min si raggiunge, in corrispondenza del punto più basso della parete, un camino/canale sulla sinistra di un'evidente macchia gialla.
Tutta la via:
L1) 30m, 3+; S 2ch
L2) 30m, 3+; S 2ch
L3) 25m, 5; S 2ch
L4) 40m (1ch), 5+; S 2ch
L5) 25m (1ch), 5+; S 3ch
L6) 35m, 5+; S 2ch
L7) 30m, 4+; S 2ch
L8) 55m, 4; S 2ch
L9) 55m, 4+; S 2ch
L10) 40m (1ch), 7-; S 2ch
L11) 20m (2ch), 7-; S 2ch
L12) 25m (2ch), 7; S 2ch pendolo per raggiungere la fessura a dx S con 1ch e 2 sp
L13) 20m (1ch), 7; S 3ch
L14) 40m, 6+; S 1ch
L15) 30m, 5; S 1ch
L16) 60m (2ch), 5+; S 2ch
L17) 15m, 2; S 1ch
L18) 25m (2ch), 5; S 2ch
L19) 30m(1ch), 5; S 2ch
L20) 40m, 5; S 2ch
L21) 30m (3ch), 7; S 2ch
L22) 30m (3ch), 7-; S 2ch
L23) 50m (1cl, 2ch), 7-; S 2ch
L24) 35m (2ch), 7; S 1ch, 1sp
L25) 25m, 6+; S 1cl
L26) 25m, 7+; S 1ch, 1sp
L27) 40m, 6+, nicchia Hilton; S 1cl
L28) 50m (4ch), 8-; S (1ch)
L29) 30m, 4; S 2ch
L30) 30m (2ch),6+; S 1ch,1sp
L31) 40m (4ch), 7; S 1ch,1sp
L32) 50m, 5+; S 1ch
L33) 60m (2ch), 5+;

La qualità della roccia è buona tranne nel 3°,4°,5°,23°,24°,25° dove richiede un po' di attenzione e nel 30°,31°,33° tiro dove è di pessima qualità; abbiamo trovato bagnato solo il 32° tiro.
portfolio


Ultime news


Expo / News


Expo / Prodotti
Giacca The North Face Summit Torre Egger Futurelight
Giacca The North Face Summit Torre Egger Futurelight
Scarpe da tempo libero Nativa Canvas
Scarpe da tempo libero AKU Nativa Canvas
Zamberlan Rando GTX - scarpe da trekking
Scarpe da trekking con leggera e traspirante tomaia in pelle Perwanger e Cordura.
Giacca da montagna Explorair Light Dryo 2.5
Giacca da montagna leggera minimalista
Karpos Odle Fleece - giacca softshell uomo
Giacca softshell uomo Karpos Odle Fleece
La Sportiva TX4 R – scarpe avvicinamento
Edizione speciale dell'iconico modello TX4
Vedi i prodotti