Via Casarotto alla Roda de Vael, invernale per Biserni e Tiezzi

Il 23 gennaio 2016 Jacopo Biserni e Paolo Tiezzi hanno ripetuto la Via Casarotto alla Roda de Vael (Gruppo del Catinaccio, Dolomiti) effettuando quella che potrebbe essere la prima salita invernale di questa via alpinistica aperta nel 1978 da Renato Casarotto, Giovanni Majori e Maurizio Zappa.
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Durante l'invernale della Via Casarotto alla Roda de Vael, Catinaccio, Dolomiti (Jacopo Biserni, Paolo Tiezzi 23/01/2016)
Jacopo Biserni, Paolo Tiezzi
La linea aperta nel 1978 da Renato Casarotto, Giovanni Majori e Maurizio Zappa sulla parete ovest della Roda de Vael sembrava essere una di quelle salite "dimenticate". A riportare l'attenzione su questa bella via ci ha pensato Ivo Ferrari dopo una sua ripetizione estiva nel 2013. Adesso, esattamente lo scorso 23 gennaio, l'hanno ripercorsa anche Jacopo Biserni e Paolo Tiezzi che sottolineano che poco importa se la loro è o non è la prima invernale, perché "è stata una bella avventura, sognata e condivisa, ed è questo quel che conta e che nessuno può cancellare."

VIA CASARATTO ALLA RODA DI VAEL di Jacopo Biserni

"Facciamo un'invernale? Dai, per fare un po' di esperienza in quelle condizioni!"
Qualche amico risponde: "ma no, se ci sono le condizioni piuttosto vado a fare cascate o qualche via di misto."

Io non demordo, ho proprio voglia di rimanere a contatto con la roccia...

Tempo fa, cercando la relazione di un'altra via, mi sono imbattuto nel sito oltrelavetta.com da dove a volte attingo informazioni. Guardando tra le relazioni del Catinaccio scorgo il nome del grande alpinista vicentino. Via Casarotto alla Roda de Vael.

Caspita!!! Mi sono subito incuriosito e leggendo attentamente la relazione sono stato immediatamente colpito dal fascino di questa via. Cercando ulteriori informazioni, leggo anche l’articolo di Ivo Ferrari su Planetmountain.com che parla appunto di questa linea quasi dimenticata, e a questo punto mi si accende la fiamma.

Eravamo alle porte dell'inverno e siccome quest'anno avevo l'intenzione di impegnarmi in qualche invernale come dicevo, ne parlo con un amico e compagno di arrampicate che alla fine mi da corda... L'idea era più su una parete sud... avevo in mente la Livanos alla Odla di Cisles, oppure pensavo di fare un giro in Val Cimoliana e andar sul Campanile di Val Montanaia che è sempre spettacolare...

Poi l'idea della Casarotto, che inizialmente volevo tenere per l'estate, comincia a farsi sempre più concreta con l'avanzare della stagione. Guardo in continuazione le webcam ed il meteo di Carezza e Vigo, l'innevamento del pendio alla base della ovest è discreto, sicuramente nel versante Nord/est troveremo dei bei riporti di neve.

Ok deciso! Chiamo Paolo! Gli propongo la Casarotto e subito gli si drizzano le orecchie. In pochi minuti anche lui è convinto e ci diamo appuntamento al venerdì sera per partire. Su quella parete avevamo salito tutti e due la Via Eisenstecken, io in estate qualche anno prima e Paolo a novembre di quest'anno, e ricordavamo bene il freddo alle mani all'attacco... perciò ci portiamo due paia di guanti a testa! Nessuno dei due aveva mai percorso la ferrata che conduce al rifugio Roda de Vael quindi era fondamentale arrivare in cima almeno un'ora prima del buio per trovare il cavo e superare alla luce le parti più difficoltose. Eravamo consci della pienezza della luna quella sera, perciò sapevamo che ci avrebbe accompagnato lungo il ritorno.

Dormiamo nel parcheggio degli impianti che portano al Paolina. Sveglia alle 7.30, colazione con fornellino, decidiamo di prendere la seggiovia (attaccare prima ci avrebbe fatto solo prendere più freddo di quello che già ci immaginavamo). Insieme a noi una serie di friend BD con giallo rosso e viola raddoppiati più la serie di piccoli, martello e 3/4 chiodi ciascuno per rinforzare qualche sosta, 10 rinvii e tanti cordini... 2 inseparabili corde da 60m... termos da 0,75... due paia di guanti e piumino al seguito... e un paio di indispensabili ramponi!

Alle 10.30 siamo all'attacco e facciamo il primo tiro sulla rampa slegati. Arrivati alla clessidra della prima sosta ci siamo ancorati e sono iniziati i preparativi. Alle 11 parte la rumba! Parete in perfette condizioni, nessun tratto bagnato, sappiamo che il sole lo vedremo solo arrivati nel terrazzo detritico sopra le difficoltà a tre tiri dall'uscita... è FREDDO! Soprattutto nella parte bassa. Con i guanti è un "togli e metti" continuo, ma sui tiri di V+ scaliamo senza perché diversamente ci risulta difficile... Circa a metà via cominciamo a sentirci galvanizzati dalla presenza del sole sulla sinistra della Roda, non vediamo l’ora di spuntare sulla terrazza per godere un po’ del suo calore.

In alto decidiamo di fare la variante Bozzetta, evitando i camini finali per stare al sole :) Tre bei tiri di V+ e VI- su placche gialle, molto belle e in stile Casarotto (pulito), giusto 2 chiodi di passaggio, uno sul secondo tiro della variante ed uno sul terzo nello strapiombo dello spigolo Alle 16.30 siamo in cima.

La discesa è stata entusiasmante come la salita! Senza ramponi sarebbe stata molto dura, abbiamo trovato tratti con neve fino ai fianchi, il cavo della ferrata in parte nascosto dalla neve... Il tramonto sulla Roda è stato stupendo, come aver coronato questo sogno. Il buio cala su di noi quando siamo già sui pendii nevosi dopo la prima parte di ferrata, e le frontali cominciano ad illuminare il manto bianco.

Arrivati al rifugio Roda de Vael ci stringiamo nuovamente la mano e con due pacche sulle spalle cominciamo a scherzare sugli inciampi delle gambe stanche. Una volta giunti alla macchina ancora un abbraccio per la gioia di questa avventura che ha unito me e Paolo. Per me è davvero importante, sono sempre stato appassionato di montagne ma ho cominciato a scalare solo 3 anni fa, perciò questa salita è per me una grande soddisfazione, esser lassù, soli col proprio compagno e veder la luna salire dietro la sud della Marmolada è stata la gioia più grande.

di Jacopo Biserni, Scuola Pietramora (Ravenna)

" Io, Paolo, ringrazio Jacopo per avermi coinvolto in questa sua idea. Il senso di avventura provato, il piacere dell'arrampicata e la bellezza di certi momenti...li cercheremo ancora nella prossima salita."

di Paolo Tiezzi, Scuola Pietramora (Ravenna)




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