Odyssee, la via più difficile sulla nord dell'Eiger aperta e liberata da Roger Schaeli, Robert Jasper e Simon Gietl

Un trio internazionale composto da Roger Schäli (Svizzera), Robert Jasper (Germania) e Simon Gietl (Italia) ha aperto e liberato Odyssee (8a+, 1400m), una impegnativa via d’arrampicata che forse si attesta come la più difficile della parete nord dell' Eiger in Svizzera.
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Roger Schäli sul tiro chiave, gradadto 8a+, di Odyssee, la via aperta sulla parete nord dell'Eiger, insieme a Robert Jasper e Simon Gietl
Frank Kretschmann / http://www.funst.de
Una delle pareti più famose delle Alpi, la fredda ed inospitale nord dell'Eiger, si è arricchita quest’estate di una difficile nuova via grazie agli alpinisti Roger Schäli, Robert Jasper e Simon Gietl che a fine agosto sono riusciti a completare e liberare Odyssee.

La nuova via prende una linea sulla "parte più erta ed impegnativa" della mitica nord, ovvero la ‘Rote Fluh’ e il ‘Pilastro dei Cechi’, a destra della classica via Heckmair del 1938. La linea di Odyssee è stata notata da Schäli e Jasper nel 2009 dopo la loro prima libera della Direttissima dei Giapponesi, e anche se nelle estati successive i due hanno concentrato i loro sforzi nel liberare altre vie esistenti (per esempio la Direttissima John Harlin con uscita diretta nel 2010 e la Piola - Ghilini Direttissima nel 2013), hanno comunque trovato il tempo per iniziare quella che si sarebbe poi rivelata essere una vera e propria odissea personale.

Dopo aver seguito la prima parte della via Heckmair per raggiungere il famoso Stollenloch, Schäli e Jasper hanno iniziato la nuova linea, piuttosto diretta, che incrocia in più punti le vie La Vida es Silbar (7c, 900m, Daniel Anker, Stephan Siegrist, 1999) e Paciencia (8a, Stephan Siegrist, Ueli Steck). Tra il 2009 e il 2013 Schäli e Jasper hanno esplorato questo terreno dal basso, passando "calcare sorprendentemente compatto e buono" ed utilizzando un mix di protezioni trad, chiodi e spit per proteggere la via. Ma anche se i due avevano già superato difficoltà fino all' 8a+, ed alcuni tratti piuttosto esposti, la loro progressione verso l’alto era lenta, spesso bloccata da freddo e meteo terribili. Avevano aperto soltanto 2/3 della via e il viaggio verso l'alto stava diventando molto più lungo e tortuoso del previsto.

L’estate 2015 si è rivelata la stagione di svolta grazie all'aggiunta di due elementi chiave: il tempo stabile e il giovane altoatesino Simon Gietl. Infatti, mentre tutto l'arco alpino stava quasi soffocando in quella che è stata definita l'estate più calda ed asciutta degli ultimi 150 anni, Schäli e Jasper sono stati raggiunti da Gietl che con il suo solito entusiasmo ha aiutato i due a completare la via.

"Simon è stato come una boccata d'aria fresca per noi", ha spiegato Jasper "siamo diventati un team forte e veloce. Insieme abbiamo aperto e liberato dei nuovi tiri. Per quasi due mesi abbiamo vissuto all'ombra della fredda parete nord, prendendo tutte le possibilità che ci sono state date." Il team è riuscito a liberare tutti i tiri singolarmente, arrivando in cima alla via a circa 3700m l’11 agosto 2015. "E 'stato un momento indescrivibile quando abbiamo raggiunto la cima in mezzo alla nebbia ed il buio" racconta Schäli. "La nostra salita, la nostra odissea attraverso questa parete enorme anche per noi, era finalmente giunta ad una buon fine!"

Gradata 8a+, Odyssee è ora la via di roccia più difficile della parete nord dell’Eiger, un mezzo grado più difficile di Paciencia, aperta da Stephan Siegrist e Ueli Steck nel 2003, liberata da Steck nel 2008 e, per la cronaca, ripetuta quest’estate da Roger Schäli e Mich Kemeter e anche dagli scozzesi Robbie Phillips e Willis Morris. Per quanto riguarda Odyssee, attendendo la valutazione dei primi ripetitori, manca ovviamente la prima libera in un’unica spinta dal basso. Ma questa sarà un altro capitolo che si aggiungerà a questa epica parete.





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