'Soste alla francese' nelle falesie marine: come comportarsi?

Maurizio Oviglia, Istruttore Alpinismo e Istruttore Nazionale Arrampicata Libera del Club Alpino Italiano, ricorda alcune regole da rispettare quando ci si trova di fronte ad una sosta alla francese, costituita da due fittoni resinati e dove è assente la catena di calata.
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Soste alla francese: corretto passaggio della corda in una sosta alla francese
Maurizio Oviglia

Le "soste alla francese", così chiamate per il loro utilizzo in alcune falesie francesi, sono riconoscibili dall’assenza di catene e connettori al punto di sosta e dalla presenza di solo due fittoni resinati ove far passare la corda nei loro occhielli dopo apposita "manovra". Questi fittoni, per evitare che la corda si attorcigli nella calata e nella moulinette, sono posti leggermente sfalsati verticalmente. Inoltre, quello inferiore è inclinato, generalmente di 45° e serve solo come secondo punto di sicurezza.

Questa tipologia di soste, pur non essendo molto amata dai climbers (perché occorre fare la manovra per far passare la corda) si è diffusa particolarmente in zone marine dove l’uso di catene e connettori avrebbe fatto lievitare i costi, mentre l’uso di materiale zincato sarebbe andato incontro ad un rapido deterioramento.

Negli ultimi anni molte aziende hanno messo in catalogo soste già pronte, direttamente in acciaio inox, la migliore delle quali è attualmente quella che prevede due anelli chiusi, liberi di ruotare su di loro, in modo che la corda non li consumi in un solo punto. Fermo restando che attualmente questa è considerata la migliore soluzione per attrezzare una sosta (che prevede comunque la manovra per far passare la corda nell’anello chiuso), ci troviamo tuttavia con un gran numero di falesie attrezzate con soste diverse, alcune divenute ormai insicure.

Concentrando la nostra attenzione sulle falesie che presentano "soste alla francese", non possiamo non tenere conto dei fatti accaduti recentemente all’acciaio inox (particolarmente l’AISI 304) in zone adiacenti il mare. L’acciaio inox può rompersi per corrosione interna, è accaduto e continua ad accadere, dunque la prima precauzione da adottare (oltre a quelle di procedere alla richiodatura delle vie con materiale più consono) è quella di non rimanere MAI appesi ad un solo punto quando si esegue la manovra.

Le soste alla francese, proprio per la loro caratteristica di non avere punti tra loro collegati dovrebbero oggi essere evitate, ma non volendo sostituire i fittoni di sosta, si potrebbe anche semplicemente collegarle con connettori e catena, ovviamente inox per evitare correnti galvaniche.

Come si diceva, in assenza di collegamento, dovremo rassegnarci ad eseguire la manovra, la cui esecuzione viene normalmente insegnata a tutti i corsi del CAI e dalle guide alpine. Pur essendoci una prassi oramai univoca per eseguirla, si assiste a numerosi varianti, e non è raro vederla realizzare in maniera differente a seconda del paese di provenienza.

Al Rock Petzl Trip in Cina, ad esempio, non si poteva arrampicare senza aver prima dimostrato di effettuare correttamente la manovra a terra ad un esaminatore. Questi aveva il compito di insegnare ai partecipanti, una maniera univoca. Non erano insomma accettate varianti.

Ci sono tuttavia, considerati alcuni incidenti avvenuti negli ultimi anni, alcune regole da rispettare. Le ricordo qui di seguito (e con l’ausilio della gallery), sperando di non dimenticarne nessuna:

- Non calatevi mai su soste che prevedano un solo punto. Anche se grosso e resinato, anche se di buon acciaio, il materiale o la resina potrebbero essere fallati o deteriorati!
- Per lo stesso motivo, quando arrivate in sosta assicuratevi sempre ad entrambi i punti, mai a solo uno di essi!
- Se il compagno non intende effettuare la via che avete appena fatto da capocordata, effettuate sempre la manovra prima di scendere e farlo salire da secondo. In breve, quando effettuate la manovra, la vostra corda deve sempre essere passata nei rinvii della via. La manovra non va fatta mai fare al secondo di cordata, che potrebbe distrarsi e far passare male la corda. In questo caso non avrebbe più nulla che lo trattiene, in caso di errore (dinamica che ha già causato diversi incidenti mortali)
- Non slegatevi mai dal nodo prima di aver fatto passare la corda doppia negli occhielli e assicurato essa all’imbragatura con un’asola e nodo a otto. Eviterete anche che la corda possa sfuggirvi!
- Una volta fatta questa manovra sfilate dagli anelli la corda del nodo appena sciolto e rilegatevi, per maggiore sicurezza, assicurandovi prima di farvi calare che la corda sia correttamente passata in tutti e due i punti di sosta e collegata all’imbragatura.

Sperando che ribadire queste semplici regole contribuiscano a diminuire gli incidenti in falesia, invito gli attrezzatori a migliorare costantemente le soste delle falesie storiche, sostituendole o migliorandole come descritto, evitando soste non collegate che possano generare più facilmente errori. Inoltre invito tutti i neofiti ad eseguire, prima di avventurarsi in falesia, uno stage presso una guida alpina o un corso del CAI, dove vengono spiegate ed eseguite praticamente le manovre da effettuare in falesia.

Maurizio Oviglia (IA, INAL)




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