Kurt Walde e il Safety Academy Mountain 3D per la prevenzione di valanghe

Intervista a Kurt Walde, guida alpina di Brunico e grande esperto di sicurezza in montagna che insieme ad Ortovox ha sviluppato il Safety Academy Mountain 3D, uno strumento didattico per studiare la formazione delle valanghe.
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Kurt Walde, guida alpina di Brunico e grande esperto di sicurezza in montagna
Manuel Lugli
Come gli esperti di valanghe sanno, sono gli inverni meno nevosi ad essere più pericolosi, infondendo la falsa idea che meno neve significhi meno rischio. In realtà accade esattamente il contrario e le cronache di quest’inverno appena passato, purtroppo, sono state ricche di notizie su incidenti in valanga. A rendere la situazione ancora più difficile, dopo un inizio piuttosto avaro, era il fatto che poi di neve ne era scesa parecchia e quindi le nuove nevicate si sono aggiunte su “situazioni” vecchie e con temperature stagionali in lento ma costante aumento. In questa situazione è chiaro che una prevenzione accurata ed una preparazione più che solida sulle valanghe, sono alla base della cosiddetta sicurezza attiva, senza la quale la sicurezza passiva data dagli strumenti tecnologici (A.R.T.VA., pala, sonda e zaino airbag) ha valenza limitata.

Un nuovo strumento per arricchire e facilitare la preparazione su questi temi è stato presentato a febbraio alla fiera ISPO di Monaco di Baviera: il Safety Academy Mountain 3D. Il Safety Academy Mountain 3D, in breve SAM, è uno strumento didattico per la formazione sulle valanghe ideato da Kurt Walde, guida alpina di Brunico che da oltre 30 anni si occupa di studio delle valanghe e tiene corsi su questo tema. Ecco l'intervista con Walde e la presentazione del SAM 3D.




Kurt, cosa puoi dirci riguardo il concetto di prevenzione applicato al rischio valanghe?

La prevenzione valanghe è sicuramente il tema più importante per noi guide ma anche per tutti coloro che si muovono nella montagna invernale e su neve. Abbiamo visto purtroppo anche in questa stagione ormai in chiusura, quanti incidenti da valanga siano accaduti. E’ stata una stagione non molto ricca di neve – e spesso queste sono quelle più costellate di incidenti – con lunghi periodi di forte vento e altri di rialzi termici anche importanti. Abbiamo anche avuto l’ennesima riconferma che il fattore umano è per il 90% alla base dell’innesco di questi incidenti. E’ ovvio quindi che la conoscenza della neve e della formazione delle valanghe e la prevenzione sono sempre al primo posto di qualsiasi attività in ambiente invernale. Certo la tecnologia ha fatto grandi passi, con A.R.T.VA sempre più performanti e negli ultimi anni con gli airbag da valanga, ma il concetto che dovrebbe prevalere è sempre uno solo: prevenzione vuol dire NON staccare valanghe.

Quali strumenti abbiamo per fare prevenzione?
La prevenzione inizia ovviamente prima di uscire in ambiente ed è un concetto che va applicato sempre, ogni volta che si decide una gita. Quindi nella pianificazione, che sia con guide o nell’ambito di amici, soci CAI o altro, dovrebbe sempre esserci un momento di preparazione a casa. Un momento in cui si studia la gita e si cerca di capire concretamente come si formano le valanghe, quali sono i meccanismi alla base del loro distacco e come questo si possa prevenire. Alla base c’è sempre la lettura e l’interpretazione del bollettino nivo-meteorologico. Si tratta di uno strumento importante ma non sempre di facile interpretazione, soprattutto quando poi i dati devono essere riportati sul terreno, nella situazione reale.

Ed è qui dunque che nasce l’idea del SAM 3D?
Sì. Spesso uscendo in ambiente mi sono trovato in situazioni così complesse - fatte di pendii ripidi e meno ripidi, cambi di pendenza, versanti, terreni diversi, innevamenti diversi – che mi sarebbe piaciuto potermi “alzare” dal terreno per vedere tutto dall’alto ed avere quella visione d’insieme che aiuta moltissimo a fare poi la scelta giusta. Ci ho pensato parecchio e mi è venuta l’idea di un modello tridimensionale in miniatura che potesse rappresentare in maniera semplice tutte le situazioni possibili di una montagna: pendii dai 30° ai 55°, creste, canali, pareti verticali, avvallamenti. Insieme è stato sviluppato un manuale che insegna come utilizzare al meglio il modello; un manuale che possono utilizzare sia i semplici appassionati, che le guide o gli istruttori CAI nell’ambito dei corsi. Il manuale riporta diversi temi e argomenti che possono essere sviluppati sul modello, ma anche quiz e test. Vi è stampato un bollettino valanghe tipo che possiamo “leggere” e riportare sul modello, marcando con i pennarelli in dotazione, ad esempio l’orientamento generale, la direzione del vento e le conseguenti aree di formazione delle cornici, le zone di accumulo e di ablazione della neve e quindi tracciando alla fine la linea di salita ideale e meno rischiosa.
Con gli allievi dei corsi si possono ad esempio fare esercitazioni in cui si devono indicare i pendii pericolosi in base alle indicazioni del bollettino nivo-meteo scaricato dalla rete. Ma possono essere fatti anche esercizi semplici d’identificazione delle esposizioni dei diversi pendii o della pendenza degli stessi; è quasi un gioco che però aiuta a prendere confidenza con concetti estremamente importanti. Non basta infatti leggere i simboli o il grado di rischio riportati sul bollettino, bisogna leggere integralmente quanto scritto perché da quella lettura vengono indicazioni importantissime per la preparazione della gita e quindi la prevenzione del rischio valanghe. Una volta fatte le esercitazioni sul modello diventa poi un po’ più facile capire la situazione reale una volta in ambiente.

E’ stato difficile realizzare il modello?
Il modello è stato pensato “a triangoli”, quindi con una struttura geometrica molto semplice. Quando usciamo in ambiente, soprattutto se siamo principianti, la nostra mente è sovraccaricata da informazioni, spesso tra l’altro distorte dall’ansia o dalla preoccupazione per il possibile rischio. La suddivisione della montagna in tante sezioni triangolari, semplifica l’analisi dei pendii e ne facilita la comprensione, aiutandoci a scegliere l’itinerario migliore per ogni sezione. Se impariamo a scomporre i pendii come facciamo sul modello, rendiamo tutto più semplice.
Assieme al manuale viene fornita una mappa topografica 1:25.000 che rappresenta esattamente il modello 3Possiamo quindi leggere su di essa le curve di livello e riportarle sul modello tramite il regolo allegato, identificando facilmente pendenze (c’è anche un inclinometro incluso) ed esposizioni, valli e creste: è un grosso aiuto anche per imparare a leggere le carte topografiche. Possiamo anche tracciare una rotta sulla mappa e riportarla sul modello o viceversa.
E’ poi possibile rappresentare l’irraggiamento solare sui vari pendii. Usando una pila possiamo simulare lo spostamento apparente del sole e la sua influenza sui pendii, a seconda dell’ora o della stagione. Sappiamo che l’effetto dell’irraggiamento solare sul manto nevoso, può essere positivo o negativo a seconda dell’inclinazione del pendio e della sua esposizione; esercitandosi col modello si può vedere come nella giornata cambia questo effetto sulla neve.

E’ uno strumento solo per sci-alpinisti o si presta anche ad altri utenti della montagna?
Il modello può tranquillamente essere utilizzato anche dagli utilizzatori di ciaspole o dai freeriders. Lo possono utilizzare con soddisfazione sia i professionisti o i tecnici – guide alpine e istruttori CAI – che i semplici appassionati. Certo l’ideale è la presenza di una persona con una certa esperienza che coordini ed è per questo che si presta molto bene nell’ambito dei corsi. Un gruppo si può sedere attorno a un tavolo e creare un itinerario ideale basandosi su un bollettino reale, senza rischi e con la possibilità di modificarlo e comprenderlo appieno. L’itinerario può anche essere discusso ed analizzato in base alle diverse “anime” dei componenti del gruppo: ci sarà chi si sente più portato ad osare e chi sceglierà una traccia più prudente, chi preferirà i pendii più ripidi e chi opterà per un crinale, in un gioco di simulazione che in realtà è estremamente didattico.

Concludendo, cosa puoi suggerire agli appassionati per muoversi in sicurezza?
La montagna in genere, ma ancor di più d’inverno, è un ambiente meraviglioso che può regalare grandissime emozioni. Ma è un ambiente selvaggio e presenta dei pericoli; questi non possono essere eliminati completamente, ma si possono ridurre al minimo possibile con una serie di azioni che devono diventare regola: una meticolosa preparazione a tavolino che prevede, come detto, la lettura del bollettino nivo-meteo; la scelta di orari di partenza e rientro consoni alla stagione ed alle previsioni; una seria osservazione ed analisi delle condizioni una volta sul terreno e la capacità di adattare le scelte fatte a casa in base alla reale situazione; il mantenere freddezza e lucidità in ogni situazione, senza lasciarsi condizionare da fattori esterni; saper rinunciare se le condizioni sono oggettivamente rischiose. Solo così una giornata di piacere sulla neve evita di trasformarsi in una brutta esperienza o peggio.

Kurt Walde ringrazia il suo produttore e amico Ulrich Schwingshackl, e la sua ditta Riskprotect srl, senza di lui probabilmente il progetto non esisterebbe.


KURT WALDE
Nasce a Brunico nel 1962. Dopo anni lavoro nell’impresa di famiglia, nel 1985 diventa Guida Alpina e nel 1993 Istruttore Nazionale delle Guide. Dal 2012 è membro del Collegio Nazionale delle Guide Alpine e del direttivo della UIAGM; è inoltre vice-presidente della Commissione Tecnica dell’UIAGM. Oltre ad avere all’attivo decine di vie nuove in Dolomiti e sulle Alpi, Kurt Walde ha una ricca esperienza extra-europea, con otto spedizioni himalayane tra cui l’Ama Dablam (prima salita diretta della parete ovest), Nanga Parbat, Cho Oyu (invernale solitaria), Uli Biaho e Torri di Trango. Ha inoltre lavorato come guida in Nuova Zelanda nel gruppo guide Mt. Cook ed effettuato la traversata invernale a piedi della Mongolia.
Esperto di valanghe, nel 2015 vince, come ideatore del Safety Academy Mountain 3D, l’ISPO Gold Award.
Personaggio molto eclettico, Walde è appassionato di fotografia ed arte ed ha una produzione artistica personale molto ricca.


di Manuel Lugli




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