Stefano Carnati, intervista dopo la salita di Deus irae 8c+

Intervista a Stefano Carnati, 15enne climber comasco e campione del mondo Lead cat. Youth B, che il 26 gennaio scorso ha risolto il suo primo 8c+ salendo Deus irae al Cubo a Claro, Ticino, Svizzera. Di Nicola Noè
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Stefano Carnati su Deus irae 8c+ a Claro
A. Carnati
Stefano puoi farci un tuo breve profilo?
Sono nato a Como il 12 giugno 1998, vivo ad Erba, dove frequento il secondo anno presso il liceo scientifico. L'attività di studente è la mia primaria concentrazione; studiare, per ora, non mi dà particolari problemi. Mi piace ascoltare musica sia nel tempo libero (poco) che quando mi alleno; così anche durante le gare, avere un sottofondo musicale mi aiuta a concentrarmi e mi dà una certa carica. Arrampico dall'età di undici anni, dopo aver praticato ginnastica artistica per oltre cinque, Frequento l'ambiente delle falesie da sempre, poiché fin da piccolo ho accompagnato mio padre durante le sue arrampicate, così come l'ho spesso seguito nella palestra dei Ragni di Lecco. E' proprio frequentando questa palestra, che mi è venuta la voglia di provare. Veramente le prime vie le ho salite su roccia, dove quasi da subito ho cercato di andare da primo. Naturalmente erano dei semplici tiri corti e ben attrezzati, dove non avrei mai potuto correre seri pericoli. Poi è nata la squadra dei Ragni (ASD Ragni di Lecco) con la quale ho iniziato a gareggiare, continuando comunque ad avere una particolare passione per la roccia.

In pochi mesi grandi emozioni. Dal Campionato del Mondo alla menzione al Premio Gianni Brera, al tuo primo 8c+ con Deus irae. Come stai vivendo questo momento di successi sportivi?
Direi normalmente. Forse, però, a pensarci bene, ho provato davvero tante emozioni dai Campionati Italiani di Giugno 2013 ad oggi. E' stato un crescendo di successi! Talvolta, mi sembra quasi impossibile essere arrivato a centrare, con così tanta precisione, ogni diverso obiettivo.

Il 26 gennaio il tuo primo 8c+ a “soli” 15 anni e mezzo. Come è nato il progetto di affrontare un 8c+?
Prima ancora di affrontare le competizioni ho scalato anche molto su roccia. Per questo trovo naturale cercare di progredire nella difficoltà, impegnandomi su tiri difficili, magari anche storici e famosi. Già dall'anno scorso, ho provato a confrontarmi con questo grado tentando "Riti Tribali" alla falesia del Grifone, così come altri tiri in Frankenjura, durante le vacanze estive, e in Spagna, a Margalef per la precisione, durante le ultime vacanze natalizie. In vacanza sfrutto al massimo le giornate: scalo veramente tanto da ritrovarmi, spesso, con tempi di recupero ridicoli e con le dita spellate. Per questo, nonostante a volte le sensazioni siano buone, direi che sarebbe un bel colpo di fortuna realizzare una grossa prestazione in condizioni simili! Una conferma, o meglio uno stimolo a continuare a tentare di migliorare il grado, invece, l'ho avuta a novembre quando, in due soli giorni, ho risolto la famosa "Sogni di gloria" ad Erto, un 8b+ storico che mi dicono tutti avere poche ripetizioni ed essere gradato un po' strettino.

Chi ti ha consigliato di provare proprio Deus irae, la via liberata da Dave Graham in Ticino?
Progetto sempre io i miei obiettivi. Con internet è facile sapere delle realizzazioni, delle vie, delle loro difficoltà ed è semplice vedere e rivedere video e foto tanto da sentirti crescere dentro il desiderio di provare in prima persona. Per "Deus irae" è successo così! Tempo fa avevo letto della ripetizione di Gabriele Moroni, dopo la rottura della presa, e quest'autunno mi sono detto: "Perché no? E' in Ticino, vicino a casa e comoda nell'accesso. Ne parlano, dunque sarà interessante!" Ho chiesto a mio padre di accompagnarmi. Ha accettato dicendomi che la falesia è in un bel posto e che tutti i sui tiri meritano almeno una visita. Così la domenica successiva ci siamo andati.

Quando hai visto il Cubo di Claro e la linea cosa hai pensato?
Al primo impatto il Cubo mi è parso come un blocco, certo, solo più alto del normale. Vedendolo ho pensato: "Le foto sono diverse. Ingannano!" Poi, quando lo scali, ti rendi conto che è una "vera" parete e che le sequenze per arrivare in catena sono impegnative anche sugli altri tiri presenti.

Hai risolto la via in pochi giorni di lavoro. Un bel risultato, non credi?
In effetti sì! Parte della mia soddisfazione è dovuta anche a ciò. Ho impiegato solo quattro domeniche. Inoltre, su questa via i tentativi possibili in un solo giorno sono pochi, a causa delle prese tutte dolorose e taglienti. Alla fine della giornata la pelle delle dita è inesistente.

Ci descrivi la via?
La via è composta da circa una ventina di movimenti, divisi in due sequenze principali. La prima sequenza, quella in cui si è rotta la presa, è ora "il chiave" del tiro. La parte alta, considerata prima il vero "chiave", è più aleatoria e non va sottovalutata. Pur essendo una via corta ha movimenti e prese di diverso genere: dalle tacche orizzontali alle spallate, dalle fessurine svase alle pinzate. Una via per me completa e varia. Mi è piaciuta subito!

Sei passato da un tuo progetto sul calcare del lecchese ad un granito del Ticino. Quali le differenze tra Deus irae e Riti Tribali, sempre 8c+ al Grifone (liberato da Adam Ondra, ndr.)?
E' vero! Mi sono dimenticato di dire che il Cubo di Claro non è calcare, ma granito simile ai blocchi di Cresciano e Chironico. Io ero, in realtà, alla ricerca di un tiro non molto "sensibile alla meteo", ovvero che asciugasse in fretta, che non fosse molto esposto al sole e magari anche al vento. Questo perché scalando solo di domenica ho poco tempo. L'anno scorso, provando il tiro al Grifone, non riuscivo mai a trovare il giorno giusto: una volta troppo caldo, una volta troppo vento, una volta pioggia, un'altra neve; insomma, l'inverno è passato... aspettando. Così la falesia di Claro mi è sembrata buona anche per questo. I due tiri sono molto diversi, non solo per la roccia e la lunghezza. Su "Riti tribali" conta la continuità e la resistenza per arrivare sufficientemente freschi al chiave, posto oltre la metà del tiro; su "Deus irae" devi affrontare già in partenza passaggi duri. Se la meteo lo permetterà, comunque, ho intenzione di andare presto a riprovare "Riti Tribali", poiché entrambi i tiri meritano.

Roccia, competizioni, palcoscenico. Come vivi queste differenti situazioni?
Le competizioni e, come dici tu, il palcoscenico sono per me più impegnativi del provare tiri in falesia. Forse il palcoscenico mi è un po' meno congeniale anche per il mio carattere piuttosto riservato; preferisco dimostrare quello che so fare sulla roccia e sulla plastica piuttosto che parlarne. Ma quando si è in ballo... Cerco, così, di affrontare il tutto il più normalmente possibile e anche di trarne ogni volta delle soddisfazioni ed emozioni positive che mi ripagano anche degli sforzi e dell'impegno che ci metto.

Il 19 agosto 2013 hai vinto il Campionato del Mondo Lead Youth B (Under 16) a Saanich, in Canada, al termine di una salita entusiasmante, una progressione precisa e sicura e poi la decisione finale vincente, cosa hai pensato in quegli ultimi secondi di salita? Per rivederlo www.tubechop.com/watch/1418270
Effettivamente la progressione sicura e precisa è venuta fuori proprio nell'ultima gara, considerato che fino a lì non avevo scalato nel migliore dei modi, tanto che mi sono qualificato per la finale in quinta posizione su sei disponibili. Nelle qualificazioni e nella semifinale, la forma fisica non era al massimo, complice forse il lungo viaggio aereo ed il fuso orario. Ha avuto perfettamente ragione il nostro c.t. Donato Lella nel decidere di partire qualche giorno prima delle gare; per me è stato fondamentale e determinante. La decisione finale vincente è stata di dare tutto in quei tre metri saltando anche due rinviaggi: ho letteralmente lanciato alle prese sopra. Qualcuno mi ha dato del "killer". Solo lì mi sono reso conto di aver scalato forte e che anche i miei avversari, in quel punto, avrebbero dovuto dare il massimo per non sbagliare. Malgrado la penalità di due prese non riconosciute valide, mi sono comunque ritrovato in testa alla classifica, davanti a tutti.

Ti sei reso conto che in 19 edizioni sei il secondo italiano a vincere questo titolo nella categoria Youth B? Prima di te solo Gabriele Moroni nel 2002. Che ricordo hai?
Del titolo di Gabriele sono ben a conoscenza, ma riguardo alla sua particolare gara non posso avere ricordi miei perché allora avevo solo quattro anni. Prima di partire per i mondiali, durante un allenamento in palestra a Milano, lo avevo incontrato e mi aveva confidato dell'emozione che aveva vissuto, a suo tempo, gareggiando per la Nazionale giovanile e dei bei ricordi per quel titolo a soli 15 anni. Pensa che uno dei primissimi sms, arrivati sul mio cellulare la notte della vittoria, era proprio di Gabriele che si congratulava con me per il successo raggiunto. Ricevere in quel momento il suo particolare messaggio mi ha commosso tanto. La trasferta in Canada è stata in tutti i sensi positiva: una bella esperienza. Ottima la gestione da parte di Donato Lella, che si è "fatto in quattro" per poter ben assistere tutti noi atleti, sia in gara che nei momenti liberi; ottima la compagnia degli altri italiani presenti (con me c'erano anche Eva Scroccaro, Claudia Ghisolfi, Lorenzo Carasio e Alessandro Santoni, oro nella velocità under 18), un po' meno buona la cucina canadese, per me troppo elaborata. Bella anche la località di gara: un'isola ben tenuta e curata, con molto verde, al largo delle coste di Vancouver.

Ti emozioni se ti dico che nell’Albo d’Oro di questa categoria figurano nomi pesanti come ad esempio quelli di Chris Sharma e Katie Brown (1995), Olga Shalagina (1998), Natalija Gros (1999), Guillaume Glairon Mondet (2000 e 2001), Chloé Graftiaux (2002) David Lama e Charlotte Durif (2004 e 2005), Johanna Ernst (2006 e 2007) Adam Ondra (2007 e 2008), Momoka Oda (2008), Katharina Posch (2009), ecc. ?
Sapevo di nomi importanti come vincitori di un mondiale under 16, ma leggerli ora tutti così di filata mi fa venire quasi una certa preoccupazione. Saper raggiungere il loro livello, vuol dire migliorare tanto, non sarà facile. Per eguagliare la loro bravura mi serve ancora molto lavoro, impegno e magari anche un briciolo di fortuna, che per me ora significa riuscire a trovare il modo di coniugare la mia prima attività, ovvero quella di studente, con quella di appassionato sportivo.

Al Premio Gianni Brera ti sei trovato con personaggi famosi e atleti olimpionici. Ci racconti com’è andata?
Occorre specificare che, quest'anno, la commissione selezionatrice dei nomi ha voluto dare riconoscimenti speciali a sport non proprio del tutto famosi. Così, hanno premiato anche l'alpinismo e l'arrampicata. Mi sono ritrovato sul palco insieme al dg Beppe Marotta della Juventus e al detentore del titolo mondiale per il chilometro lanciato con gli sci, Simone Origone, tanto per fare qualche nome. Io in questa situazione, come già durante altre premiazioni, mi sono sentito incredulo e oltre modo fortunato: a quindici anni, essere lì fra personaggi che hanno faticato per molti più anni di me per ottenere una menzione, mi è sembrata un'esagerazione. Quando hanno letto la motivazione ho, però, compreso che la giuria mi ha scelto per darmi uno stimolo in più a continuare nello sport con il massimo impegno e per far sapere che in Italia i giovani ci sono e vanno sostenuti. Mi ha fatto molto piacere che la giuria abbia, inoltre, dato una menzione speciale in ricordo di Tito Traversa.

Siamo solo all’inizio dell 2014, hai 15 anni e mezzo, quali sono i tuoi progetti da qui a fine anno?
Per ciò che riguarda le competizioni, penso che sarà un anno particolarmente impegnativo. Entro a far parte della categoria Under 18 e quindi dovrò confrontarmi con atleti di un altro livello. Sono molto impaziente di gareggiare e di vedere come andrà. Per la falesia, ho molte idee; spero soprattutto di poter visitare posti nuovi. Di progetti ne ho, ma dipende tutto dal tempo a disposizione.

intervista di Nicola Noè

Deus irae, 8c+, 15 m, Il Cubo a Claro, Ticino, Svizzera
Una via con una grande storia.
Via chiodata da Claudio Cameroni alla fine degli anni ’90 e liberata in 6 tentativi e gradata 8c+ da Dave Graham nel 2004; ripetuta nel 2007 dallo svizzero Adrian Schiess. Seguono poi altri ripetizioni tra le quali quelle dell’argentino Patricio Munari e del tedesco Markus Bock. Poi si rompe una presa chiave nella prima sezione e comincia una nuova storia: la via presenta ora un nuovo passaggio chiave, più duro e più in basso. È Gabriele Moroni che nel 2010 riesce nella prima ripetizione e valuta la difficoltà della via “ora un solido 8c+”. Prima ripetizione della via “dopo la rottura dell’appiglio” sempre nel 2010 ad opera dello svizzero Nicola Vonarburg. Per la terza salita si è aspettato Stefano Carnati nel 2014, in 4 giorni di tentativi.


Albo d’Oro – Campionati del Mondo Lead Youth B
Basilea (CH) 1992: Laurent Lanners (BEL) / Kathleen Vanbellinghen (BEL)
Lipsia (GER) 1994: Frédéric Tuscan (FRA) / Iva Hartmann (CH)
Laval (CAN) 1995: Chris Sharma (USA) / Katie Brown (USA)
Imst (AUT) 1997: Klemen Becan (SLO) / Maria Belomestnova (RUS)
Mosca (RUS) 1998: Roman Felix (CH) / Olga Shalagina (UKR)
Courmayeur (ITA) 1999: Roman Felix (CH) / Natalija Gros (SLO)
Imst (AUT) 2001: Guillaume Glairon Mondet (FRA) / Kinga Ociepka (POL)
Canteleu (FRA) 2002: Gabriele Moroni (ITA) / Chloé Graftiaux (BEL)
Veliko Tarnovo (BUL) 2003: Fabien Comina (FRA) / Silvie Rajfova (CZE)
Edimburgo (UK) 2004: David Lama (AUT) / Charlotte Durif (FRA)
Pechino (CHI) 2005: David Lama (AUT) / Charlotte Durif (FRA)
Imst (AUT) 2006: Eric Lopez Mateos (ESP) / Johanna Ernst (AUT)
Ibarra (ESP) 2007: Adam Ondra (CZE) / Johanna Ernst (AUT)
Sydney (AUS) 2008: Adam Ondra (CZE) / Momoka Oda (JAP)
Valence (FRA) 2009: Sebastian Halenke (GER) / Katharina Posch (AUT)
Edimburgo (UK) 2010: Sebastian Halenke (GER) / Ievgeniia Kazbekova (UKR)
Imst (AUT) 2011: Bernhard Röck (AUT) / Jessica Pilz (AUT)
Singapore (SIN) 2012: Anze Peharc (SLO) / Hannah Schubert (AUT)
Central Saanich (CAN) 2013: Stefano Carnati (ITA) / Aika Tajima (JAP)


Note:
www
www.ragnilecco.com



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