Eiter e Puigblanque trionfano nel Rock Master Lead 2012

L'austriaca Angela Eiter e lo spagnolo Ramón Julian Puigblanque vincono il loro 6° Rock Master Lead. Mai nessuno ha fatto meglio di loro. Secondi sono gli austriaci Christine Schranz e Jacob Schubert. Terzi la russa Evgenia Malamid e l'olandese Jorg Verhoeven. Grandissimo 4° posto per la vicentina Jenny Lavarda. Silvio Reffo è 7°.
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Rock Master 2012 - Lead, Ramón Julian Puigblanque
Giulio Malfer

C'è qualcosa che va oltre. Oltre le previsioni (anche di quelle del brutto tempo che si avverano). E' la forza dello sport. E qui al Climbing Stadium, nella finale del Rock Master Lead, di forza e di magia dello sport se n'è vista parecchia. Ora, quando Angela Eiter s'è presentata lì in alto. Proprio dove era arrivata Christine Schranz - la sua giovane compagna di squadra e astro nascente della fortissima nazionale austriaca - che prima di quel momento comandava la gara, beh in quell'attimo tutti hanno pensato che ci volesse ancora qualcosa di speciale.

Poco prima, giusto un po' più sotto, era caduta la russa Evgenia Malamid, una che aveva conquistato questa finale partendo dagli Open e che ha dimostrato un talento di quelli che ti conciliano con la bella arrampicata. Poi, ancora un po' più sotto, era arrivata anche una stupefacente Jenny Lavarda. Bravissima e concentrata come non mai, Jenny aveva fatto esplodere d'emozione il Climbing Stadium. Ora però in azione c'era lei, l'ultima a partire in questa finale femminile: la regina Angela.

Questa mattina la Eiter aveva centrato, con una gran lotta, l'unico top nella via della prima manche a-vista. Ma con il nuovo regolamento del Rock Master, in questa finale delle migliori 8, tutto era ripartito da zero e tutto poteva cambiare. Adesso su quella via che, come tutte le altre, aveva provato per 20 minuti nella sessione pomeridiana, era già lì, ad un soffio dalla vittoria. Anzi aveva già vinto, perché le bastava pareggiare con la Schranz in virtù del primo posto nella prima prova. Ma non sarebbe stato abbastanza. Non è mai abbastanza per Angela che presa su presa, lottando, determinata come solo lei sa essere, è andata ancora su. Sempre più. Fino ad agguantare il top. Poi, dopo un piccolo brivido per il moschettonaggio della catena, l'apoteosi. E' la sua sesta vittoria nel Rock Master: ha superato ogni record, regalando un'altra interpretazione perfetta per la gioia del (sempre) grande pubblico del Climbing Stadium.

Alle spalle della campionessa del mondo, la bravissima Schranz è seconda. Terza è Malamid che è sicuramente stata la più bella sorpresa di questo Rock Master Lead. Insieme a quella di un'incredibile Jenny Lavarda oggi davvero super. E' quarta la vicentina, sfiora il podio, ed è un risultato eccezionale. Era dal 2006, dal 4° posto di Flavio Crespi, che un italiano non arrivava così vicino alle medaglie del Rock Master. Tanto più ad una distanza così grande dalle altre finaliste: l'austriaca Barbara Bacher (5a), l'israeliana Valery Kremer (6a), la russa Dinara Fakhritdinova (7a) e la francese Alizée Dufraisse (8a).

Ma evidentemente non poteva finire così. Dovevano ancora scendere in campo i migliori 5 della classifica provvisoria maschile. Ovvero l'austriaco Mario Lechner, l'olandese Jorg Verhoeven, l'austriaco Jakob Schubert, Adam Ondra dalla Repubblica Ceca ed infine lo spagnolo Ramón Julian Puigblanque, l'unico ad aver chiuso la via della semifinale del mattino con una prestazione “mostruosa” che, ancora una volta, l'aveva indicato come l'uomo battere. Ma andiamo con ordine.

Prima di loro, Mikhail Chernikov aveva già dato prova della difficoltà, assolutamente intensa, di questa via. Il russo era arrivato altissimo, sotto il grande tetto finale, lì dove occorre avere una marcia in più. Bene era andato anche Silvio Reffo che ha dimostrato di possedere anche una buona grinta. Mentre più sotto dell'italiano erano caduti lo sloveno Urban Primozic e il venezuelano Reinaldo Camacho. Ora toccava a Lechner, che superava solo di una presa Reffo. Poi è la volta di Verhoeven che cadeva esattamente nel punto raggiunto da Chernikov. E' l'olandese però a comandare la classifica in virtù del miglior risultato nella prova onsight.

A questo punto ne mancano solo tre. Inutile dire che sono i più attesi. Inizia Jacob Schubert che va su come un siluro. Non sembra avere problemi. E' sicuro, anche nell'immenso tetto. Sembra predestinato al top, e infatti lo centra con la sicurezza del campione. Adesso tocca ad Adam Ondra, l'atleta che sta cambiando l'arrampicata è attesissimo da tutti. E lui ci tiene più di tutti a fare centro. Così, come in uno spartito già scritto, tutto fila liscio finché arriva a 4 prese dalla zona “Verhoeven & Chernikov” e... gli scivola il piede. Va giù Ondra, ed è ben visibile la sua delusione.

Però c'è troppo poco tempo per pensarci: Puigblanque è già ai blocchi di partenza. Il Campione del mondo Lead sa bene che la vittoria passa solo per il top... Avete presente un uomo senza peso? Sì, il catalano sembra proprio che viva su un altro mondo quando arrampica, un mondo senza gravità. Così va al top compiendo un altro capolavoro. E' lui il vincitore. La sua come quella della Eiter è stata la gara perfetta: due top su due vie. E come la Eiter questo è il suo 6° Rock Master d'oro. Mai nessuno ha fatto meglio di loro.

Resta da dire che Schubert, che sportivamente ha applaudito con forza il top di Puigblanque, è 2°. Verhoeven 3°, Chernikov 4°, Ondra 5°, Lechner 6°, Reffo 7°, Primozic 8°, Camacho 9°. E poi c'è da aggiungere che le vie tracciate da Leonardo Di Marino, Donato Lella e Luigi Billoro erano bellissime, che un gran pubblico, incurante delle previsioni di pioggia, ha affollato il Climbing Stadium. E ancora che serate come queste vanno vissute: è stato tutto molto bello, oltre ogni previsione!


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