Libri per l'estate: tra metafora dell'alpinismo e legge della montagna
Due nuove recensioni di Paola Lugo: La legge della montagna di Augusto Golin e La metafora dell'alpinismo di Enrico Camanni. Due libri da mettere nello zaino e/o in valigia per le vostre vacanze.
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La legge della montagna di Augusto Golin (ed. Corbaccio)
Planetmountain.com
Due libri recensiti da Paola Lugo per due indicazioni di lettura che non vi deluderanno. Almeno quelli più attenti alle visioni più vaste del mondo della montagna e dell'alpinismo. Si tratta di La legge della montagna - I più celebri casi giudiziari che hanno segnato la storia dell'alpinismo di Augusto Golin (ed. Corbaccio) e La metafora dell'alpinismo di Enrico Camanni (Liaison editrice).
Nel primo, Augusto Golin esplora e allo stesso momento documenta perfettamente i casi controversi dell'alpinismo arrivati in tribunale. Un punto di vista e una documentazione assolutamente inediti che mostrano e dimostrano l'esistenza di uno degli aspetti storicamente meno pubblicizzati (e che più si vogliono nascondere) dell'alpinismo: il suo essere assolutamente frutto dell'uomo, ergo con tutti i difetti e le brutture del caso. Il tutto senza volerne negare la grandezza, ma scoprendo - con un'esposizione molto attenta e appassionata - quella cortina retorica da sempre stesa dall' Establishment alpinistico.
Nel secondo, Enrico Camanni, con un piccolo saggio molto spigliato e di facile lettura, intraprende un viaggio attraverso le molte diatribe tecniche ma soprattutto etiche dell'alpinismo. Ne vien fuori una sorta di storia dell'alpinismo letta e interpretata con la lente dei corsi e ricorsi storici. Una metafora, appunto, dell'alpinismo che allarga gli orizzonti dell'andar per cime riportandola alla più estesa storia umana dell'evoluzione e delle idee che, di generazione in generazione, mutano e spesso anche ritornano. Per guardare al futuro e anche (ma non sempre succede) per migliorare.
> La legge della montagna recensione
> La metafora dell'alpinismo recensione
Nel primo, Augusto Golin esplora e allo stesso momento documenta perfettamente i casi controversi dell'alpinismo arrivati in tribunale. Un punto di vista e una documentazione assolutamente inediti che mostrano e dimostrano l'esistenza di uno degli aspetti storicamente meno pubblicizzati (e che più si vogliono nascondere) dell'alpinismo: il suo essere assolutamente frutto dell'uomo, ergo con tutti i difetti e le brutture del caso. Il tutto senza volerne negare la grandezza, ma scoprendo - con un'esposizione molto attenta e appassionata - quella cortina retorica da sempre stesa dall' Establishment alpinistico.
Nel secondo, Enrico Camanni, con un piccolo saggio molto spigliato e di facile lettura, intraprende un viaggio attraverso le molte diatribe tecniche ma soprattutto etiche dell'alpinismo. Ne vien fuori una sorta di storia dell'alpinismo letta e interpretata con la lente dei corsi e ricorsi storici. Una metafora, appunto, dell'alpinismo che allarga gli orizzonti dell'andar per cime riportandola alla più estesa storia umana dell'evoluzione e delle idee che, di generazione in generazione, mutano e spesso anche ritornano. Per guardare al futuro e anche (ma non sempre succede) per migliorare.
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