Testa o Croce per Tondini e Sartori sul Monte Cimo

Dalla primavera del 2009 al 30/10/2009 Nicola Tondini e Nicola Sartori, in più giorni di arrampicata, hanno aperto Testa o Croce (188m, 8b max, 7c obbl.) sul Monte Cimo - Scoglio dei Ciclopi, Brentino, Val d'Adige. La prima libera in giornata è di Nicola Sartori nell'aprile 2010.
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Nicola Sartori su Testa o Croce, Monte Cimo - Settore Scoglio dei Ciclopi
Paola Finali
Ancora Monte Cimo per Nicola Tondini e Nicola Sartori. Pare proprio che la grande parete del Brentino stia diventando un vero laboratorio verticale visto che dopo la Passione, Giochi di Equilibrio, Vola Via e Via di Testa, questa è la quinta via che le due guide alpine veronesi aprono sulle bellissime gran parete della Val d’Adige. Come sempre anche per questa loro 'Testa e croce' i due Nicola hanno lavorato in team alternandosi ripetutamente al comando, perché, come spiega Tondini: “Solo grazie all’affiatamento costruito in questi anni, riusciamo a portare il grado obbligatorio in alto. Spesso, sui passaggi chiave, chi assicura è più importante di chi arrampica, per tenere nel modo più corretto improvvisi e lunghi voli”. La via è stata aperta dal basso in più giorni di arrampicata, utilizzando i cliff solo per mettere i tasselli. Il materiale lasciato in parete è in acciaio inox. La chiodatura è distanziata e richiede una buona preparazione psico-fisica per superare le bellissime 5 lunghezze che raggiungono la difficoltà massima di 8b e obbligatoria di 7c.

La prima libera di tutti i tiri nello stesso giorno è di Nicola Sartori in un giorno di Aprile del 2010, in una giornata fredda e ventosa: il top per l’aderenza… “Il vecchio leone” racconta ancora Tondini “ha dato la sua zampata presentandosi in ottima forma e con una grande motivazione. Eravamo al secondo giorno di tentativi per la libera e l’obiettivo era riuscire a mettere insieme i movimenti del quinto tiro. Ma sotto i miei occhi stupidi, Nicolino non ha sbagliato niente nei primi 4 e ha tirato fuori tutta la sua classe sull’ultimo, chiudendolo al primo colpo! A me mancava ancora un po’ di preparazione e non ho potuto, che fare la mia migliore sicura, per accompagnarlo nel suo viaggio. Contavo di ritornare sulla via entro fine anno, ma la passione 'Sass dla Crusc' e un nuovo progetto sempre sul Monte Cimo, che ci ha già impegnati 6 giorni (per fare 2 tiri!!), non mi hanno lasciato il tempo per ritornare su “Testa o Croce”. Sarà sicuramente uno dei miei obiettivi del 2011.”

Testa o Croce offre un’arrampicata molto varia su una roccia che i due apritori definiscono semplicemente... 'supersonica'. Una gran via che si annuncia tutta nella descrizione particolarmente intensa di Tondini: “Dopo un tiro di riscaldamento su una roccia particolarissima a 'coralli' segue un tiro molto strapiombante con una bella partenza sprintosa e atletica da una grottina, seguita da un riposo completo; da lì si riparte su canne in leggero strapiombo per poi arrivare ad un’uscita dal tratto strapiombante dura di dita che fa guadagnare al tiro il 7c+. Il terzo tiro, dopo un muretto leggermente strapiombante offre un tratto tecnicissimo in placca seguito da un paio di muretti più facili. Il quarto tiro è 'il capolavoro' che ci ha offerto la roccia della Val d’Adige: una prima parte a micro-gocce seguita da una seconda parte su onde di calcare grigio tipo Verdon, che alternano leggero strapiombo a placca, obbligando a dei movimenti unici e bellissimi. Solo per questo tiro (un severo 8a+) vale la pena fare questa via. Infine il quinto tiro, ovvero la 'legnata sui denti': un boulder molto duro, a 15m dalla sosta che determina tutta la difficoltà del tiro e che in apertura ci ha respinti più volte”.

Non a caso il nome della via nasce da come i due si sono giocati il tentativo decisivo proprio sul boulder del quinto tiro; uno step che definiscono come “uno dei passaggi che più duri che abbiamo trovato aprendo vie dal basso”... e che rivive tutto nel report di quella ultima giornata di apertura.


TESTA O CROCE, L’ULTIMO GIORNO DI APERTURA...
di Nicola Tondini

Testa o Croce? 30 Ottobre 2009… ci siamo giocati così il 1° tentativo di oggi sul boulder che ci aveva respinto a fine primavera. Boulder dove? Vi verrà da chiedervi. Non su un comodo masso sopra un prato, ma sul 5° tiro della nuova via nata a Brentino (così tanti chiamano le splendide pareti del Monte Cimo in Val d’Adige). La sorte è toccata a Nicolino. Parte deciso, ma dopo un’ora di tentativi non riesce a fare neanche un movimento sopra l’ultimo spit messo 5 mesi fa. Nicolino torna giù sconsolato: ”Nic, mi sa che è impossibile… tutti gli appigli sono piccoli e guardano nel verso sbagliato” mi dice con una punta di rabbia.

Io parto poco fiducioso e mentre salgo mi guardo a destra e a sinistra per vedere dove eventualmente poter spostare la linea di salita. Arrivato, infine, all’ultimo spit vedo le prese super-magnesate con cui Nicolino ha provato il passaggio: troppo piccole per poter pensare di tenerle e lanciare alti all’unica “ondulazione” della roccia, forse, tenibile. Incomincio rifacendo i movimenti tra il penultimo e l’ultimo spit messo. Poi comincio i tentativi sul passo: volo, volo, volo! Poi provo a lanciare in alto a destra e arrivo ad un verticale incredibilmente rugoso…. Volo! Riprovo, lo tengo e provo a lanciare alto di sinistro all’ondulazione… Volo! La tocco 2 volte, ma è talmente svasa che mi scappa subito di mano. Un altro tentativo e la tengo qualche secondo prima del solito… volo.

Scendo e ripasso il comando a Nicolino. Sono molto ottimista. Non so se passiamo oggi… ma di prese svase come quella è pieno il boulder del King Rock… sicuramente si possono tenere.
Nicolino ripercorre i miei movimenti e ad ogni tentativo migliora: riesce a tenere il terribile svaso e a fare altre due prese, ma poi non riesce a mollare nessuna delle due mani per poter prendere e posizionare il cliff, quindi vola. Il mio forte compagno mi guarda desideroso di lasciarmi il posto. “Riprova!” lo incoraggio, “ormai ci sei quasi”. Riposa 10 minuti, poi riparte. Arrivato al punto precedentemente raggiunto riesce a prendere il cliff e a posizionarlo su una “conchetta svasa”… lo carica… il cliff salta… parolaccia… volo.

Il volo è stato lungo e improvviso, ma ben attutito. Io in sosta ho la concentrazione a mille. So che sbagliare la sicura vuol dire far sbattere il mio compagno contro la parete: devo ammortizzare bene lo strappo sulla corda senza rischiare però di allungare il volo già di per sé lungo.
Nuovo incoraggiamento e Nicolino come una macchina rimette insieme tutti i movimenti. Prova poi a posizionare un cliff con una forma diversa. Fintantochè si appende al cliff, vedo che con un dito lo tiene fermo perché non scivoli… Sudo (io in sosta)… Finalmente appena si guarda intorno Nicolino riesce a posizionare altri due cliff. Recupero del trapano, foro, tassello, rinvio, corda… sospiro di sollievo di entrambi: è fatta. Il passaggio più ostico della via è fatto.
Nicolino mi cede il passo. Rimangono una ventina di metri per uscire dalla via. I primi 2 metri sopra lo spit sono ancora impegnativi. Poi inizia una fantastica sequenza sulle famose gocce di Brentino. Alla fine metto 3 spit in tutto e sono in cima.

Siamo contentissimi. Come su tutte le altre vie (la passione, giochi di equilibrio, vola via e via di testa) ce l’abbiamo fatta solo unendo le nostre forze, continuando ad alternarci sui tratti chiavi e confidando nell’ottima sicura del compagno.

Nicola Tondini

>> Scheda TESTA O CROCE

VIDEO Testa o Croce (prima libera) by Andrea Tosi




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