Due spit alla fine: prima ripetizione per Della Bordella e Auguadri

Il 28 agosto 2010 Matteo Della Bordella e Luca Auguadri hanno realizzato la prima ripetizione di “Due spit alla fine” (400m, 8a+ max, 7c obbl.) Via aperta e liberata nel 2007 da Maurizio Manolo Zanolla, insieme ad Omar Genuin, sulla parete sud della Cima d’Auta (Dolomiti).
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Matteo Della Bordella in partenza sul quinto tiro di '2 spit alla fine' sulla Cima d'Auta
arch. M. Della Bordella
Era l'estate 2007 quando Manolo e Omar Genuin hanno aperto 'Due spit alla fine' (vai all'articolo) sulla sud della Cima d'Auta, grande parete a picco sulla vallata di Falcade. Sono 9 tiri aperti dal basso con spit e trapano cercando, ci aveva raccontato Manolo, “di essere per quanto possibile ‘eticamente’ corretti…”. Ergo: la via è da definire Expo per quanto riguarda l' 'aria' che c'è tra uno spit e l'altro... Poi il 3 ottobre sempre del 2007 Manolo l'ha liberata. Due spit alla fine, ci aveva raccontato Manolo, “è più o meno un grado più impegnativa della vicina Spirit. Tecnicamente, fisicamente e mentalmente, non credo sia meno bella ma questo forse sarebbe un giudizio troppo soggettivo… quel vago grado in più credo valga anche per l’obbligatorio; per gli altri ormai preferisco quelli della birra almeno sono incontestabilmente scritti sull’etichetta”.

Ora, che il lecchese e ragno di Lecco Matteo Della Bordella - reduce da un'estate davvero senza sosta e di altissimo livello – e il ticinese Luca Auguadri hanno effettuato la prima ripetizione, è tempo di “verifiche”. I due, che hanno salito la via in libera ad eccezione del primo tiro (con il suo duro boulder) e dell'ottavo tiro, non hanno dubbi. Come scrive Matteo nel suo report: il Mago (alias Manolo) non ha deluso le loro aspettative...

2 SPIT ALLA FINE di Matteo Della Bordella

Il Mago è sempre il mago. Aneddoti, leggende, miti, chiacchiere, lodi e polemiche sul personaggio probabilmente più rappresentativo dell’arrampicata sportiva italiana, sulla cresta dell’onda da una trentina di anni, pioniere di questa disciplina negli anni '80 che ha saputo sempre rinnovarsi e migliorarsi e che ancora oggi propone vie estreme banco di prova per i migliori arrampicatori del mondo. Tutti parlano di Manolo, e di quello che ha fatto, e dei tiri impressionanti che continua a fare, del suo incredibile talento, ma quanti hanno avuto davvero l’onore di andare a ripetere o almeno provare a fare qualche sua via?

2 spit alla fine. Via avvolta nel mistero, aperta nel 2007 e non ancora ripetuta, sulla carta una via alla portata mia e di Luca, primo tiro di 8a+, ultimo di 7c, un paio di 7b in mezzo e gli altri tiri più facili. Obbligatorio dichiarato: 7c. Ottima occasione per me e Luca per un confronto con il nostro 7b+/c stimato su ”Non è un paese per vecchi”. E’ tempo di andare a vedere.

Il primo tiro, come prevedibile, è un ”bastone d’altri tempi”: c'è un boulder su micro prese (ma veramente micro) in cui non stavo attaccato nemmeno se mi ci dipingevano sopra, nè da primo (piuttosto agitato dal resto del tiro), nè da secondo (bello relax e pensando solo a tenere quelle cazzo di prese). Sarebbe stato bello poi fare come insegna il vecchio Mittersteiner ed aggiungere un bello spittino nel runout tra il terzo e il quarto spit (che ha già respinto qualche nome famoso) per evitare di verificare se arrivavo a terra o mi schiantavo solo nel diedro in caso di volo. Avrei potuto anche ribattezzare la via "3 spit alla fine".

Una via di classe comunque, tutta da scalare e tutta scalabile a parte quei due metri. I tiri sopra, che probabilmente per il mago erano un ”Sentè de caccia” , sono incredibili: su roccia a buchi super solida. Runouts anche di 15 metri in placca dove sei tranquillo che nulla ti rimane in mano, ma che richiedono di fare nella testa ”il vuoto”.

Manolo aprì questa via (così come le sue altre recenti) a spit, senza usare friends e nuts ed utilizzando il cliff solo per fermarsi a chiodare. In questo modo la via è ripetibile con soli 6 rinvii ed eventualmente qualche cordino per sostituire quelli lasciati nelle clessidre.

Uno stile di apertura limpido e cristallino, che mette il ripetitore in condizioni simili all’apritore e che anche io e Fabio Palma nel 2005 avevamo sperimentato su Portami Via. Nonostante poi le mie successive aperture si siano orientate verso l’uso anche di nuts e friends per vari motivi (non ultimo quello che ad aprire ”solo spit” se non fai delle ferrate è duro e rischioso).

Comunque su questa via abbiamo cercato di rispettare il più possibile l’etica di apertura del Mago, anche se in realtà non lo abbiamo fatto fino in fondo perché un “friendino” lo abbiamo piazzato: un Metolius Master Cam #2 a metà di un bel runout. Quindi io direi materiale necessario 6 rinvii, dei cordini ed eventualmente un friend.

Il Mago non ha certo deluso le nostre aspettative, anzi ha acceso la nostra curiosità per le altre sue opere!

Matteo Della Bordella



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