Vetan Classic 2010, snowboard alpinismo in Valle d'Aosta

Il report del Vetan Classic 2010, valevole come della prima tappa della Coppa Italia di Snowboard Alpinismo, di Giacomo Barberis.
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Vetan Classic 2010
Klaus dell'Orto
Il 07/02/2010 si è tenuta a Vetan in Valle d'Aosta la prima tappa della Coppa Italia di Snowboard Alpinismo, anche conosciuto come Backcountry. Una gara vinta da Cesare Pisoni e Jenny Ferrod, ma soprattutto, da quello che ci racconta Giacomo Barberis nl suo report, un raduno importante pe gli appassionati dello "snow".

Vetan Classic 2010 di Giacomo "Giamo" Barberis
"Un altro "Vetanclassic", e sono otto…non li ho visti tutti, ma da quando sono venuto la prima volta nel 2005, non sono più mancato. Vetan è il nome di una piccola località a 1780 metri, sopra la Saint Pierre in Val D’Aosta, un balcone davanti alla Grivola che spazia su tutto il versante sud della valle, dal suo principio fino al massiccio del Rutor.

Formalmente il VetanClassic è una delle quattro tappe del campionato italiano di "Backcountry" (o Snowboardalpinismo che dir si voglia), ma i partecipanti che siano venuti almeno una volta a questa gara/raduno la chiamano semplicemente "Il Vetan".

L’evento principale è la gara della Domenica, che porta i partecipanti a salire verso la cima della punta Leysser mille metri di dislivello più su. Si utilizzano ciaspole oppure sci corti, e lo snowboard in spalla pronto ad essere sfoderato in cima, per farsi perdonare del suo peso e portarti giù al traguardo.

Concettualmente non è niente di molto diverso dallo scialpinismo, certamente lo "snò" è un mezzo meno efficiente per muoversi in montagna e, mentre alcuni motivi sono facilmente intuibili, altri li si scopre con la pratica. Nonostante questi piccoli handicap ogni anno siamo sempre di più, a dimostrazione che ciò che anima gli adepti di questo modo di cavalcare la neve è qualcosa di diverso dal solo raggiungimento di un obbiettivo, che sia una cima o un tempo sul cronometro.... Perchè prima di tutto scendere con uno snowboard è un divertimento assoluto: la neve fresca è il suo ambiente naturale e l’atto creativo di tracciare una linea su di essa va oltre il solo zig-zag, ma è più simile alla piega di una moto, la quale si sa, problemi di traffico a parte, non è proprio il mezzo più comodo con cui spostarsi, ma in quei soggetti dotati del cromosoma adatto risveglia qualcosa di sopito che rende felici come bambini nel viaggiarci sopra.

A Vetan ci si ritrova anche per confrontare le proprie esperienze con gli snowboarder provenienti dalle montagne di ogni dialetto e, immancabilmente, capita di trovare qualcuno che ti da il consiglio utile a farti fare un po’ meno fatica. Il backcountry è uno sport giovane dove c’è ancora tantissimo da scoprire e sperimentare (dai materiali alle tecniche) e ognuno può metterci davvero del suo in maniera molto stimolante. Proprio questa evoluzione ha portato la splitboard a fare qui la sua comparsa in veste ufficiale, ma andiamo con ordine..

Fondamentalmente l’evento si svolge in più giorni, raggiungendo l’apice nella gara, ma Vetan è molto di più. Per chi vuole il raduno inizia prima, dal sabato o addirittura dal venerdì; l’albergo "Notre Maison", che fa da epicentro a tutte le attività, invita i partecipanti a conoscersi già dai pasti dove, fra un bicchiere di rosso e un piatto tipico valdostano, la lingua si scioglie e capisci subito che l’ambiente non ha nulla di esasperatamente competitivo.

Il sabato mattina è solitamente dedicato ad un sopraluogo in gruppo del tracciato di gara, generalmente effettuata fino ad un punto da cui è possibile prendere visione fino alla cima e poi giù tutti a pranzare. Il pomeriggio del sabato, in collaborazione con Ortovox e il soccorso alpino, presentazione di mezzi e tecniche del soccorso in valanga, con ausilio di audiovisivi e domande aperte dei partecipanti. Questo è forse il momento da affrontare con più attenzione: certo molti di noi sono già alpinisti e alcuni anche molto esperti, ma per altri, magari appena usciti dalle piste alla ricerca del "qualcosa di più", è un’occasione importantissima per farsi un’idea dei rischi e delle precauzioni fondamentali da prendere in montagna. In ogni caso anche per i più esperti è sempre utile un ripasso, che termina poi per tutti con la dimostrazione pratica di ricerca ARVA.

Pomeriggio e sera sono dedicati alla socializzazione e per chi vuole è ormai tradizione la presenza degli osteopati dell’università di Lione, a disposizione per trattamenti e massaggi specializzati! Dopo cena la dependance dell’albergo (un rustico bellissimo con bar all’interno) si popola e difficilmente si svuota prima delle quattro di notte.

La domenica mattina è il momento della gara, non si pensi però che giunti a questo punto sia tutto solo scherzi e pacche sulle spalle, perchè c’è una buona fetta di concorrenti veramente agguerriti ed è molto bello vederli onorare anche la competizione, confermando che è possibile in un clima sereno e divertente integrare anche questa componente. Inoltre il livello è tale da dover essere veri e propri atleti per sperare in un podio, basti dire che i primi portano a termine il percorso di 1000 metri in poco più di un’ora!

Stando sulla cima puoi vederli sfilare dal primo all’ultimo: snowboarder di tutti i livelli, da quelli che si contendono la vittoria a quelli che cercano solo di stare davanti al socio abituale per potersi allegramente sfottere, fino a qualcuno che si mette tranquillamente a fare foto sulla cima! Tra l’altro la vista dai 2771 metri della Leysser è fantastica: verso nord ovest appare il Monte Bianco, che da qui espone il suo versante più spettacolare, con il Freney e il grand Pillier a rosseggiare in mezzo a neve e ghiaccio! Purtroppo questo spettacolo è un po’ interdetto, almeno in questa occasione, a coloro che in affanno eseguono velocemente le manovre di cambio per mettere lo snowboard ai piedi ed andare a fermare il cronometro.

Quest’anno il meteo ci ha regalato una giornata spettacolare per la gara, priva di vento e con abbondanza di materia prima (la powder!), che ha permesso percorrenze anche in discesa veramente notevoli! Con l’assenza di Marco Galliano dalla competizione (vincitore nel 2009 e reduce dalla prima discesa italiana in snowboard del Cho Oyu), la corsa al primo posto è stata a due fra Giancarlo Costa e Cesare Pisoni, con quest’ultimo a spuntarla davanti a tutti con il tempo di 1.06.49:290, mentre fra le donne il miglior tempo assoluto spetta a Jenny Ferrod con 1.42.53:040 all’arrivo.

Con l’avvento di nuovi mezzi di progressione è stata necessaria la divisione in più categorie per stilare le classifiche e, come già accennato, la splitboard ha fatto la sua comparsa ufficiale al fianco delle ormai storiche ciaspole. Per chi non lo sapesse la splitboard è forse la più grossa rivoluzione in materia di snowboardalpinismo: si tratta di una tavola divisibile in due sezioni speculari lungo l’asse longitudinale, a queste si applicano le pelli di foca, diventando in salita qualcosa di molto simile ad un paio di sci d’alpinismo classici. Queste due parti vengono poi ricomposte al momento della discesa a formare ancora un pezzo unico, che si comporta a questo punto come un normalissimo snowboard da discesa.

Questa evoluzione fa ben sperare che nel futuro il divario fra snowalpinisti e scialpinisti si riduca sensibilmente, in quanto ad oggi uno snowboarder che voglia fare una gita con un amico sciatore deve mettere in conto uno sforzo di gran lunga maggiore! Sarà così possibile anche una migliore convivenza con coloro che sono poco tolleranti verso i "buchi" delle ciaspole lungo traccia.

A tutti gli amanti di questa disciplina interessa disfarsi dell'etichetta, affibbiata allo snowboarder già dalla sua comparsa sulle piste, di essere pericoloso e poco responsabile. L’unico modo per abolire un pregiudizio, però, è la dimostrazione pratica sul campo! Per questo a Vetan si cerca di trasmettere a tutti i fondamentali valori di sicurezza e conoscenza dell’ambiente montano, oltre a sottolineare la necessità di portare sempre con sé e di saper usare il kit formato da Arva, Pala e Sonda. Coerente a tale principio l'organizzazione fornisce kit completi, in prestito, a tutti coloro che pur sprovvisti intendono partecipare al raduno.

In conclusione sarebbe doveroso citare tutti coloro che da anni si adoperano volontariamente in nome di questa passione, per rendere possibile l’evento e per mantenerne inalterato lo spirito aggregante e allegro. Non potendo citarli tutti, ringrazio e faccio i complimenti a Stefano Fontanelle (il Fonta), artefice principale della manifestazione che con tutto lo Sci Club Vetan si impegnano su tutti i fronti organizzativi, e il responsabile del tracciato Andrea Fiocchi (Andrexx).

L’augurio che ci facciamo è che sia venuta voglia a molti di partecipare, purtroppo al prossimo VetanClassic manca poco meno di un anno! Ma a breve ci sono le altre due tappe del campionato, delle quali si possono trovare tutte le informazioni dal sito della FSI.

Per coloro che invece non conoscevano questa disciplina, spero sia stata una lettura interessante che abbia aiutato a ridurre un po’ della diffidenza che da anni circonda lo snowboard, soprattutto in un periodo di criminalizzazione mediatica, la quale non è mai utile ad un accrescimento collettivo.

Buon inverno a tutti e a rivederci l’anno prossimo!"

Giacomo "Giamo" Barberis




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