Buoux e la ricerca dell'arrampicata

Buoux ovvero ricalcando i passi della storia dell'arrampicata. Due “viaggi-arrampicata” nella falesia della Provenza che, negli anni '80 e non solo è stata la mecca dell'arrampicata sportiva mondiale (insieme ad Arco, Lumignano, Erto e poche altre falesie). Il racconto-diario di Raffaella Cottalorda per una ritrovata felicità di arrampicare insieme.
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Alessandro Cavazza alias Skanner su Rêve de Papillon
arch. R. Cottalorda
Prima spedizione a Buoux, presenze ottimali, in ordine di comparsa su questa terra: Sandro Bastrenta alias Lupo, Raffaella Cottalorda alias Raffa, Roberto Perolini alias Pero, con questi tre nomi credo un giorno qualcuno potrà scrivere qualcosa di più che un articolo... forse un fumetto avrà più successo! Insomma, l'intento del viaggio era quello di ripetere le gesta di chi iniziò a scrivere la storia dell'arrampicata sportiva, sfatare miti e confermare gradi, senza nulla togliere al meraviglioso contesto del Louberon e in particolare del "micro-dominio" della valletta di Buoux con la sua forêt de cèdre e i suoi champs de lavande.

Tentativi, risate e sospensioni sono state la base della nostra piccola vacanza: il Lupo che ballava su Réve è stato mitico, la via sembrava una scala per galline, peccato che i piedi fossero qualcosa di cangiante nella memoria dei nostri eroi; Raffa, meno eroina e un po' pi˘ somigliante ad un animaletto da cortile, mostrava la sua fatica in ogni suo movimento, accompagnandolo da versi onomatopeici. Pero, compiaciuto dai suoi incroci sulla Rose et le vampire, osservava chi come lui, ma forse con più alcool in corpo, provava a ripetere le gesta dei fratelli Le Menestrel.

Questi primi tre giorni di Buoux sono stati tendinei, duri e stancanti, ma miriadi di foto e un buon feeling hanno consentito comunque un gran ritorno. Nessuna via di livello concatenata, i tre eroi dei fumetti tornavano a mani vuote, ma con una promessa: il ritorno dopo un mese all'attacco.

Seconda spedizione: tanti preparativi, tanta motivazione, tante difficoltà per raggiungere la data perfetta. Il gruppo, oltre ai tre personagi citati precedentemente, avrebbe dovuto essere composto da altri due valdostani del Lys, e un Roppolese altri tre climbers avrebbero perciò sfidato Buoux e le sue vie, chiaramente personaggi degni di soprannome: Alberto Tousco alias Tazzi, Davide Frachey alias Menga, Alessandro Cavazza alias Skanner. Tutto era perfetto, la pioggia doveva terminare e lasciare posto al vento freddo, la motivazione alta, i giorni erano a nostro favore.

Purtroppo il nostro tranquillizatore Lupo nella foga di diventare forte per Buoux, tirando biditi e monoditi e per prepararsi a chiudere ogni conto in sospeso e in sospensione intoppa nell'infortunio. Con grande tristezza di tutti, il mitico deve abbandonare la tanto attesa spedizione, rimane così con un braccio al collo in quel della valle del Lys, passeggiando in lungo e in largo.

Finalmente il gruppo parte anche se un po' scarno e mutilato, ma l'obiettivo è la conquista della falesia. Tramite un ottimo informatore scopriamo che l'unico giorno di vera aderenza pare essere imminente, in quanto da lì a breve sarebbe partita la calura del maggio. I nostri impavidi eroi, più testardi che mai, combattendo contro caldo e fatica, guadagnano, con non poche sollecitazioni sulle corde, i loro meravigliosi trofei: Skanner & Raffa portano a casa Rêve de Papillon, Pero, combattendo l'acqua sotto le dita e vari scivolamenti di prese, riesce ad avere la meglio su una via da lui definita mitica in quanto nata da un conflitto: J'irai cracher sur vos tombes, una placca iniziale che dopo un discreto riposo va trasformandosi in leggero strapiombo con piccoli appigli. La via è gradata 7c+ "strozzato", pare infatti che il grado sia stato dato da Jibet Tribout per una protesta contro i fratelli Le Menestrel... soliti conflitti tra forti arrampicatori.

Menga, dal canto suo, nonostante un lungo periodo di pausa forzata a causa di un recente grave incidente, rientra in falesia e testa di nuovo la motivazione, concatenando Rêve de pates. Tazzi combattuto dal caldo e dal dover far sosta appeso prova fino all'ultimo lancio disperato La chévre et le chou. Insomma magici momenti, vacanze, luoghi, personaggi storia e vie, conditi da una bella primavera coloratissima e alquanto profumata; credo che ogni falesia in vacanza sia bella, ma Buoux, forse per il fatto che ormai è passata di moda, non più tanto frequentata, libera da folle rabbiose e avide di arrampicata, merita realmente una visita e dei tentativi, tanti tentativi.

Quando iniziai ad arrampicare comprai dopo poco tempo un libro che parlava di arrampicata, ovviamente, più che altro guardai le foto e da lì capii subito che questo mondo è proprio piccolo ed è il mio, già conoscevo alcuni dei personaggi/star ritratti nelle foto; la cosa che mi colpì di più del libro fu però la parte che parlava delle falesie più belle e storiche del mondo, Buoux mi interessò più di tutte: la foto figurava una falesia sormontata da campi di lavanda e ciò incuriosiva molto il mio spirito infantile e il mio amore per il bucolico. Da quel giorno fino ad ogni volta che giungo in questa falesia mi sento attratta dal posto e dalla gente, molto rilassata, che si gode l'ambiente e ne fa godere anche ai turisti, che pare rispettino molto l'ambiente, peccato solo per quei maledetti corvacci che, seppur parte della natura anche loro, nidificano ormai in tutte le poche "ronchie" dei tiri; per fortuna per ora, dati i pochi climbers, la convivenza sembra possibile anche se alle volte si è costretti a saltare i tanto bramati riposi.

L'arrampicata mi ha insegnato tante cose e continuo ad imparare da essa e da chi la segue con passione, ma certo ho imparato da qui che quando un posto piace e la compagnia è quella giusta le vie e la voglia di provarle arrivano più facilmente, insomma c'è qualcosa in più che ti spinge ad andare su, a faticare, a chiudere, a volare e a concatenare.

Merci à tous
Raffaella Cottalorda

>> Falesia di Buoux




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