Summits4Kids, Freeride per i bambini del Perù

Sta terminando la spedizione in Perù delle freeskiers Giulia Monego, Laura Bohleber e Marja Persson che si sono prefisse di sensibilizzare il mondo del freeride, e non solo, a favore dei bambini abbandonati. L'intervista a Giulia Monego.
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Giulia Monego, Laura Bohleber, Marja Persson
Klaus Kranerbitter
In questo mese di luglio il piccolo team italo/svizzero/svedese composto da Giulia Monego, Laura Bohleber, Marja Persson e dal fotografo Klaus Kranerbitter ha salito e poi disceso con gli sci 4 vette peruviane (Vallunaraju disceso da 5400m, Ishinca 5530m, Yanapaccha 5460m e Pisco 5760m) salendone anche un'altra, il Piccolo Churup (5000m), che non è stato possibile discendere sci ai piedi per lo scarso innevamento. Soprattutto però le tre freeskiers hanno dato vita a quello che era l'aspetto più particolare della spedizione avviando una raccolta di fondi e aiuti a favore dei bambini abbandonati della città di Cajamarca ed in particolare delle Associazioni CETA e Casa de Acogida che da anni fattivamente se ne occupano.

Ora a pochi giorni dal rientro Giulia, Laura e Marja tenteranno di salire e scendere con gli sci ai piedi anche il Tocclaraju, una vetta di 6032m che sarebbe la ciliegina sulla torta per la parte “Freeride”... Ma il progetto come avete capito non è di quelli che si esauriscono con gli sci ai piedi, così per dar modo a tutti di conoscerlo e quindi di appoggiarlo abbiamo chiesto a Giulia Monego di spiegarcelo meglio in quest'intervista.


Giulia, come è nata l'idea di questa spedizione?
L'idea di abbinare una esperienza di freeskiers a della beneficienza è venuta a Laura l'anno scorso, visitando il Perù, e specialmente una città del Nord, Cajamarca, dove già si sta facendo tanto per aiutare a dare una svolta e una vita migliore ai tanti bambini di strada. Impietosita dalla situazione di alcune associazioni benefiche che che stentano a sopravvivere, Laura ha pensato di iniziare una raccolta fondi da devlovere in favore di due associazioni CETA e Casa de Acojida chiamata Chibolito, utilizzando un metodo che finora non è stato sfruttato abbastanza, e cioè il mondo del freeride. In Marzo di quest'anno, quando Laura mi ha proposto di far parte del team per questo progetto in Perù, dove lo scopo sarebbe stato non solo scalare e sciare delle vette della bellissima Cordillera Blanca, ma anche di aiutare dei bambini, non ho avuto dubbi e ho dato subito la mia disponibilità. Nello stesso momento anche Marja Persson accettava l'invito a partecipare, e da quel momento in poi si è cominciato pian pianino a mettere in piedi Summits4kids.

Summits4kids (cime per i bambini), dunque scendere con gli sci per aiutare le associazioni CETA e Casa de Acogida che si occupano dei bambini abbandonati di Cajamarca... ma in cosa consiste il vostro aiuto?
Il nostro aiuto principalmente consiste nel devolvere dei fondi, che abbiamo raccolto tra alcuni dei nostri sponsors personali, ad una associazione umanitaria tedesca, chiamata Alternativas (www.alternativas.de) che è il principale finanziatore di CETA e Chibolito. Il contatto con ALternativas, è arrivato sempre da Laura, che conosce personalmente la responsabile del programma. Oltre a questi fondi, abbiamo creato una pagina web www.greenski.org/summits4kids da dove chi vuole può direttamente fare una donazione ad Alternativas. In più abbiamo promosso una lotteria in Austria, Svizzera e Italia per vendere due MTB offerteci da uno degli sponsor di Marja. Poi a Dicembre, con l'aiuto di altri "riders", avrà luogo un "mercatino dell'usato" a Verbier CH, dove venderemo abbigliamento e accessori personali usati che i nostri sponsor ci mettono a disposizione. Da tutto ciò speriamo di ricavare qualche migliaio di euro da devolvere direttamente ai bambini. Oltre a questo, attraverso le web communities e l'uscita della storia su varie riviste internazionali, speriamo di poter innescare un “passa parola” e coinvolgere un po' di più il mondo del freeride in iniziative di solidarietà, e spingere altri atleti a organizzare altri progetti con scopi umanitari.

Credi che sia necessaria una maggiore sensibilità verso la cultura e le popolazioni delle terre che gli alpinisti frequentano con le loro spedizioni? E se sì perché?
Penso che nel mondo dell'alpinismo si stia già facendo qualcosa per cercare di dare una mano alle popolazioni locali e all'ambiente quando si pensa a una spedizione o a un progetto alpinistico. Quello che non ho ancora visto è l'impegno da parte degli atleti del mondo del Freeride, in progetti di questo genere. Ed è proprio per questo che secondo me Summits4kids è un bellissimo trampolino di lancio e un ottimo esempio per tanti altri atleti che come noi hanno la possibilità di viaggiare e raggiungere un pubblico molto ampio con le loro imprese.

Una curiosità... cosa ti è sembra che pensino queste popolazioni di voi e della vostra iniziativa...?
A Cajamarca, professori e ragazzi dei centri CETA e Chibolito, ci hanno dimostrato un'accoglienza commovente, e una gratitudine incredibile. I mondi da dove proveniamo restano però così distanti che è difficile per entrambe le parti immaginarsi nei panni altrui. Loro sono sicuramente entusiasti nel vedere delle giovani sportive impegnarsi in un progetto del genere, ma quasi nessuno di loro ha mai sentito parlare di sci, o di come si faccia, perciò era più una questione di fiducia!

Parlaci dell'esperienza sulle montagne che avete salito e sciato. Che ambiente è?
Le montagne sono incredibilmente belle! La Cordillera Blanca è un luogo speciale ed unico. Dalla valle in cui si trova Huaraz (3100m), la "Katmandu andina" il ritrovo degli alpinisti nei giorni di riposo e la solita città per molti peruviani, le montagne salgono su ad est fino a quote oltre i 6000 metri. Non ci si impressiona nel vederle da lontano, ma man mano che ci si avvicina, risalendo bellissime valli a piedi o in taxi (una strada scollina un passo di 4750 metri di quota!) ci si accorge della loro possenza e austerità. Sono ricoperte da ghiacciai da circa 5000 metri in su, e creano delle formazioni nevose tipo meringhe patagoniche sulle più belle creste che abbia mai visto. Da scalare ce n'è per tutti i gusti: misto, ghiaccio, roccia, neve ma le pareti accessibili con gli sci sono decisamente meno e variano dal veramante facile all'estrememente ripido ed esposto. Non a caso Patrick Vallencant e Marco Siffredi erano venuti proprio da queste parti per ampliare i loro orizzonti di sci ripido. La difficoltà sta nel trovare le condizioni meteo/neve perfette, cosa che diventa d'obbligo quando si vogliono sciare pendenze di 50/60 gradi. Noi non siamo state particolarmente fortunate con il tempo, e quindi ci siamo dovute accontentare di discese un po' più facili del previsto.

Dal punto di vista della freeskiers professionista qual è la discesa che più ti ha entusiasmato delle 5 che avete effettuato?
Dal mio punto di vista, ogni discesa è stata di immensa soddisfazione! Portarsi gli sci fino a quelle quote, non è certo “pratico”, ma nel momento in cui posso metterli ai piedi e lasciarmi scivolare a valle, la fatica della salita scompare lasciando il posto solo a un grande piacere. Dalla vetta della Yanapaccha, la visibilità era veramente pessima e il vento fortissimo, ma il fatto che il pendio fosse abbastanza ripido da doversi impegnare mi ha reso la discesa molto piacevole e interessante. La vetta dell' Ishinca invece mi ha regalato le più belle curve!

Si è sempre portati a sottolineare l' exploit... nel vostro caso qual è stato?
Il programma che ci eravamo prefissate era molto ottimistico, e tra le vette che avevamo pensato di sciare c'erano l'Artesonraju e il Tocllaraju. Queste due montagne sono di incredibile bellezza, ma anche estrememente tecniche e ripide, e quindi difficili da trrovare in condizioni sciabili. Il tempo non proprio clemente, l'organizzazione logistica e qualche problema fisico dovuto alla quota a cui non siamo proprio abituate, ci ha rallentato il programma e ci ha permesso di sciare solo montagne più facili e meno alte. Questa settimana però ci restano pochi giorni per tentare di salire il Tocllaraju, che potrebbe diventare il nostro 6000 metri! Speriamo di poterlo sciare dalla vetta lungo la cresta N/O.

Un team di tre ragazze non è proprio usuale... Puoi raccontarci la vostra esperienza di gruppo e parlarci delle tue compagne?
Un team di ragazze, ma anche di amiche. Sono estrememente contenta di essere venuta fin qui con delle belle persone come Laura e Marja. La compagnia giusta è importante quando si viaggia per più di un mese in un paese lontano, e soprattutto si deve andare d'accordo nel prendere le decisioni importanti in montagna come nella logistica di viaggio. Nel nostro caso tutto è andato liscio e senza grossi contrattempi, e anche nei momenti più difficili siamo state capaci di darci il giusto supporto per superare gli imprevisti. Quast'anno è la prima volta che intraprendo due viaggi con altre ragazze e devo dire che, anche oltre le mie aspettative, mi sono trovata sempre bene. Marja è una sciatrice incredibile, la stimo molto per le sue capacità tecniche ma anche come persona. E divertente e molto professionale e mi piace condividere questo genere di spedizioni con lei. Laura è una ragazza dolcissima, una persona che infonde sempre serenità, e che si è dimostrata ancora più forte di quanto pensassi. Una perfetta compagna di viaggio. Il segreto del nostro affiatamento forse sta nel fatto che siamo un mix di culture e paesi diversi, Svezia, Svizzera Italia, così diversi in Europa, ma così uguali quando si viaggia in paesi come l'India o il Perù.

La cosa più bella della spedizione? E La cosa più brutta o la meno piacevole?
La cosa più bella per me è stata passare un giorno assieme a quei bambini, e vedere con i miei occhi come loro guardavano me. Molti bambini piccoli erano sbalorditi nel vedere nuove ragazze con cui giocare e a cui fare mille domande. Anche con semplici giochi potevamo donare loro dei gran sorrisi, e questa è stata la ricompensa più bella per essere riuscite ad organizzare questo viaggio in Perù. La cosa piu brutta è stata una notte che ho passato in bagno a vomitare la cena che avevo azzardatamente annaffiato con la bevanda locale: il Pisco Sour. Attenzione, bere con moderazione!

Cosa ti sta insegnando questo viaggio e cosa ti mancherà di più...
Questo viaggio è stata un'incredibile esperienza sia umana che alpinistica. La forza di questo progetto infatti sta nell'aver combinato le due cose assieme, sfruttando l'una per aiutare l'altra. Freeskiing per beneficienza... all'inizio suonava strano, ma quando ho visto con i miei occhi quello che possiamo fare per quei ragazzi e ciò che significa il nostro aiuto per loro, mi è sembrato che il progetto non facesse più una grinza. Speriamo che con il nostro esempio, altri colleghi freeskiers metteranno in futuro la loro notorietà al servizio della solidarietà in altri progetti come Summits4kids.

Come continuerà, se continuerà, la vostra esperienza?
Summis4kids è nato quest'anno un po' di fretta e con poca premeditazione, ma è già un grossissimo orgoglio per noi essere riuscite a portare a termine il progetto con successo ed aver dimostrato che si puo' fare! Per il prossimo anno abbiamo in mente già delle possibili mete e altrettanti bambini da visitare, ma non vogliamo affrettare le cose per darvi delle anticipazioni. Bisogna prima raggiungere un buon numero di donazioni prima di considerare concluso il progetto Perù, e rimanendo sintonizzati sul sito www.greenski.org/summits4kids si potrà continuare a donare fino all'anno prossimo quando verrà annunciato il prossimo obiettivo. A questo punto ringraziamo gli sponsors che ci hanno sostenuto quest'anno e speriamo di ritrovarli assiame a numerosi altri nei progetti futuri.


TUTTE LE VETTE SCALATE E SCIATE DA SUMMITS4KIDS
Vallunaraju 5686m disceso con gli sci da 5400m (9 luglio 09)
Ishinca 5530m disceso con gli sci dalla cima (15 luglio 09)
Piccolo Churup 5000m scalato ma non disceso con gli a causa del mancato innevamento (17/07/09)
Yanapaccha 5460m disceso con gli sci dalla cima (18 luglio 09)
Pisco 5760m disceso con gli sci dalla cima (25 luglio 09)

Info per il progetto di solidarietà: www.greenski.org/summits4kids



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