Melloblocco dei miracoli

Continua il grande successo del Melloblocco. Sabato 5 e domenica 6 maggio, in Valle di Mello, più di 1000 boulderisti hanno risposto all'appello della quarta edizione del Melloblocco, il raduno internazionale di "sassisti" organizzato dal Comune di Val Masino. Come sempre arrampicata, boulder, incontri, feste e "giochi vari" non sono mancati...
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Melloblocco anno IV°. Una riconferma con mille variabili ed un'unica certezza: chi ci capisce qualcosa è bravo, chi non si domanda nulla fa bingo. Anzi top, come il Melloblocco 2007.
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1,2,3... punff. Tacca di mano sinistra, tacchetta di destra, appoggio di piede sinistro, e... giù sul crash pad. La scena (infinita) si replica per ciak sempre uguali. Cambia l'attore. Ma il mantra rimane sempre lo stesso: 1,2,3... punff... Mentre il top in cima alla roccia resta lì, indecifrabile. A volte, quell'arrivo del desiderio, potresti sfiorarlo con le mani allungandoti senza staccare i piedi da terra. A volte basterebbe aggirare il masso per conquistarlo con le mani in tasca. Ma evidentemente non è questo il punto. Così si riprende daccapo. 1,2,3... punff... 1,2,3... Saranno mica pazzi questi boulderisti?

Melloblocco anno IV°. Una riconferma con mille variabili ed un'unica certezza: chi ci capisce qualcosa è bravo, chi non si domanda nulla fa bingo. Anzi top, come il Melloblocco 2007. Quanti punff ci siano stati quest'anno, nessuno lo potrà mai dire: non si possono contare. Quante migliaia di soluzioni siano state sognate ed inventate lo sa solo il dio del boulder o della Valle di Mello (perché da qualche parte dovrà pur esserci qualche dio che ama questi boulderisti). Quello che è sicuro è che alla fine i top sono stati tantissimi, quasi quanto i sorrisi. Forse sarà perché il boulder, quando meno te lo aspetti, porta sempre a qualcosa. Oppure perché non conta quanto quell'algebra di tacche, microtacche, piatti, svasi che rincorri con gli occhi possano sembrarti incomprensibili: qui il teorema è semplicemente credere nell'impossibile.

Impossibile, come immaginare in che modo i melloblocchisti avrebbero risposto alla pioggia - puntualmente arrivata come previsto dall'infallibile meteo svizzera. Risposta non c'era... e forse non c'è nemmeno un perchè, ma ancora una volta, qui in Valle, è valsa la regola del contrario di tutto. Così tutti lo sapevano (della pioggia) ma nessuno ci ha badato. Non i 400 sbarcati in Valle di Mello già da venerdì sera. Non i 1000 che sabato mattina si sono persi alla scoperta dei nuovi massi del Remenno. Non tutti quelli che sabato pomeriggio hanno aperto gli ombrelli per continuare a girovagare tra il bosco e il granito. Di sicuro, poi, non ci hanno fatto caso quelli che sono rimasti sotto un qualche tetto di pietra per continuare a recitare il loro mantra. E nemmeno quelli che hanno convertito i crash pad nelle porte di un imperdibile partita di calcetto. Così, nel Melloblocco "bagnato", si è andati ben oltre l'arrampicata. Oltre il grip si potrebbe dire. E anche oltre la festa.

A proposito di festa. Come ballano i boulderisti? Anche questo è un quesito dalla risposta incerta. Nell'anno del grande White Party al Camping Remenno, tutti i melloblocchisti ci hanno messo del loro per dare il meglio. C'erano quelli che hanno preferito guardare con una birra in mano. Quelli che si dondolavano mollemente al ritmo dei tamburi. Quelli che si son persi nella folla. Quelli, ancora, che hanno cercato funanbolici equilibri sulla slackline, riuscendoci anche (come il mitico Nicolino e il Brenna). C'era anche una ragazza (bravissima) che ti ipnotizzava roteando palle di fuoco. E quelli che, cercando di imitarla, hanno rischiato di bruciacchiarsi. E, ancora, c'era chi ha cercato di invitare nel vortice della danze anche le (tolleranti) Forze dell'Ordine presenti. Chi invece, trascinato dall'impeto di un gruppetto di boulderisti-pogatori, ha liberato tutte le sue restanti energie (ma quante ne hanno 'sti boulderisti?) nella bolgia di una scatenata danza al "chi-prendo-prendo". E c'è anche chi c'è stato risucchiato a forza nella folle "danza". Poi (in molti) nel profondo della notte hanno giurato che è stata la più bella festa di tutti i Melloblocchi... Insomma, forse non saranno proprio dei ballerini i boulderisti, ma certo non si tirano indietro.

D'altronde nessuno al Mellocco si tira indietro: dai big del boulder (sempre in tanti, sempre presenti) ai più piccoli. I campioni, che tutti riconoscono e conoscono ma che si sperdono perfettamente tra la folla e i massi, in fondo cercano il top come tutti gli altri. Certo sono problemi più difficili, anzi di più: sono impossibili. E loro, i big, riescono sempre a venirne a capo quando meno te lo aspetti. Proprio come quel bambino (alto un po' meno o un più di un metro) che sale il suo sasso (alto un po' più o un po' meno di 1 metro e mezzo) completando il capolavoro con un perfetto salto sul crash pad. Poi si guarda attorno felice, mentre il padre, che sogguarda sia lui sia il suo problema di pietra, gli sorride. Poco prima, passeggiando sul verde tappeto della Valle di Mello, quello stesso bambino s'era incontrato con Jack, americano di Las Vegas ma di origini spagnole. Il piccolo è tedesco ma i due sembrano capirsi a meraviglia: forse gli avrà spiegato di quel masso alto poco più o poco meno di 1 metro e mezzo... chissà.

Jack, con altri due amici, sta facendo un viaggio che durerà un anno, tra falesie, boulder, montagne ma anche città d'arte. L'hanno preparato per tre anni, studiando le mete e lavorando per raccimolare i soldi necessari. Dice che viene da Fontainebleau, chiede info su Kalymnos e afferma con un gran sorriso che in Valle di Mello ha trovato la Yosemite d'Europa. In quello stesso momento giù nell'area del Sasso Remenno un raggio di sole illumina il piccolo miracolo di un top all'ultimo istante e all'ultima stilla di forza. Nicola (incorreggibile boulderista-romantico) dirà poi che, a veder quell'impresa, gli sono spuntate le lacrime agli occhi... Non c'è proprio limite al Melloblocco di tutti...

Chissà quei massi, attorno e sopra al Sasso Remenno, cosa avranno pensato di quei mille boulderisti che li hanno accarezzati. Chissà quali pensieri porteranno con sé le brezze che da sempre accarezzano il liscio granito della Valle di Mello. Forse ora sorrideranno. Si domanderanno il perché di tutto questo. E magari, quelle rocce, si sentiranno anche un po' diverse dopo essere state protagoniste di tanti sogni, di tante energie. Di sicuro non scorderanno... E, nel silenzio della Valle, sembrerà loro di percepire ancora quel 1,2,3... punff... O forse sarà qualche ritardatario che recita ancora il suo interminabile mantra...





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