22° Pierra Menta, ancora colpi di scena nella terza tappa

Pierra Menta 2007, un altro colpo di scena davanti a un pubblico di oltre 3000 persone. I francesi Perrier e Gachet superano di nuovo gli italiani Giacomelli e Lunger e ipotecano la 22^ edizione. Le azzurre Francesa Martinelli e Roberta Pedranzini sempre più vicine alla vittoria finale.
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I competiteur della Pierra Menta 2007 sulla cresta finale del Grand Mont,durante la terza tappa.
Lorenzo Scandroglio
7Il sabato alla Pierra è sempre atteso come il grande giorno, quello del Grand Mont (2686 m), della festa, dei campanacci, delle fisarmoniche, degli striscioni, dei cori, delle migliaia di persone che si assiepano lungo il percorso e trascinano col calore dei loro “olé olé” gli atleti allo stremo. Impossibile dire a parole l’eccezionalità di questa gara, il vuoto alla pancia che ti assale nel vedere centinaia di formiche risalire la cresta affilata e aerea che da Chizeraz conduce al Gran Mont, l’onda d’urto del pubblico che sottolinea con un boato il sorpasso dei beniamini di casa sugli italiani. Già, perché in questa terza tappa i francesi hanno rimontato e sono passati in vantaggio. È successo un po’ di tutto durante i 2581 metri di dislivello positivo di questo penultimo giorno. 4 salite e altrettante discese per 16 chilometri. Ricordiamolo: la coppia azzurra Giacomelli - Lunger partiva con 51” di vantaggio su quella francese Perrier – Gachet.

E fino a metà gara, dopo due cime, i due italiani conducevano con una manciata di secondi sui transalpini. Sembrava dunque che si trattasse solo di controllare gli avversari, impedire loro di prendere il largo in caso di sorpasso. Invece alla terza e decisiva salita arrivava il colpo di scena. Fiato sospeso degli pettatori in cima al Grand Mont in attesa di vedere chi sarebbe uscito per primo dalla cresta stagliandosi contro il cielo blu di questa precoce primavera. Ed ecco apparire Guido piè veloce, con i suoi sci in spalla e quelli del compagno Lunger in crisi. Subito dietro i due francesi Perrier e Gachet.

I tre corrono là dove la cresta si allarga e spiana consentendo loro di rimettere gli sci. Per 30 interminabili secondi (interminabili per i numerosi tifosi italiani, ovviamente) di Hansjorg Lunger neanche l’ombra. Quando l’altoatesino arriva col volto sfigurato dalla fatica i due francesi hanno già gli sci ai piedi e si lanciano a rotta di collo nella terza discesa. Il sorpasso è avvenuto, forse il dado è tratto. Lo capiscono bene i 3000 del Grand Mont che accompagnano il momento con un boato da stadio. Da qui al traguardo, oltre alla discesa, un’altra salita e la discesa finale. Troppo per gestire la crisi di Lunger, dello stoico Lunger che, tra l’altro, aveva un polso fuori uso a causa della rovinosa caduta alla fine della seconda tappa. Giacomelli ne aveva ancora, eccome se ne aveva. Ma le gare a squadre si corrono in due.

“Guido voleva vincere la sua prima Pierra – ci confida Adriano Greco, pluridecorato di questa classica transalpina negli anni ’90 insieme al compagno Fabio Meraldi – ma oggi i nostri hanno preso più di due minuti dai francesi e, in classifica generale, sottraendo i 51” di vantaggio iniziali, sono indietro di 1’:19”; difficili da recuperare quando mancano solo i 1600 metri di dislivello della tappa finale”.
Dietro le prime due piazze c’è il vuoto con 15 minuti di distacco in classifica generale: mantiene la terza posizione per un soffio la coppia italo – francese di Denis Trento e Tony Sbalbi che conservano ancora 5” sui quarti, i transalpini Alexandre Pellicier e Bertrand Blanc. A seguire tutti gli altri. Nelle prime dieci posizioni 4 equipe francesi, 3 italiane, 1 svizzera, 1 catalana, 1 italo-francese.

Per la classifica femminile le valtellinesi Francesca Martinelli e Roberta Pedranzini vincono ancora e portano il loro vantaggio in classifica generale a 10 minuti tondi tondi sulle transalpine Corinne Favre e Nathalie Bourillon. Sfoggiando sempre uno smalto invidiabile e, almeno in apparenza, una freschezza immemore dei 7500 metri di dislivello positivo in tre giorni. Dietro di loro il vuoto con la terza squadra delle francesi Veronique Lathuraz – Valentine Fabre a 1 ora esatta. Risalgono intanto in quarta posizione le altre due italiane Christiane Nex e Laura Besseghini.

Infine si segnala il debutto delle categorie giovanili (in gara soltanto per due tappe) che tra Espoir (fino a 23 anni), Junior e Cadetti maschili e femminili che fanno registrare 3 successi francesi, 2 italiani e 1 spagnolo. Ma quel che conta di più è la prestazione del giovane estroso valsusino Matteo Eydallin. “Lui sì che promette bene – sottolinea Adriano Greco – è un artista non un atleta!”. Con la vittoria nella categoria Espoir maschili, in squadra con lo svizzero Pierre Bruchez, Eydallin conferma i segnali mandati ai “colleghi” senior durante i campionati nazionali dove ha mostrato di poter già competere con i più forti in assoluto a livello mondiale.

Lorenzo Scandroglio



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