Pierra Menta 2007, 2^ tappa con colpi di scena a non finire e italiani in testa

Nella seconda tappa del Pierra Menta, la gara di scialpinismo a coppie della leggenda, torna in testa non senza problemi la coppia azzurra Giacomelli - Lunger. Francesca Martinelli e Roberta Pedranzini allungano ancora sulle inseguitrici francesi.
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La coppia francese all'inseguimento degli italiani Giacomelli - Lunger. In primo piano Florant Perrier, subito dietro Gregory
Lorenzo Scandroglio
Venerdì 16 marzo, Areche-Beaufort, Savoia, Francia. Si è corsa la seconda tappa della mitica scialpinistica transalpina che, dal 1986, anno della sua istituzione, ha visto la partecipazione di personaggi di rilievo del panorama alpinistico, da Patrick Gabarrou a Adriano Greco a Volodia Shashahani, per citarne alcuni. Fatto emblematico del suo valore simbolico.

La seconda tappa presentava un dislivello leggermente inferiore rispetto alla prima senza passaggi alpinistici. Intendiamoci, alla Pierra non si scherza mai: 2674 metri di dislivello in salita non sono noccioline. D’altro canto è pur vero che in questo caso non si sono mai calzati i ramponi e il tracciato è stato percorso in gran parte con gli sci ai piedi, fatta eccezione per il bosco iniziale dove la scarsità di neve alle basse quote ha costretto i concorrenti a risalire a piedi. Poi lo scenario è tornato bianco e bellissimo.

Ma è la cronaca a superare la fantasia, anche oggi: dalla prima all’ultima delle tre salite Guido Giacomelli e Hansjorg Lunger hanno condotto in testa, decisi a recuperare il leggero svantaggio accusato nella prima sfortunata tappa. Così, a tutti i cambi pelle il distacco sui francesi è cresciuto. Ma sarebbe stato tutto troppo facile senza qualche imprevisto. Forse per questo i nostri “fantasisti” questa volta si sono inventati nell’ordine: la rottura della talloniera di un attacco per Giacomelli, che è stato costretto a sciare la seconda e la terza discesa in condizioni che definire precarie è poco, tanto che alla fine è caduto “solo” un paio di volte; una rovinosa caduta sulla dirittura d’arrivo per Lunger che, per ripetere lo show della prima tappa, perdeva ancora lo sci; glielo recuperava Giacomelli.

A questo punto l’altoatesino proseguiva lentamente con un solo sci guardandosi preoccupato alle spalle temendo di vedere ricomparire gli spettri rapaci dei francesi pronti anche oggi al saccheggio. E invece no: il vantaggio accumulato era tale che, nonostante la cattiva sorte, la coppia italiana passava con oltre un minuto di vantaggio sugli inseguitori transalpini Florent Perrier e Gregory Gachet. Nella classifica generale, tenuto conto dei 24” a favore dei francesi del primo giorno, gli azzurri ora sono passati in testa con 51” sulla coppia di casa.

Dietro di loro il francese Tony Sbalbi e l’italiano Denis Trento sono tornati in terza posizione, dopo che il primo giorno il transalpino aveva rotto lo sci sulla discesa finale consentendo il recupero della coppia inseguitrice. Di fatto i giochi per il podio più alto sembrano appannaggio esclusivo delle prime due coppie, considerato che Trento-Sbalbi sono transitati sul traguardo con quasi 5 minuti dai vincitori di tappa. Minuti che si assommano ai 5 del primo giorno, portando a 10 primi il distacco in classifica generale.

Fra le donne le valtellinesi Martinelli e Pedranzini vincono a mani basse anche oggi, grazie soprattutto alla gran sciata finale (ancora all’ultimo cambio pelli il loro vantaggio sulle francesi inseguitrici era attorno al minuto e mezzo). Dunque il distacco sale ora a 8’:43” su Corinne Favre e Nathalie Bourillon. Terza un’altra coppia francese, quarta una svizzera.

Per sabato, insieme all’esordio delle categorie giovanili (che faranno solo due tappe), con i riflettori puntati soprattutto sui ventenni espoir dove gareggia il promettente italiano della Val di Susa Matteo Eydallin, fattosi notare recentemente con delle prestazioni quasi all’altezza di Giacomelli, si segnala la grande tappa del Grand Mont, dove non mancheranno migliaia di tifosi. Cosa che nello scialpinismo agonistico italiano non è mai successa, anche a fronte di un movimento di praticanti in continua espansione e di atleti tra i più forti del mondo.

Lorenzo Scandroglio



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