I Film Premiati

Giuria

Emanuele Cassarà (presidente - Italia), Mireille Chiocca (Francia), Bernd Seidel (Austria), Jerzy Surdel (Polonia), Jack Tackle (U.S.A).

rassegna
La Giuria, che dal 24 al 27 aprile 1999 ha esaminato le 69 opere ammesse al concorso, ha sottolineato, innanzitutto, la grande qualità di questa rassegna, specialmente con riguardo alla fotografia, la presenza di numerose e innovative opere a soggetto e la gradita sorpresa del ritorno del cinema di alpinismo.

segnalazioni
La Giuria, con reali difficoltà di scelta, ha voluto almeno segnalare il valore specifico di tre opere:
- Missing in Tibet di Robin Garthwait e Dan Griffin (U.S.A.);
- Kailash - On the Way to Tibet di Uldis Tirons (Lettonia);
- Tita Piaz: il diavolo delle Dolomiti di Giorgio Balducci (Italia).


Premi speciali della Giuria

Premio speciale della Giuria per la migliore opera di autore italiano

Su tutte le vette è pace
di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi (Italia)

"Questo film non è soltanto un documento storico sul fronte di montagna della prima guerra mondiale per il quale è stato raccolto, in maniera ammirevole, materiale d'archivio da tutto il mondo. Ma il suo vero valore sta nella realizzazione. Il silenzio diventa grido accusatorio contro la follia della guerra. Con un'attento intercalare di canti che sembrano dei requiem e un silenzio totale i direttori Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi riescono a esprimere il dolore per ogni guerra più di quanto possano le parole".


Premio speciale per la migliore fotografia

Die Farben der Wüste
di Franz Herzog (Austria)

"Dal mondo odierno così chiassoso questo film ci conduce nel mondo del silenzio. L'intensità e i colori del racconto cinematografico accompagnato da citazioni letterarie, induce alla riflessione e alla ricerca di valori e sentimenti perduti. La camera di Franz Herzog ci trasmette immagini di rara bellezza e spessore".


Genziane d'Argento

Genziana d'Argento per la migliore opera di avventura e sport
(proposta e accettata dal Direttore della rassegna e assegnata dalla Giuria)

Reticent Wall
di Stipe Bozic (Slovenia).

"Tomaz Humar rappresenta una delle punte dell'alpinismo attuale. Questo film mostra sia una delle prospettive future dell'alpinismo estremo sia le difficoltà tecniche dell'arrampicata totale. Con la sua scalata solitaria della più difficile e pericolosa parete di El Capitan dà prova di una tenacia e di una speciale maestria che costituisce un modello per le nuove frontiere verticali".


Genziana d'Argento per la migliore opera di interesse etnografico di particolare livello scientifico


La civilisation perdue du Rio La Venta
di Antoine De Maximy (Francia).

"Questo documentario innovativo ci coinvolge nelle emozioni e nelle tensioni di una spedizione archeologica internazionale, alla ricerca di una antica civiltà scomparsa dentro le foreste del Chiapas in Messico. Grazie all'impegno e alla appassionata perseveranza dei suoi componenti, scienziati e speleologi, verranno scoperte tracce anche umane che aprono agli studiosi straordinarie prospettive."


Genziana d'Argento per la migliore opera di esplorazione e tutela dell'ambiente

Ushuaïa nature: les glaces racontent
di Jacques Laîné (Francia).

"Un documentario di efficace divulgazione realizzato con ritmo giornalistico e rigore informativo e scientifico sui ghiacci dei Poli, regolatori del clima e generatori delle grandi correnti marine. Una eccellente fotografia ci accompagna tra gli iceberg della Groenlandia, dove la vita degli uomini e degli animali è sempre sottoposta a dure e inellutabili regole."


Genziana d'Argento per la migliore opera di montagna

Ladro di Montagne - Ignazio Piussi: montanaro, alpinista, esploratore
di Nereo Zeper (Italia).

"Una ricostruzione accurata e commovente della vita di Ignazio Piussi, un grandissimo alpinista italiano, degli anni cinquanta e sessanta, non abbastanza riconosciuto, che ha lasciato storiche tracce di sé sul Civetta e sul Monte Bianco, senza mai perdere i sentimenti e la genuinità dell'autentico montanaro. Il film - tratto dall'omonimo libro edito da Muzzio nel 1997 - si avvale e si arricchisce di importanti reperti cinematografici su una eccezionale impresa invernale di Piussi".


Genziana d'Argento per la migliore opera a soggetto

Premier de cordée e La Grande Crevasse
di Edouard Niermans, Pierre Antoine Hiroz (Francia/Svizzera/Italia).

"Questo doppio lungometraggio televisivo a soggetto, riservato al grande pubblico e ricavato liberamente da due famose opere letterarie di Roger Frison-Roche, ci offre storie di alpinismo antico e drammatico. In esse erano coinvolti sentimenti e passioni di una intera comunità, tra gioie, amori e contrasti fortemente condizionati dalla incombente presenza del Monte Bianco.
Il film ricostruisce fedelmente ambienti, costumi, materiali e situazioni alpinistiche con una esauriente e spettacolare fotografia della grande montagna con un ritmo cinematografico costante. È un'importante risultato di questa coproduzione franco-svizzera-italiana che ci si augura possa rilanciare il cinema popolare di alpinismo."



Genziane d'Oro

Premio del Club Alpino Italiano

Genziana d'Oro (e 5 milioni di lire) per la migliore opera di alpinismo

Montañas de ayer
di Guillermo Campo, Jesùs Bosque (Spagna)

"Questo affascinante film spagnolo è la ricostruzione documentaristica e a soggetto di un'ardita e storica ascensione. La narrazione con un ritmo serrato rievoca i tentativi e le rivalità, anche regionali, tipiche di quei luoghi della Spagna. Il regista ha saputo offrire, con alta professionalità e arte, i momenti dell'azione sulla montagna e i sentimenti dei protagonisti di una impresa per quei tempi epica."


Gran Premio "Città di Trento"

Genziana d'Oro (e 5 milioni di lire) per l'opera che, possedendo elevate qualità artistiche, meglio corrisponde agli scopi e ai valori cui la Rassegna si ispira

118 Days in Captivity of Ice
di Pavol Barabàs (Slovacchia)

"Un grande film su una grande avventura umana attraverso i ghiacci del Polo Nord. Un film che realizza appieno le idealità originarie del Festival di Trento. Si tratta forse dell'ultima esplorazione polare condotta con una incredibile insufficienza di mezzi. Una testimonianza commovente della volontà, delle risorse umane e dell'autentico eroismo offerta da protagonisti incredibilmente motivati e capaci di sopravvivere nelle condizioni più ostili e pericolose. L'opera esalta l'ansia umana di raggiungere i propri limiti di conoscenza.
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